Pellicola o Digitale?


Bisogna prendere atto che la fotografia è sempre più appannaggio del digitale; sarà la praticità d’uso rispetto alla tradizionale pellicola, abbinata a una sempre maggiore presenza dei PC nelle nostre case, ma la tecnologia digitale: dai cellulari alle piccole compatte, sino alle reflex, ha avuto un ruolo di rilievo nel risvegliare l’interesse da parte del grande pubblico nei confronti della fotografia, risollevando un mercato che per lungo tempo aveva registrato un progressivo declino.  
Ciononostante, il sistema analogico gode ancora del favore di molti estimatori, che ritengono insuperate le caratteristiche delle pellicole fotografiche, e che non amano lo spirito attraverso il quale viene vissuta la fotografia dopo l’avvento del digitale.

Periodicamente vedo rinascere tra gli amanti della fotografia il seguente quesito: ma, è meglio la pellicola o il digitale? 

Naturalmente dietro a questa domanda si nascondono aspetti emozionali che forse non si sopiranno mai, ma per quanto riguarda la questione puramente tecnica, esistono delle analisi attendibili di confronto tra i risultati che si ottengono utilizzando vecchio e nuovo sistema?

Su internet ho trovato un test fatto alcuni anni fa da Valerio Pardi per la Nital (http://www.nital.it/experience),


che già dal 2007 scriveva un articolo sul sorpasso del digitale nei confronti della pellicola, affermando che la Nikon D200, con i suoi 10Mp, forniva immagini nettamente migliori, sia per definizione che latitudine di posa, rispetto a una Nikon F con pellicola Fujicrhrome Velvia 100F; si spingeva poi sino al punto di asserire che, il risultato ottenuto dalla macchina digitale era talmente buono da potersi paragonare a quello di una pellicola medio formato da 6x4,5.


Gli ingrandimenti delle immagini che vengono riportate nell'articolo di Pardi,  non sembrano lasciare alcun dubbio su quanto esposto (vedi un esempio in basso), ma la metodologia utilizzata per la prova fu a suo tempo criticata, dato che per il confronto con i raw del digitale erano stati utilizzati i file ottenuti dalla scannerizzazione delle diapositive; aspetto peraltro evidenziato dallo stesso autore che, pur precisando di aver utilizzato uno scanner di qualità della Nikon (Coolscan 5000ED), ammetteva la possibilità di una qualche penalizzazione sulle immagini prodotte dalla Velvia a causa della digitalizzazione. 

Nikon F1 con Velvia 100F                              Nikon  D200 (10Mp)
Un altro dubbio veniva sollevato il merito al fatto che il film usato per la prova era una pellicola invertibile: sappiamo infatti che le diapositive hanno una latitudine di posa limitata, e quindi per valutare il livello raggiunto dal digitale in questo ambito si sarebbe dovuto fare il confronto con una pellicola negativa.

In un secondo articolo, che trovate quì,  Pardi ha voluto approfondire il test controllando le immagini prodotte dalla pellicola attraverso un microscopio, e confrontando i risultati con un ingrandimento analogo del file digitale: pur evidenziando un leggero miglioramento nella definizione dei particolari presenti nelle diapositive, rispetto a quanto osservato sulle immagini scannerizzate, anche dopo questa ulteriore verifica il su giudizio è rimasto nettamente a favore del digitale.

Inutile sottolineare che su internet si trovano ancora oggi pareri contrastanti, tra chi conferma l'avvenuto superamento da parte del digitale e chi continua ad avvalorare una evidente supremazia della pellicola.

Il potere risolutivo delle pellicole: capacità di riprodurre distintamente dettagli molto vicini tra loro, dipende dalla finezza dei grani d'argento dell'emulsione; dalle dimensione dei grani dipende anche la sensibilità alla luce delle emulsioni: più i grani sono grossi, più sono capaci di catturare una luce debole. Per ottenere un potere risolutivo elevato bisogna quindi utilizzare delle pellicole di bassa sensibilità  a grana fine.
I grani più piccoli di un'emulsione in bianco e nero a bassa sensibilità misurano circa 2 micron, che sul 24x36 darebbero una risoluzione di 18000x12000 punti sensibili; se li rapportiamo ai pixel dei sensori digitali otteniamo che corrisponderebbero a una risoluzione teorica di ben 216Mp! Ma quando una zona dell'emulsione viene colpita da una luce intensa i granuli si fondono sino a raggiungere le dimensioni di 20 e più micron, che corrisponderebbero a 1800x1200 pixel, cioè ad appena 2,1Mp di risoluzione.
Naturalmente questo è un ragionamento teorico e valido solo se valutiamo i risultati ottenuti fotografando delle mire ottiche in bianco e nero, ma quale è la dimensione media dei granuli di una emulsione a colori quando si fotografano degli oggetti reali?
In molti concordano sul fatto che su una pellicola a colori della più alta qualità disponibile oggi, i grani più piccoli avranno la dimensione di 7-8 micron, che tradotto in pixel porterebbe a una risoluzione teorica compresa  tra 14 e 18Mp. Se poi consideriamo una normale pellicola a colori i micron diventano 10-12  e la risoluzione scende a 9 e 6Mp.
Questo mi porta ragionevolmente a pensare che, per quanto riguarda il potere risolutivo, le reflex digitali abbiano certamente raggiunto, e in alcuni casi superato, le performance della migliore pellicola 135mm. presente sul mercato.

Discorso a parte merita la questione relativa alla latitudine di posa, infatti esiste un problema che certamente non aiuta a valutare correttamente le prestazioni reali delle fotocamere digitali; mi riferisco al fatto che è frequente trovare test fatti da società che sulla carta hanno tutti gli strumenti per condurre delle prove tecniche precise, ma che propongono dati profondamente diversi per lo stesso apparato. Un esempio per tutti, quello sulla Nikon D800 uscita recentemente, se confrontiamo i dati relativi alla gamma dinamica massima che è stata misurata sui test DxO e TIPA, troviamo che:

Test DxO mark, riportato su dxomark.com : 14,4 Ev

Test TIPA, riportato su Reflex.it : 11,1 Ev

Come è possibile confrontare la prestazione del digitale rispetto alla pellicola negativa, se non siamo neanche in grado di conoscere quale è il valore raggiunto dai nuovi apparati in produzione?
Se prendiamo comunque per valido il dato riportato prevalentemente nei test relativi alla maggior parte delle ultime reflex uscite, e cioè quello di 11-12 Ev, dovrei considerare che anche per questo parametro non c'è più un divario significativo con le migliori pellicole negative.
L'unico dubbio che mi rimane è la particolare risposta dei sensori digitali alle basse luminosità, che potrebbe di fatto accorciare la reale disponibilità di dati utili per quanto riguarda le zone con valori di  luminosità più bassi.

In conclusione: sono convinto che il digitale consenta oramai prestazioni analoghe e per alcuni versi superiori all'analogico, la sua evoluzione è continua per cui ci possiamo aspettare ulteriori miglioramenti nel breve, rappresenta pertanto il futuro della fotografia; questo non vuol significare che chi ama la pellicola debba rinunciarci a favore della nuova tecnologia, ma semplicemente che è una scelta che ciascuno deve sentirsi libero di fare in funzione di come vive la fotografia e del corredo fotografico che possiede. 
Ci sono certamente tanti buoni motivi  per continuare a utilizzare l'analogico, ed esistono altrettanti validi motivi per i quali oggi può essere preferibile rivolgersi al digitale, ma non mi stancherò mai di ripetere che quello che conta non è se avete o meno il miglior sistema fotografico disponibile sulla piazza, bensì l'emozione che riescono a trasmettere le vostre fotografie.