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Pinhole 8x10 - realizzata da Riccardo Gazzarri
www.riccardogazzarri.it |
Domenica 29 aprile era la
"Giornata mondiale della fotografia a foro stenopeico".
Nell'era del digitale, può apparire curioso il fatto che tante persone siano ancora attratte da una tecnica così antica da essere all'origine stessa della fotografia, ma la possibilità di ottenere delle foto utilizzando nient'altro che un piccolo forellino sulla parete di una scatola a tenuta di luce (fatta di semplice di cartone o legno), ha un qualcosa di magico e affascinante.
Personalmente, nei limiti delle mie conoscenze e capacità, mi è sempre piaciuto comprendere il funzionamento di ogni cosa, e magari ingegnarmi per costruire in maniera artigianale qualche accessorio da utilizzare, credo quindi di poter comprendere quanto possa essere forte la passione che anima i fotografi che si dedicano alla
"fotografia senza obiettivo".
L'apparecchio a foro stenopeico
(Pinhole) discende direttamente dalla
"camera obscura", descritta da Aristotele e successivamente adottata dai pittori per aiutarsi a riprodurre fedelmente la prospettiva nello studio del paesaggio.
Perché l'immagine sia sufficientemente dettagliata, il foro deve essere molto piccolo:
0,2 - 0,6 mm., di forma rotonda
(il più possibile precisa), e realizzato su un lamierino
(ottone, alluminio, ecc.) del più basso spessore possibile. Fori di diametro così piccolo consentono di avere una elevatissima profondità di campo, tanto che non è necessario nessun dispositivo di messa a fuoco, ma naturalmente obbligano a tempi di esposizione molto lunghi e quindi all'utilizzo del cavalletto.