I Tempi di Scatto - Evitare il mosso - 1°parte.


E' bene fare subito una distinzione tra le due principali cause che possono portare a ottenere una foto mossa:

1) Il mosso dovuto ai movimenti indotti dallo stesso fotografo o dai meccanismi della fotocamera (nelle reflex per esempio bisogna tenere conto delle vibrazioni prodotte dal ribaltamento dello specchio).

2) Il mosso dovuto alla velocità con la quale si muove il soggetto che viene fotografato.

Non di rado capita infatti che si faccia confusione tra le due casistiche, rendendo meno chiare le motivazioni che per una specifica situazione di ripresa, spingono il fotografo a scegliere un determinato tempo di scatto tra tutti quelli che sono in grado di garantire la medesima esposizione.

Il post sui "I Tempi di Scatto", sarà articolato su più puntate e in questa prima parte analizzeremo gli aspetti relativi a quanto specificato al  punto 1)
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Nella maggior parte dei casi, le persone scattano le foto a mano libera, quindi senza alcun supporto che tenga stabile la macchina fotografica.

Per quanto si possa fare attenzione durante la ripresa, è praticamente impossibile riuscire a mantenere completamente immobile la fotocamera, anche la sola pressione sul pulsante di scatto è in grado di generare dei micro spostamenti, apparentemente impercettibili, ma che in determinate condizioni diventano rilevanti e quindi visibili, tanto da influire negativamente sulla nitidezza della foto.

Come nel caso del circolo di confusione - vedi post sulla "Profondità di Campo" -, le conseguenze sull'immagine non sono osservabili sino a che l'ampiezza del movimento registrato dal sensore durante l'esposizione, si mantiene al di sotto della capacità di percezione del nostro apparato visivo, superata tale soglia il mosso diventa evidente.
Il rischio di avere una perdita di dettaglio nella foto cresce progressivamente:
  • man mano che i tempi di apertura dell’otturatore si allungano;
  • quanto più è alta la focale dell'obiettivo utilizzato, e quindi quanto più risulti ingrandita l’immagine che viene proiettata sul sensore (pensate a quanto risulti traballante la visione quando si osserva qualcosa attraverso un potente binocolo).

Per evitare al massimo il rischio di incappare nel mosso, molti fotografi professionisti utilizzano sempre il cavalletto (anche in pieno giorno), ottenendo peraltro di poter impostare qualsiasi tempo risulti utile, anche il più lento, senza alcuna preoccupazione e conseguentemente di mantenere bassa la sensibilità, con il grande vantaggio di avere il minor rumore e la migliore resa in termini di gamma dinamica che la fotocamera utilizzata consentono.

In particolare, per garantire la miglior stabilità possibile, viene consigliato di usare:


  • Un cavalletto di buona qualità, con una struttura robusta e capacità di carico adeguata al peso dell’attrezzatura (corpo macchina + obiettivo);



Foto Dean Swartz
  • Un cavalletto che sia abbastanza alto da limitare le casistiche nelle quali sia necessario fare uso della colonna centrale, che non è in grado di garantire lo stesso livello di stabilità che si ottiene impiegando le sole gambe del treppiede;



  • Uno dispositivo di scatto remoto (a cavo o wireless), per evitare qualsiasi vibrazione dovuta alla pressione sul pulsante di scatto (in alternativa, anche se meno pratico, si può optare per l’utilizzo dell’autoscatto);



  • La funzione di blocco dello specchio, dato che il sollevamento di quest'ultimo, per quanto ammortizzato, genera una sequenza di vibrazioni della fotocamera che possono infastidire quando si utilizzano teleobiettivi spinti o tempi di scatto particolarmente lunghi. A una prima pressione del pulsante di scatto lo specchio si solleva (nel mirino non è più visibile quanto inquadrato), con la seconda pressione del pulsante viene scattata la foto e solo a fine esposizione lo specchio ritorna nella sua posizione originaria.

La possibilità di bloccare lo specchio è presente su qualsiasi modello di reflex, anche se può capitare che sia nascosta nelle pieghe di uno dei tanti menù presenti. Vi faccio l'esempio della Canon 60D, nella quale bisogna: accedere al "Menù" attraverso l'apposito pulsante, spostarsi sulla decima icona (vedi foto in basso) che apre le impostazioni delle "funzioni personalizzate", ed entrare sulla voce "C.FnIII: Autofocus/Drive",...


...quindi andare all'opzione 5 per avere la possibilità di attivare il blocco:


Nelle reflex più prossime al campo professionale, come la 6D, è invece raggiungibile con maggiore immediatezza, semplicemente entrando nel "Menù" e spostandosi sulla seconda icona :


Naturalmente esistono tante situazione nelle quali non si ha la possibilità di usare un cavalletto, è quindi importante avere a mente fino a che punto possano essere allungati i tempi di scatto senza che i movimenti indotti dallo stesso fotografo portino ad ottenere una foto mossa.

Una delle regole più conosciute in fotografia recita che, non bisogna utilizzare tempi più lunghi del reciproco della focale dell’obiettivo impiegato: con un obiettivo con focale 50mm. non si devono quindi utilizzare tempi più lunghi di 1/50sec.; con un obiettivo di focale 200mm. non bisogna scendere sotto 1/200sec.

Ciò che non sempre viene chiaramente precisato, è che questo tempo limite può essere felicemente utilizzato solo a patto di fare grande attenzione nel momento in cui si scatta la foto: 
  • gambe leggermente divaricate con un piede più avanti dell’altro; 
  • braccia che poggiano sul busto; 
  • fotocamera aderente al viso; 
  • una mano che impugna saldamente la reflex, il palmo dell’altra che sostiene l’obiettivo;
  • trattenere per un attimo il respiro e premere con delicatezza il pulsante di scatto.

Se invece scattiamo d’istinto, senza badare troppo a come impugniamo la fotocamera, se siamo sbilanciati o ancora peggio ci stiamo muovendo, se mettiamo troppa foga nella pressione del pulsante di scatto, il tempo minimo di scatto basato sulla regola del reciproco della focale non ci salverà dal mosso.

Un altro aspetto di cui tenere conto è quello per cui, nelle reflex digitali con sensore APS-C l’immagine che viene registrata utilizzando una determinata focale, è più piccola rispetto alle FullFrame di un fattore pari a 1,5 per le Nikon e 1,6 per le Canon - vedi post sul "Fattore di crop"-.
Se consideriamo quindi un obiettivo di 50mm., nelle due tipologie di reflex APS-C la "focale equivalente" sarà rispettivamente di 75 e 80mm., pertanto il tempo di scatto minimo per non avere il mosso dovrà passare da 1/50 a 1/80 di secondo.

Per avere un margine di sicurezza quando scattate a mano libera, vi consiglio di optare per un tempo di scatto che sia almeno la metà di quello che si ricava dal reciproco della focale (reale per le FullFrame o equivalente per le APS-C) che state utilizzando: focale 50mm. su FF tempo minimo 1/100sec.; su APS-C (focale eq. 75-80mm.) tempo minimo 1/160sec.

Per dare maggiori possibilità al fotografo, una buona parte degli obiettivi di nuova progettazione sono dotati di stabilizzatore d’immagine: IS (Image Stabilizer) per Canon, VR (Vibration Reduction) per Nikon;...


...le varie pubblicità riportano che la loro capacità di limitare il mosso attualmente consente di guadagnare sino a 3-4 stop, ma per mia esperienza e maggior sicurezza consiglio di non spingersi oltre i 2 stop (tempi al massimo quattro volte più lunghi del normale).

Vediamo in basso l'esempio di una foto realizzata con una focale di 300mm. utilizzando un tempo pari a 1/320sec.,...


...seguito da un forte ingrandimento che consente di constatare la nitidezza dell'immagine:


Per valutare i limiti dello stabilizzatore, ho effettuato una serie di foto in sequenza, allungando ogni volta il tempo di scatto e fermandomi solo quando ho verificato che arrivati a 1/50sec. l'immagine risultava già leggermente mossa:


Pertanto lo stabilizzatore del mio zoom 70-300, alla focale più lunga, non consente di spingersi oltre i  2 stop.

Attenzione: quando montate la fotocamera su cavalletto è preferibile disattivare lo stabilizzatore (agendo sull’apposito cursore presente nel barilotto dell’obiettivo), dato che può succedere che il sistema cerchi di intervenire anche quando non necessario, generando paradossalmente delle vibrazioni che possono tradursi in micromosso. E' pur vero che alcuni nuovi obiettivi sono stati progettati in modo da rendere superflua l'esclusione dello stabilizzatore, ma per esserne certi verificate bene le caratteristiche tecniche della vostra ottica.

In fine, anche se pensate di aver fatto una scelta corretta sul tempo di esposizione, è buona norma dopo il primo scatto di una nuova situazione di ripresa, controllare sullo schermo della reflex il risultato ottenuto utilizzando la funzione di ingrandimento a 10x (pulsante con icona “lente di ingrandimento”), eventualmente spostandosi anche all’interno dell'immagine (attraverso la ghiera multicontrollo o i pulsanti di direzione) per verificare che il soggetto non risulti affetto da mosso.



Non fatte l'errore di basarvi sull'anteprima che compare nel display senza ingrandisce l’immagine, è infatti particolarmente difficile che così riusciate a individuare l’eventuale presenza del mosso, rischiate di scattare tutta una serie di foto con tempi non adeguati e accorgervi solo una volta rientrati a casa di essere stati tratti in inganno dal quanto visto sullo schermo a grandezza naturale.