FATTE COSI': Dare maggior impatto ai paesaggi in Bianco e Nero.

In questa puntata della rubrica "Fatte così" non parlerò esclusivamente di una particolare condizione di ripresa, ma anche della fase successiva di post-produzione attraverso ACR (Adobe Camera Raw) e Photoshop.
Più precisamente cercherò di esporre alcune procedure e  indicazioni che possono essere utili per dare maggiore impatto a un paesaggio nel caso in cui vogliate proporlo nella versione in Bianco e Nero.

Luogo di ripresa

Lo scatto è stato realizzato nel Parco di Terramaini a Cagliari, uno spazio verde di circa 8 ettari ideale per passeggiare, fare jogging o ginnastica e dotato di aree giochi per i bambini. In corrispondenza del primo ingresso si trova un lungo ponte in legno che come un serpentone costeggia il piccolo stagno dove si possono trovare Fenicotteri, Cavalieri d'Italia, Gallinelle d'acqua, ecc.

Condizioni di ripresa

Il tempo stava peggiorando e sopra il parco il cielo si era incupito, da poco aveva iniziato a piovere quando ho notato la coppia che si avvicinava velocemente dopo aver aperto l'ombrello. Il primo pensiero mentre scattavo, è stato quello di sfruttare il contrasto cromatico tra i colori della scena, abbastanza spenti a causa del cielo molto nuvoloso, e il rosso acceso del piccolo ombrello, ma subito dopo ho deciso che il motivo principale dello scatto era l'atmosfera di quel momento, e che l'avrei resa al meglio convertendo l'immagine in monocromatico. 

Parametri di scatto 

Focale utilizzata: 20mm.; Tempo di scatto: 1/50sec.; Diaframma: f/13, per avere una buona profondità di campo (nella pratica: grazie anche alla focale utilizzata, tutto a fuoco da circa 1mt sino a infinito); Sensibilità 200ISO.

Il tempo di scatto è più basso di quanto normalmente utilizzerei: sarebbe bastato mettere a fuoco all'inizio del ponte e avrei potuto contare sulla stessa profondità di campo anche utilizzando f/11, aspetto che mi avrebbe permesso di abbreviare il tempo a 1/80sec., ma dato che ho visualizzato la scena all'ultimo momento e la coppia stava accelerando il passo, non ho voluto perdere tempo a cambiare le impostazioni e ho scattato al volo facendo attenzione a tenere ben salda la fotocamera al momento della pressione sul pulsante di scatto.


Photoshop consente la conversione monocromatica della foto in maniera molto semplice selezionando nel menù l'opzione "Immagine/Regolazioni/Bianco e nero"

La finestra che si apre contiene una serie di cursori che consentono di regolare la gradazione di grigio che corrisponderà ai colori primari e secondari presenti nell'immagine.


FATTE COSI': Flash dedicato in interni.

Lo scatto di cui voglio parlarvi questa settimana fa parte di un gruppo di foto che sono state realizzate durante una festa di compleanno il mese scorso. La bambina ritratta è la sorellina del festeggiato.

Situazione e luogo di ripresa
La foto è stata scattata intorno alle 20.00 all'interno della stanzetta nelle quale i bambini stavano giocando insieme ad altri piccoli amici, muovendosi animatamente, buttandosi per terra e saltando da un letto all'altro.
Una situazione che richiedeva tempi di scatto veloci per riuscire a evitare il mosso e grande rapidità nel cogliere l'attimo in cui, per una frazione di secondo, si poteva avere l'opportunità di portare a casa un buon ritratto.

Condizioni di ripresa
L'ambiente era illuminato da una lampada fluorescente a basso consumo e parzialmente dalla luce che ancora filtrava da una portafinestra nonostante il sole oramai basso sull'orizzonte.

Se mettiamo insieme la bassa luminosità ambientale e la necessità di bloccare dei soggetti che difficilmente staranno in posa per più di una frazione di secondo, siamo di fronte alla classica condizione di ripresa nella quale viene istintivo pensare che sia indispensabile fare ricorso all'aiuto del flash.

Un buon numero di fotocamere reflex sono dotate di un flash integrato posizionato sopra il pentaprisma, che si apre e attiva premendo il pulsante contraddistinto dalla classica icona a "saetta" presente al lato del corpo macchina (vedi immagine in alto).

Se in qualche occasione avete provato ad utilizzare il flash integrato della vostra fotocamera, vi sarete subito resi conto che è poco potente (NG "numero guida" 12-13) e sopratutto che la luce prodotta è estremamente dura. La motivazione risiede nel fatto che la fonte di emissione della luce è estremamente piccola (immagine a sinistra) rispetto alla dimensione del soggetto che deve illuminare.
Se state fotografando all'interno di una stanza, nei muri alle spalle del soggetto si genereranno ombre molto scure; se siete in un ambiente particolarmente ampio, per esempio una chiesa, tutto ciò che è dietro il soggetto sarà immerso nel buio.
Inoltre, capiterà molto facilmente che si verifichi il problema degli occhi rossi, perché il flash è subito sopra l'obiettivo, quasi in asse con gli occhi del soggetto, e il lampo diretto riesce ad illuminare il fondo della retina.
A causa di questi limiti, buona parte degli appassionati di fotografia ricorrono al flash integrato esclusivamente nel caso in cui si trovino nella condizione di non avere altre alternative.

E' possibile ottenere dei risultati decisamente migliori se al posto del piccolo flash integrato si utilizza un'unità flash esterna dedicata.
I principali vantaggi con un flash esterno sono:

- una potenza decisamente maggiore, con un Numero Guida da 3  a 5 volte più alto del flash integrato;

-  la testa del flash orientabile in tutte le direzioni (vedremo più avanti la sua utilità);


- una parabola che si posiziona a un'altezza almeno doppia rispetto a quella dell'integrato (di massima sufficiente per evitare gli occhi rossi).

L'errore però che alcuni commettono è quello di utilizzare il flash esterno nella stessa maniera di quello integrato, ovvero sparando il lampo dritto in faccia al soggetto.

Nonostante la superficie di emissione dei flash dedicati sia sicuramente maggiore (5-7 volte rispetto a quello integrato), è ancora abbastanza piccola rispetto alle dimensioni del soggetto, quindi la luce emessa sarà comunque dura e le ombre saranno ancora molto evidenti. Inoltre il soggetto fotografato sarà infastidito a ogni scatto dalla forte di luce del lampo che lo investe frontalmente  all'altezza degli occhi accecandolo (immagine al lato).

La soluzione è quella di sollevare la parabola verso l'alto per indirizzare la luce sul soffitto e/o girarla lateralmente verso una parete, così che venga diffusa in tutte le direzioni diventando molto più morbida e nettamente meno fastidiosa per le persone che vengono riprese.
(confronta l'immagine a sinistra con quella precedente dove il flash era frontale).

Un ulteriore aiuto viene dal pannellino bianco estraibile che indirizza una piccola quantità di luce in avanti, utile per schiarire parzialmente le ombre sotto occhi, naso e mento, e creare un punto di luce nell'iride.

FATTE COSI': Il Panning per trasmettere il movimento.

La foto che vi propongo oggi è stata realizzata durante una prova di Triathlon che si è svolta la scorsa settimana a Cagliari. 

Durante la frazione in bicicletta, mi sono spostato più volte lungo i percorso, sino a fermarmi nella lunga discesa di Viale Regina Margherita con l'intento di riprendere gli atleti nel tratto più veloce di gara.

- Situazione e luogo di ripresa

Uno dei primi scatti che ho realizzato mostra i concorrenti che hanno iniziato ad affrontare la discesa, un'immagine soddisfacente perché grazie all'inclinazione delle biciclette in primo piano che stanno impostando la curva verso destra e la grinta dell'atleta in testa, riesce in qualche modo a trasmettere la sensazione di competizione tra i ciclisti.


Lo scatto che segue riprende invece un atleta che alla fine della curva affronta il lungo tratto in discesa dove la pendenza è massima. Ho deciso subito che questa immagine non mi piaceva per niente, dato che non riesce a trasmettere la sensazione di movimento della bicicletta che era lanciata a forte velocità. 



- Condizioni di ripresa

La giornata è nuvolosa e per bloccare i ciclisti sto utilizzando 1/800 sec. a 640 ISO, una regolazione che mi consente di tenere il diaframma a f8, un’apertura che con il mio obiettivo 70-300mm. mi da un margine di sicurezza sulla messa a fuoco pur distaccando i ciclisti in primo piano da quelli che seguono.
Volendo congelare l'immagine dei concorrenti nel punto più veloce, avrei dovuto incrementare leggermente la sensibilità per portare i tempi  a 1/1000- 1/1250 sec., ma il mio intento era quello di riuscire a rendere visibile la velocità con la quale scendevano gli atleti, e per farlo dovevo utilizzare la tecnica del panning


- Realizzazione dello scatto

Ho portato la sensibilità a 200 ISO, impostando la fotocamera a priorità di tempi e provando a utilizzare 1/160 sec.: un tempo di scatto che può sembrare ancora abbastanza rapido, ma ho tenuto conto che la velocità con cui affrontavano la discesa i ciclisti era decisamente elevata.

La scelta del tempo di scatto da utilizzare dipende principalmente dalla velocità del soggetto e dalla sua distanza dalla fotocamera, orientativamente si può iniziare da un tempo che sia 6-8 volte più lungo di quello necessario per bloccare il soggetto (se serviva 1/1000 sec. si proverà a partire da 1/160 a 1/125 sec., per poi allungare progressivamente i tempi se il risultato non soddisfa).

Basandomi sul comportamento degli atleti, ho messo a fuoco nel punto della strada che normalmente veniva scelto da tutti  per affrontare la discesa, quindi ho spostato il selettore della messa a fuoco su “Manuale”.

La focale utilizzata era vicina ai 200mm., per stringere maggiormente l'inquadratura rispetto alla foto precedente, ma che lasciava comunque un discreto spazio attorno al ciclista, così da garantirmi un qualche margine d'errore.

Come il ciclista ha affrontato la curva ho iniziato a inquadrarlo nel mirino, per poi ruotare busto e bacino seguendolo nel suo movimento, quando si è trovato alla mia altezza ho scattato la foto.


- Immagine finale


Se non si ha certezza del punto in cui transiterà il soggetto si può utilizzare la messa a fuoco automatica impostata su punto singolo e in modalità continua (su Canon: AI Servo per soggetti in movimento), avendo l’accortezza di disabilitare lo stabilizzatore che, per gran parte degli obiettivi, finirebbe col contrastare l’azione d'inseguimento del soggetto.

Non è detto che il risultato sia soddisfacente già dal primo tentativo, bisogna infatti prendere dimestichezza con il movimento necessario per seguire il soggetto, che deve essere il più possibile fluido e proseguire per un attimo anche dopo che si è sollevato il dito dal pulsante di scatto.
Per aumentare le possibilità di ottenere un'immagine valida, si può impostare lo scatto continuo, ma se non si è fatta abbastanza pratica nel seguire il soggetto in movimento, non basta per ottenere dei risultati certi.


- Post-produzione

La prima operazione è stata quella di ritagliare l'immagine (avevo optato per un'inquadratura un po più ampia che adesso torna utile),  per eliminare l'albero che rappresenta un elemento di disturbo e correggere l'inclinazione.

Per sottolineare maggiormente il soggetto rispetto allo sfondo in movimento ho utilizzato il “Pennello di regolazione” di CameraRaw incrementando leggermente la chiarezza e la nitidezza su atleta e bici, escludendo le ruote che contribuiscono con il loro mosso a dare la giusta sensazione di velocità.


Vi ricordo che cliccando sulle foto con il tasto sinistro del mouse le potete guardare con una risoluzione maggiore.

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