Esposizione nel digitale - le alte luci.

Una delle prime indicazioni che ho letto in merito all'esposizione nelle fotocamere digitali, è stata quella di fare grande attenzione alle sovraesposizioni per non rischiare di bruciare irrimediabilmente i dettagli nelle luci.
In prima battuta ho pensato che per ottenete un risultato ottimale, nel digitale fosse più prudente optare per una leggera sottoesposizione, da recuperare poi in post-produzione.
La questione potrebbe sembrare di poco conto, dal momento che i sistemi d'esposizione presenti nelle odierne reflex digitali sono sempre più sofisticati e affidabili, ma come detto nei post precedenti, gli esposimetri danno il meglio quando si trovano di fronte a scene poco contrastate, e invece capiterà spesso di avere a che fare con condizioni in cui è presente un contrasto elevato, e per le quali può essere indispensabile modificare le indicazioni del sistema automatico per ottenere risultati ottimali.

Man mano che mi interessavo al problema ho scoperto che: se da una parte, è indispensabile avere sempre presente  che i fotorecettori dei sensori hanno una soglia oltre la quale non sono più in grado di registrare valori più alti di luminosità - un punto di overflow che non può essere superato senza perdere irrimediabilmente i dettagli delle zone in luce - (clipped); dall'altra, dobbiamo anche tenere conto di quale sia la risposta alla luce da parte dei sensori:
prendiamo ad esempio una fotocamera che ci restituisca immagini a 12bit, questo significa che avremo a disposizione 2 alla dodicesima valori di luminosità che possono comporre l'immagine (un range che va da 0 sino a 4096); ipotizziamo ancora che la scena presenti una gamma dinamica media, ad esempio di 6 EV, noi ci aspetteremo che per ogni stop siano disponibili 4096/6 (circa 680) livelli diversi di luminosità, ma dato che la risposta del sensore è proporzionale all'intensità luminosa, in realtà avremmo che per lo stop che racchiude le luminosità più alte, saranno disponibili ben 2048 valori, per poi a scendere a 1024, 512, 256, 128, 64, mano mano che la luminosità cala (vedi immagine in basso).

Si comprende quindi che se siamo troppo prudenti nell'esposizione, non riusciremo a sfruttare appieno la gamma delle alte luci, per la quale sono disponibili la metà dei valori utili.

Questo è il motivo per il quale nel digitale bisogna esporre per le "alte luci", ma con l'attenzione di non superare mai il valore di clipping, oltre il quale si perderebbero totalmente i dettagli.

Se prendiamo come riferimento l'istogramma relativo a una foto che è stata esposta per le alte luci, i valori delle zone più luminose si troveranno spostate verso la parte destra - sentiremo parlare di "esposizione a destra" -, che rappresenta in forma grafica il risultato di una sovraesposizione controllata, che pur spostando i valori verso i livelli di luminosità più elevati, non supera mai la soglia massima utilizzabile.
L'istogramma ci consente quindi di verificare subito dopo lo scatto, se stiamo utilizzando al meglio tutta la gamma disponibile, ed eventualmente apportare  le correzioni necessarie.

L'esposizione a destra ha il vantaggio di collocare le parti in ombra in una zona che è in grado di restituirci maggiori dettagli, ma anche di contribuire ad avere in quelle aree un minor disturbo.

Prendiamo ad esempio l'immagine in alto, della quale ho scattato due foto, la prima secondo l'indicazione proposta dal sistema automatico della fotocamera e la seconda sovraesponendo di 1,3 stop (oltre questo valore si rischiava di bruciare le alte luci).

Ingrandiamo una delle zone in ombra (riquadro in rosso), e facciamo un confronto tra i due scatti.

Esposizione automatica:  f11 con 1/500 sec.
Esposizione manuale: f11 con 1/200 sec. - sovraesposta +1,3stop

Si può vedere come la zona in ombra, relativa all'immagine sovraesposta, sia nettamente meno rumorosa.

Naturalmente, con questo metodo, le immagini risulteranno slavate e sarà necessario correggerle attraverso un software di elaborazione per riequilibrare l'esposizione e il contrasto; è intuitivo che data la necessità di recuperare senza perdita di qualità le alte luci, che a volte saranno sovraesposte anche di 2 stop (sconsiglio di andare oltre), sia indispensabile lavorare con file RAW.