Auguri di Buon Ferragosto - 2014

Che siate al lavoro o in ferie, in città, in montagna o al mare, Auguri di Buon Ferragosto a tutti i lettori del Blog.
Io oggi sono in città, ma nelle scorse settimane, tempo permettendo, ho fatto un po di mare e quindi vi dedico alcune foto delle spiagge che si trovano nel sud Sardegna:

Chia - Campana

Porto S'Arruxi

Capo Ferrato

Porto Pino

Cala Sinzias

Cala Cipolla


Profondità di campo e distanza iperfocale.

Da un po di tempo avevo in mente di riprendere questo argomento, perché mi è capitato frequentemente di osservare che risulta poco chiaro a chi si interessa da poco di fotografia. La spinta definitiva mi è arrivata a metà del mese scorso da un lettore del blog, che mi ha scritto rappresentando il seguente problema: "Se fotografo un oggetto in primo piano, lo sfondo mi viene sfocato; se fotografo un soggetto lontano utilizzando lo zoom, gli oggetti in primo piano risultano sfocati: da cosa dipende e come posso evitare questi errori?"


Le foto con tutto a fuoco, dal primo piano allo sfondo, trovano un loro perché nella fotografia di paesaggio, in quella documentaristica, nei ritratti ambientati, e così via; un gruppo di generi fotografici che Bryan Peterson (fotografo affermato e scrittore di libri sulla fotografia) accomuna in una particolare categoria, che lui definisce: "scatti che raccontano", perché hanno un "Inizio" (soggetto in primo piano), un "Corpo" (secondo piano), e una "Fine" (lo sfondo),  in ognuno dei quali devono essere ben comprensibili (nitidi) i particolari.
Alla base della buona narrazione fotografica, prosegue Peterson, gli "scatti che raccontano" possono però confondere le persone: il fotografo, che potrebbe non sapere su quale punto mettere a fuoco per ottenere che sia tutto nitido, ma anche chi osserva la foto, che potrebbe non riuscire a cogliere con immediatezza quale sia, tra le tante cose presenti, il soggetto principale e/o ciò che si voleva raccontare attraverso quello scatto.


Ma avere il controllo sull'estensione della zona in cui risulta tutto a fuoco, che viene definita con il termine "Profondità di Campo "(PdC), risulta oltremodo indispensabile anche quando, al contrario, si vuole isolare il soggetto dal contesto nel quale è inserito, come molto spesso viene espressamente ricercato nel ritratto.


Prima di ogni altra cosa, è necessario affrontare un aspetto che risulta essere d'aiuto per comprendere cosa rappresenti esattamente in fotografia la "Profondità di Campo".

- Dalle reminiscenze scolastiche, sappiamo che una lente proietta l'immagine di un oggetto mettendola a fuoco esclusivamente su un piano ben preciso, basterà spostare anche di poco avanti o indietro la lente oppure l'oggetto per vedere che la sua immagine su quel piano diventerà sfocata.

Una fotocamera, nella sua forma più semplice, può essere ricondotta a una lente (obiettivo), e una camera oscura con un piano fisso, nel quale si trova la pellicola o il sensore, sul quale sarà proiettata dalla lente l'immagine della scena che si vuole riprendere;...


...se come normalmente succede, all'interno della scena sono presenti oggetti/soggetti posti a distanze diverse, e che quindi saranno focalizzati su piani diversi da quello in cui è posta la pellicola o il sensore, come è possibile che nella foto possano risultare tutti a fuoco?

Bene...semplifichiamo il problema, e al posto di un oggetto complesso consideriamo un singolo punto, come detto precedentemente la sua immagine risulterà a fuoco esclusivamente su un solo piano (piano focale), ma se ad esempio spostiamo la posizione del punto in avanti, lasciando invariata quella della lente e del piano, l'immagine che si proietta su quest'ultimo non sarà più un punto ma un cerchietto sfocato di dimensioni via via crescenti ma mano che aumenta la distanza. Questo cerchietto prende il nome di "Circolo di Confusione" (CdC).



Nonostante il circolo di confusione sia la proiezione sfocata del punto, i nostri occhi continueranno a percepirlo come un punto sino a che la sua dimensione non avrà raggiunto una grandezza apprezzabile. La Profondità di Campo deriva quindi dal fatto che esiste una zona, che si estende sia anteriormente che posteriormente al piano di messa a fuoco, nella quale il nostro sistema visivo non è in grado di riconoscere la sfocatura esistente, e pertanto ogni cosa compresa al suo interno verrà comunque percepita come nitida.

Quale sia con precisione la dimensione massima accettabile per il Circolo di Confusione è questione aperta, dato che dipende da molti fattori: la capacità visiva del soggetto, l'ingrandimento della stampa che si esamina o la dimensione dell'immagine sullo schermo e ovviamente anche la distanza dalla quale la si osserva.
A suo tempo, per convenzione, fu stabilito di calcolare la dimensione del CdC basandosi su una stampa 20x25cm. (8x10 pollici), osservata a una distanza pari alla sua diagonaleda una persona dotata di normali capacità visive. Il risultato fu che era possibile valutare correttamente solo i punti di grandezza superiore a 0,2 mm., e considerato l'ingrandimento necessario per ottenere una stampa 20x25 dal negativo 24x36, il valore per la pellicola 135 venne fissato a 0,03mm.
Nel digitale, i vari programmi e tabelle presenti sulla rete utilizzano normalmente i seguenti valori:

- Full Frame: 0,03 mm. 
- APS-H Canon: 0,023 mm.
- APS-C Nikon, Pentax: 0,02 mm.
- APS-C Canon: 0,019 mm.
- Sistema 4/3: 0,015 mm. 

Nonostante ciò, non sono pochi coloro che ritengono questi valori troppo ottimistici e preferiscono calcolare la PdC partendo da un circolo di confusione di 0,026 per il Full Frame e  0,016 per l'APS-C.
D'altronde non poteva essere diversamente dato che i calcoli sono stati fatti agli albori della fotografia e si basano sulla percezione visiva, che è un parametro assolutamente soggettivo.
Non solo, alcuni costruttori sostengono che applicando quei valori si sta sottoutilizzando la propria attrezzatura, e che la definizione delle migliori ottiche in commercio e dei nuovi sensori, consente di utilizzare numeri decisamente più bassi (presumibilmente 0,012 per il FF e 0,01 per l'APS-C).

Nel foglio di calcolo che ho creato e che potete scaricare seguendo quanto indicato a fine post, pur essendo presente la tabella dei valori standard del CdC, potrete decidere quale valore inserire a seconda delle vostre personali preferenze o della qualità dell'attrezzatura in vostro possesso, ma anche delle necessità di ingrandimento e di visione delle immagini.

Senza fare ricorso a formule, vediamo di seguito i parametri attraverso i quali è possibile influire sulla Profondità di Campo:

1) L'APERTURA DI DIAFRAMMA utilizzata.


Tanto più è chiuso il diaframma, tanto più è ampia la PdC risultante.

Facciamo un esempio prendendo in considerazione una Reflex Canon APS-C, con obiettivo da 50mm. focalizzato sulla distanza di 3 mt.:


Vi ricordo che per una migliore visibilità delle immagini, le potete ingrandire cliccandoci sopra con il mouse.

Passando dalla grafica alla pratica, vediamo delle foto scattate a una fontana del Parco della Musica di Cagliari, nelle medesime condizioni:





2) LA DISTANZA alla quale si mette a fuoco il soggetto.

Tanto più è distante il soggetto sul quale stiamo mettendo a fuoco, tanto più è grande la PdC.

Nella rappresentazione grafica (stessa attrezzatura dell'esempio precedente) i risultati che si hanno impostando il diaframma a f/16.


Potete notare come sia particolarmente influente la distanza di ripresa, infatti nonostante il diaframma chiuso a f/16, se si mette a fuoco un oggetto a 1 mt. di distanza, l'estensione della zona a fuoco risultante è di soli 23cm. (da 90cm. a 1,13mt.).


3) LA FOCALE dell'obiettivo.

Tanto più è corta la Focale dell'obiettivo, tanto più è ampia la PdC risultante, con l'importante precisazione: a parità di distanza del soggetto.

L'esempio è sempre su APS-C Canon con focale 200mm. lungo teleobiettivo (equivalente FF 320mm.); con 28mm. obiettivo normale (equivalente a circa 45mm. su FF); con 10mm. grandangolo spinto (equivalente a 16mm. su FF).


Appaiono subito evidenti le possibilità offerte dagli obiettivi grandangolari spinti, che anche con l'utilizzo di diaframmi intermedi, possono consentire agevolmente di mantenere tutto a fuoco.

Notiamo invece quanto sia ridotta la zona percepita come nitida quando si utilizza un lungo teleobiettivo (200mm.), aspetto che può consentire di avere tutto a fuoco, dal primo piano allo sfondo, solo se il soggetto principale si trova a quasi 190mt. e anche chiudendo il diaframma a f/16, il soggetto dovrebbe trovarsi a una distanza non inferiore ai 65mt.

Vediamo una serie di foto scattate alla fontana, mantenendo inalterata la distanza, ma utilizzando un'ampia gamma di focali:











E' indispensabile sottolineare un aspetto che sfugge ai più: la differenza di PdC al variare della focale è particolarmente marcata solo quando si mantiene la la stessa distanza dal soggetto (nel nostro caso 3mt.). 
Vediamo di seguito un esempio, nel quale si è invece ipotizzato di raddoppiare la distanza di scatto a ogni raddoppio della focale utilizzata, così da mantenere inalterate le dimensioni del soggetto:


Possiamo notare come in questo caso la focale abbia una rilevanza decisamente inferiore, mentre cambiano sostanzialmente le percentuali della zona che risulta a fuoco anteriormente e posteriormente.
Naturalmente si modifica profondamente l'impressione prospettica (vedi serie di foto in basso), date le differenti distanze tra fotocamera, soggetto e sfondo.  




Per quanto riguarda le foto "tutte a fuoco" rimane comunque vantaggioso l'uso di un obiettivo grandangolare, e non solo perché la zona nitida si estende posteriormente al punto di fuoco per una percentuale molto maggiore rispetto alle focali più lunghe (aspetto che torna utile nella classica fotografia di paesaggio), ma sopratutto perché gli obiettivi con un ampio angolo di ripresa possono contare su una distanza iperfocale ridotta. 

Vediamo meglio di cosa si tratta:

Stabilito il valore del circolo di confusione e la focale da utilizzare, esiste una distanza di messa a fuoco - chiamata "Distanza Iperfocale"- che consente di ottenere la massima estensione possibile della Profondità di Campo per un determinato diaframma.
Più precisamente, mettendo a fuoco su tale distanza, si otterrà una zona nella quale apparirà nitido tutto ciò che è compreso tra la metà della distanza iperfocale e l'infinito.


Sfruttando l'iperfocale su un grandangolo spinto (10mm. - equivalente a 16mm. sul FF), si può contare su un'estesa profondità di campo, che rimane abbastanza ampia anche nel caso di un grandangolare medio (20mm. - eq. a 32mm. sul FF), per poi calare rapidamente già con l'utilizzo di un obiettivo di focale normale (30mm. - eq. a 48mm. sul FF).

Anche in questo caso si pone il problema del valore da adottare per il Circolo di Confusione. Nella rete ho trovato diverse notazioni di fotografi che si dedicano alla foto di paesaggio, particolarmente critici sui risultati che si ottengono basandosi sui valori standard; l'aspetto principale riguarda la nitidezza dello sfondo, che a loro dire non viene assolutamente garantita.
Così ho fatto i calcoli della distanza iperfocale per una fotocamera APS-C Canon, con obiettivo impostato sulla focale grandangolare di 15mm. e apertura f/5,6, inserendo il CdC standard di 0,019  e poi quello di 0,01 consigliato dai costruttori di obiettivi, ottenendo rispettivamente: 2,12mt. (distanza minima a fuoco 1,06mt.), e 4,04mt. (distanza minima a fuoco 2,02mt.).
Quindi ho scattato alcune foto nella mia terrazza, ponendo un oggetto (una girandola) alla distanza minima prevista; successivamente ho ingrandito un particolare del palazzo sullo sfondo per verificare  la nitidezza risultante nei due casi:



Risultati con CdC pari a 0,019mm.



Risultati con CdC pari a 0,01mm.

La prova conferma che se si vuole avere una buona definizione anche sullo sfondo è indispensabile adottare valori del Circolo di Confusione decisamente più bassi di quelli standard. 
Un aspetto che non avevo preso in considerazione in passato, quasi certamente perché la prudenza mi ha sempre suggerito di mantenere il soggetto/oggetto più vicino, a una distanza decisamente più grande di quella minima (la metà dell'iperfocale) prevista dalla teoria. 

Per calcolare la Profondità di Campo, con i limiti anteriore e posteriore rispetto alla distanza di messa a fuoco e l'Iperfocale, potete utilizzare il foglio excel che ho appositamente creato, cliccando  QUI, si accede direttamente al mio Google Drive e potete scaricare il file cliccando sull'icona in alto a destra 


Fonsarda, "giardini" e parcheggi.

Ricordate la polemica dello scorso anno sulla chiusura delle aree sterrate nel quartiere Fonsarda?
Brutte da vedersi e capaci di rovinarti una sospensione,  ma in qualche modo indispensabili per i residenti, visto che davano una parziale soluzione all'annoso problema dei parcheggi nella zona. 
Il Comune, una volta acquisita la disponibilità di quelle aree, aveva avviato i lavori di trasformazione degli sterrati in piazze-giardino, e solo dopo le veementi proteste di abitanti e commercianti, aveva preso in seria considerazione il problema decidendo di modificare la viabilità in alcune strade, che trasformate a senso unico hanno consentito di tracciare i parcheggi a spina di pesce su entrambi i lati, recuperando una quota dei posti macchina persi.

Bene, vediamo di fare il punto sulla situazione, partendo dall'aspetto meno problematico: la realizzazione delle piazze.

- Dovevano essere consegnate il 21 marzo 2014 (vedi foto in alto), ma dopo un'accelerazione dei lavori avvenuta nel primo bimestre dell'anno, improvvisamente tutto si è fermato. Le piazze sono quasi ultimate, ma da mesi non si lavora più; ogni tanto si scorge qualche giardiniere che cerca di ravvivare le sparute piante...


...e controlla sconsolato gli alberi sofferenti le cui foglie diventano ogni giorno più gialle. 


Nell'area di Via Giudice Costantino è forse ancora peggio: materiale accatastato alla rinfusa un po dappertutto;...


...di buono c'è che nel mucchio di sabbia che giace al centro della piazza, indisturbato da mesi, un papavero è riuscito a mettere radici.


Come avrete potuto notare, nel citare le aree in cui si svolgono i lavori, mi viene spontaneo utilizzare semplicemente il termine "piazza", perchè è veramente difficile continuare ad affermare che gli sterrati siano stati trasformati (come veniva sostenuto all'inizio di questa vicenda) in giardini, in "zone a verde". 
La realtà è che siamo di fronte a delle piazzette, che una volta terminati i lavori saranno probabilmente carine e miglioreranno l'aspetto del quartiere, ma che di verde hanno ben poco.
Le grandi aiuole presenti tutt'intorno, non solo hanno pochissime piante (e non certo della specie adatta per garantire un giardino rigoglioso), ma non sono state neanche seminate a prato e quindi saranno, aride d'estate e fangose d'inverno, senza contare che la nuda terra non favorirà certo la pulizia delle aiuole da parte degli operatori incaricati.


Devo però spezzare una lancia in favore del Comune, in questi giorni, finalmente resisi conto del mancato attecchimento di numerosi lecci (chissà perché poi questa scelta...), gli alberi secchi vengono sostituiti. 


In ritardo, certo,  (era già evidente dopo poche settimane dalla messa a dimora), ma almeno a questo si sta rimediando; al posto del Comune però, non mi sentirei troppo tranquillo neanche per quanto riguarda i lecci restanti, dato che l'apparato radicale di alcuni degli alberi che sono stati divelti per la sostituzione, appare veramente insufficiente per un corretto sviluppo.


Ma, torniamo agli aspetti pratici, quindi alle domande che si fanno gli abitanti:

- perchè i lavori che andavano così spediti, hanno improvvisamente rallentato proprio a poche settimane dalla data di consegna? 

- sono passati quasi due mesi dalla data prevista, prendiamo per buono che ci siano dei motivi validi per il ritardo, ma quando si prevede che il quartiere potrà usufruire delle nuove piazze?

C'è il timore che succeda come per l'apertura del piccolo giardino realizzato un anno fa al Parco della Musica e che doveva consentire l'accesso al parco dalla via Baccaredda e da via Cao di S.Marco. 


Infatti, per i dodici mesi decorsi dalla fine dei lavori è stato abbandonato a se stesso, tanto che a maggio è stato necessario impiegare una squadra di cinque persone che ha lavorato ininterrottamente tre settimane, per riuscire a ripulirlo da erbacce, piante morte (non sopravvissute all'incuria) e sporcizia.


"Finalmente! Adesso l'hanno aperto.", penserete.  

E invece no!  Senza alcun motivo apparente, come per tante altre vicende, nonostante sia passato un anno dalla fine lavori, nonostante le tre settimane di lavoro per ripulirlo, rimane ancora chiuso. 


Mentre tutto il quartiere aspetta invano l'ultimazione dei lavori di piazze, piazzette, giardini, aree verdi, e i suoi abitanti si arrabattano ogni giorno per trovare un parcheggio, ai primi di maggio esce una notizia che trova ampio risalto nella stampa locale: il quartiere Fonsarda avrà un nuovo polmone verde, un MEGA-PARCO.
Un'altro? 
Veniamo subito tranquillizzati che questa nuova iniziativa non ci costerà niente grazie alla cessione da parte della Provincia,  e che data la semplicità dei lavori da realizzare, sarà ultimato entro l'estate.

La scorsa settimana non sembrava esserci ancora nessun movimento...




...chissà se tra i tanti parchi in realizzazione, magari proprio l'ultimo arrivato sarà ultimato davvero entro l'estate.

Sento già le vostre proteste: "Non ti va bene niente, non ti accontenti mai, neanche quando si fa di tutto per tutelare la tua salute".

Premesso che conosco il piccolo parco della Provincia, perché ci portavo a giocare mia figlia quando aveva 3-4 anni, poi è stato chiuso (forse davamo fastidio), mi chiedo: 
- se davvero hanno tanto a cuore la mia salute, perché accidenti non mi risolvono il problema dei posti auto, dato che ogni qual volta rientro a casa in macchina mi sale la pressione a 200 mentre giro inutilmente per venti minuti prima di trovare un parcheggio che sia rispettoso del codice?

Siamo quindi arrivati al problema più rognoso, quello dei Parcheggi.

I sensi unici hanno portato un incremento di circa il 20% degli stalli ma obbligano a giri decisamente più lunghi quando si cerca parcheggio. 
La perdita dei parcheggi disponibili negli sterrati, insieme alle variazioni apportate in via Cao di S.Marco e via Giudice Torbeno, dove sono stati trasformati molti parcheggi rendendoli a pagamento, hanno comportato il fatto che gli abitanti non hanno percepito un concreto miglioramento della situazione rispetto allo scorso anno.


Ci sono sempre le macchine in doppia fila (foto sopra: 9 auto in doppia fila nella prima parte di via dei Visconti), nei passaggi pedonali e negli stop; solo quando le attività commerciali chiudono, si ha una mezzora nella quale è più facile trovate un posto.

Ma vi dirò, in fondo... nonostante tutto, magari prendendo qualche pastiglia in più per la pressione, mi sarei anche adattato (eravamo abituati da vent'anni a penare ogni qual volta si rientrava a casa), se non fosse che in questi giorni ho visto all'opera le squadre dell'impresa incaricata del rifacimento della segnaletica nelle strade delle case della Regione, in via Dei Giudicati, e chissà quanto mi è ancora sfuggito.

Direte: "Vedrai che sono i lavori per sistemare finalmente la questione dei parcheggi, ricordi tutte le interviste rilasciate dall'assessore Coni, anche se in ritardo sta finalmente realizzando quanto promesso."

<<La verità - afferma Coni -, è che si tratta di un progetto che abbiamo ereditato (si riferisce all'intero progetto denominato "Oliveto"). Sono convinto che oggi l'amministrazione non rifarebbe la stessa scelta perchè alla Fonsarda i parcheggi servono>>, 
<<Stiamo valutando anche la possibilità di ridurre la carreggiata della non distante via Cao di S.Marco per ricavare ulteriori spazi per la sosta degli abitanti>> (fonte: L'Unione Sarda 19 agosto 2013).

<<Con la rivoluzione post silos Parco della Musica compariranno anche le strisce gialle, tutte per i residenti>> (fonte: La nuova Sardegna 8 ottobre 2013).

<<Via dei Donoratico sempre a doppio senso. Più stretta però. Ma in compenso con più parcheggi visto che ci saranno gli stalli a spina di pesce>> (fonte: La Nuova Sardegna 15 ottobre 2013).

A parole tutto risolvibile in maniera semplice e tempestiva, peccato che le nuove strisce che in questi giorni di giugno 2014 stanno dipingendo gli addetti ai lavori siano di un bel colore BLU.



A occhio e croce, valutando solo quello che ho visto sino a oggi, sono stati sottratti al quartiere una ottantina di posti auto a favore dei parcheggi a pagamento, vanificando completamente l'incremento di stalli che si era ottenuto con la modifica della viabilità attuata a inizio 2014 (vedi post precedente: Parcheggi quartiere Fonsarda - aggiornamento 25 genn aio 2014 ).

Spero vivamente che al quadro che si sta delineando manchi qualche tassello importante, che ci sta sfuggendo e che sia in grado di cambiare la prospettiva, altrimenti dovrei pensare a cose che vanno aldilà di qualsiasi ragionevolezza.

Spero che si tratti del risultato di un coordinamento poco felice che vede invertiti i tempi di attuazione delle singole fasi, un'incomprensione dovuta alle difficoltà operative e al fatto che viene sottovalutata la necessità assoluta di mantenere informati gli abitanti del quartiere sull'andamento del progetto.

Spero che nessuno sia stato sfiorato dall'idea di riuscire a contrarre l'utilizzo delle auto in città attraverso la diminuzione progressiva dei posti macchina gratuiti. 





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Si sente spesso parlare di un imminente abbandono delle fotocamere con sensori più piccoli del Full-Frame, ma i produttori, complice la cont...

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