Il diaframma ottimale

Nei due post di aprile sulla valutazione delle prestazioni degli obiettivi, parte 1 e parte 2, ho cercato di fare il punto sui difetti delle ottiche e sui criteri di misurazione che vengono adottati da chi fornisce i test relativi alla loro qualità; rimane in sospeso una domanda che spesso viene fatta dagli appassionati di fotografia, che vorrebbero poter contare su dei valori di riferimento generali, che possano in qualche forma essere considerati validi per tutti gli obiettivi: "Quale è il valore di diaframma ottimale da utilizzare?".
Fermo restando che sono le caratteristiche di progettazione di un'ottica e gli standard di produzione a determinare, sia la qualità di un obiettivo rispetto agli altri, sia quale sia il suo diaframma ottimale, si può comunque cercare di individuare - tenuto conto del comportamento delle aberrazioni e della diffrazione al chiudersi dell'apertura - , quali siano i diaframmi che con buona approssimazione sono in grado di garantire i migliori risultati.


Abbiamo infatti visto come alcune aberrazioni diminuiscono progressivamente con con la chiusura del diaframma, mentre il fenomeno della diffrazione, al contrario, aumenta esponenzialmente man mano che l'apertura del diaframma si fa più piccola; qualche decina di anni fa si diceva che il miglior bilanciamento di questi due fattori unito a una ottima risoluzione, si otteneva con un valore di diaframma pari a f9.5. Sono andato a riguardare alcune vecchie riviste che riportavano le prove degli obiettivi in produzione negli anni 70-80, ed effettivamente i diaframmi migliori erano in prevalenza f8 e f11, con le dovute eccezioni per alcuni obiettivi di luminosità e qualità molto elevata.
Ammesso quindi che quella indicazione fosse rappresentativa della media degli obiettivi standard di 30-40 anni fa, i processi produttivi  delle ottiche attuali e l'avvento del digitale avranno modificato questo valore di riferimento?
Certamente molte cose sono cambiate da quei tempi, ma non potendo contare solo sulla mia esperienza personale o sui pareri di qualche amico o conoscente, ho pensato che per avere dei dati concreti l'unica soluzione era quella di leggere un buon numero di test sulle ottiche Full-frame e APS-C delle migliori marche oggi in vendita; così mi sono armato di pazienza e ho analizzato decine di prove, sia sulle focali fisse da 14mm. sino al 400mm., sia sugli zoom con le estensioni di focale più utilizzate.
Senza la presunzione di avere in mano alcuna verità, il lavoro di confronto dei dati che ho fatto, mi consente di fornire alcune indicazioni di carattere generale, che possono essere utili a chi è già possessore di un obiettivo, e al di là del confronto qualitativo con altre ottiche, si chiede: a quali diaframmi otterrò il meglio che quest'ottica mi può dare?

Ho analizzato la resa degli obiettivi attraverso due diversi criteri:

1) a quanti stop dall'apertura massima dell'obiettivo si raggiunge la migliore nitidezza.

2) quale è il valore del diaframma che dà la miglior nitidezza.

Negli obiettivi con focale fissa si nota come per le focali ultra luminose: f1.2 e f1.4, bisogna chiudere 4 stop per trovare la nitidezza migliore; per quelle luminose: f1.8 e f2, basta chiudere solo 3 stop; mentre per le ottiche con apertura f2.8 e f4, bisogna chiudere prevalentemente solo di 2 stop; in fine nei teleobiettivi con apertura f5.6, frequentemente basta chiudere anche di un solo stop.




Da sottolineare che ho considerato come diaframma migliore quello che aveva livelli alti di nitidezza sia al centro che al bordo della lente, associati a un buon contenimento delle aberrazioni, c'è invece chi preferisce avere il massimo valore di nitidezza al centro, anche se esiste un discreto divario con quella dei bordi: in questo caso ho notato che, soprattuto per molte delle ottiche ultraluminose e luminose, quanto riportato prima per le varie aperture massime, deve essere diminuito di uno stop, ad es.: per le ottiche con apertura f1.2 e f1.4 basterà chiudere 3 stop al posto di 4.

Per quanto riguarda gli zoom, l'andamento sembra essere simile, e dato che hanno prevalentemente aperture massime ridotte rispetto alle focali fisse, sarà molto più facile che i risultati migliori si abbiano con soli 1 o 2 stop di chiusura.
Se consideriamo invece il valore del diaframma migliore in assoluto, nella mia personale statistica sugli obiettivi a focale fissa: l'f4 ha totalizzato solo il 7%, l'f5.6 circa il 68% e l'f8 il 25%.
Negli zoom: l'f4 è il miglior diaframma solo per il 3% dei casi, l'f5.6 per il 47%, l'f8 per il 42%, mentre l'f11 totalizza appena un 6%. 
Il "vincitore" assoluto è il diaframma f5.6, seguito dall' f8 - quasi a pari punteggio negli zoom  (che spesso nella focale più alta hanno un'apertura pari a f 5.6).

Probabilmente era un risultato scontato, ma ora posso affermare con maggiore certezza che l'f9.5 non è più la scelta migliore in assoluto, mentre utilizzando tutti i valori tra f5.6 a f8 (ricordiamo infatti che nella nostra reflex possiamo selezionare l'apertura del diaframma a passi di 1/3) possiamo contare sul fatto che riusciremo ad ottenere i massimi livelli di nitidezza del nostro obiettivo. Se poi avremo la possibilità di acquistare degli obiettivi di qualità elevata (tasto dolente per il portafoglio dei fotoamatori), posso affermare che certamente avremo a disposizione un campo più ampio, che può spaziare da f 4 sino a f 11, ed entro il quale le differenze in termini di definizione ottenibile, saranno comunque limitate e probabilmente difficilmente rilevabili sulla foto.

Una doverosa considerazione finale: anche se una fotografia estremamente definita è sempre attraente, una bella immagine non può essere costruita solo intorno alla nitidezza; l'obiettivo che abbiamo acquistato consente un ampio campo di regolazione del diaframma, che rappresentano altrettante possibilità da poter sfruttare: se per fotografare un panorama è necessario poter contare su una profondità di campo elevata, sarà indispensabile utilizzare un f11 o anche un f16; se vogliamo fare un primo piano, può essere utile sfocare completamente lo sfondo e quindi utilizzare la massima apertura dell'obiettivo, così da concentrare tutta l'attenzione sul soggetto; in entrambi i casi non avremo la massima nitidezza, ma l'immagine che otterremo sarà certamente migliore dal punto di vista compositivo rispetto a quella che sarebbe risultata utilizzando un valore di diaframma intermedio.