Solo a partire dalla seconda metà dell'800 le emulsioni fotografiche consentirono di utilizzare tempi di esposizione inferiori al secondo, tanto che da quel momento fu necessario dotare le apparecchiature fotografiche di un vero e proprio otturatore che consentisse il controllo preciso dei tempi di scatto.
Sino ad allora il fotografo, dovendo gestire tempi particolarmente lunghi, agiva semplicemente togliendo e rimettendo il tappo dell'obiettivo e scattava quasi esclusivamente con condizioni di pieno sole.
Chi come me ha iniziato a fotografare negli anni settanta, ha visto aumentare progressivamente la disponibilità di pellicole con sensibilità sempre più alta, partendo da 320-400 ISO per salire a 800 - 1000 - 1600 e arrivare sino a 3200 ISO. L'incremento della sensibilità, pur con i suoi limiti qualitativi, consentiva di fotografare a mano libera con condizioni di luce nelle quali prima era impossibile.
Ma nonostante l'evoluzione tecnica delle emulsioni, la carenza di luce ha rappresentato da sempre per i fotografi una delle maggiori limitazioni e quindi un ostacolo particolarmente ostico da superare.
Sta di fatto che anche con il digitale una parte consistente di fotoamatori smette di fotografare quando scende la luce, anche se così rinuncia a delle ottime opportunità.
- i tempi di scatto diventano decisamente più lunghi con il rischio di incappare nel mosso;
- l'eventuale utilizzo del diaframma aperto ai massimi valori va a scapito della profondità di campo e della qualità dell'immagine (aberrazioni);
- la scelta di sensibilità più alte ha come conseguenza un marcato incremento del rumore e una contrazione della gamma dinamica registrata.
- quando le luci artificiali presenti sono di vario tipo, il sistema automatico di bilanciamento del bianco va in crisi;
- il sistema AF rallenta, stenta a trovare il punto di messa a fuoco e può diventare impreciso;
- l'esposimetro viene ingannato, influenzato dalla forte luminosità dalle luci artificiali che molto spesso si trovano all'interno dell'inquadratura;
- il contrasto tra luci e ombre è spesso molto alto, mentre nelle zone debolmente illuminate può essere particolarmente basso.
Focale 24mm., f/6,3 a 1/25sec. a mano libera - 6400 ISO. |
Iniziamo da un aspetto che servirà a dividere in due parti l'argomento da trattare: non appena la luce scenderà decideremo subito di utilizzare un treppiede, o siamo intenzionati a scattare in tutti i casi a mano libera?
Si tratta infatti di due opzioni che, oltre alle preferenze personali e allo stile di ciascun fotografo, sono adatte a situazioni di ripresa differenti e possono comportare risultati diversi dal punto di vista qualitativo, condizionando in alcuni casi la possibilità massima di ingrandimento delle immagini risultanti.
Partiamo dalla fotografia a mano libera.
Può essere una scelta precisa: abbiamo preso la decisione di girare per le strade della città, fotografando ciò che più ci piace: palazzi, negozi, persone, mezzi di trasporto, come se le condizioni di luce fossero ottimali; liberi da vincoli, con un'attrezzatura leggera che non stanchi e che ci renda poco invadenti, riprendendo anche soggetti che sono in movimento.Ma può anche essere una necessità: ci troviamo costretti a scattare a mano libera perché non abbiamo con noi il treppiede, oppure può capitare che in quello specifico contesto sia complicato l'utilizzo di un treppiede o non sia consentito.
Elliot Compagnia Teatrale: focale 100mm, f/6,3 a 1/200sec. - 6400 ISO. |
Questo obbligherà a selezionare livelli di sensibilità crescenti man mano che la luce scende, con il conseguente progressivo aumento della quantità di rumore che risulterà presente nell'immagine.
Quindi la sfida che dobbiamo affrontare per avere dei buoni risultati dal punto di vista tecnico quando scattiamo a mano libera, è quella di riuscire a trovare il miglior compromesso tra la nitidezza dell'immagine e la presenza di rumore, optando per tempi di scatto adeguati al contesto, senza aumentare eccessivamente la sensibilità.