L'indicazione, pur nel lodevole intento del produttore o del venditore, risulta certamente poco comprensibile per chi non ha avuto una precedente esperienza in campo fotografico.
Se poi si confronta quanto viene riportato per una fotocamera bridge, con le analoghe indicazioni che si trovano per una reflex, ma anche tra reflex di marche diverse o della stessa marca ma di modello differente, la questione assume contorni ancora meno chiari.
Proviamo a dissipare i dubbi partendo dal formato 35mm.: la pellicola larga 35mm. nasce nel 1909 per uso cinematografico, ma viene presto adottata da Ernest Leitz e utilizzata nelle fotocamere Leica; intorno agli anni 30 la Kodak lo lancia definitivamente sul mercato: il caricatore nel quale viene avvolta ha il numero di produzione "135" (il formato viene chiamato indifferentemente: 135, 35mm., 24x36 o Leica).
Mentre per l'uso cinematografico la pellicola scorreva verticalmente e si utilizzavano fotogrammi da 24x18mm., in campo fotografico viene fatta scorrere orizzontalmente e il fotogramma diventa di 24x36mm.
Il formato 35mm. ottiene un successo tale per cui viene adottato sia dalle fotocamere amatoriali che dalle reflex, diventando lo standard più utilizzato e longevo mai esistito in campo fotografico, tanto da essere rimasto inalterato sino ai giorni nostri: ancora adesso potreste tranquillamente recarvi in un negozio di fotografia, comprare un rullino 135 e utilizzarlo su una vecchia fotocamera analogica degli anni 30.
Con la nascita del digitale, la pellicola viene sostituita da un sensore che, per una serie di aspetti tecnico/produttivi ed economici, ha spesso dimensioni inferiori a 24x36, questo ha comportato la necessità di adottare obiettivi di focale differente da quelli prodotti e utilizzati fino a quel momento per il formato 35mm.
Il cerchio d'immagine proiettato sul piano focale da un obiettivo progettato e costruito per il formato 24x36mm. (la cui diagonale è di circa 43,27mm.), è decisamente più grande rispetto a un sensore digitale APS-C (ad es.: il Canon, con dimensioni 14,8x22,2mm. e diagonale 26,68mm.): infatti il sensore digitale APS-C non sfrutta l'intera area ripresa dall'obiettivo e l'immagine che potrà memorizzare sarà tagliata.
Il taglio (crop) dell'immagine rispetto a quella riproducibile sul formato 24x36 (che nel digitale assume la denominazione di "Full-Frame"), prende il nome di "fattore di crop", e si ricava attraverso il rapporto tra la diagonale del formato Full-Frame e quella del formato digitale della nostra fotocamera (se consideriamo l'APSC-Canon: 43,27/26,68=1,62).
Ne consegue che l'angolo di campo inquadrato dal sensore risulterà più piccolo di quanto deciso in fase di progetto per gli obiettivi costruiti per il 24x36: di fatto è come se le focali fossero più grandi di quanto dichiarato dal costruttore, l'effetto risultante sarà che un obiettivo grandangolare come un 28mm. produrrà un'immagine simile a quella di 45mm. che nel Full-Frame rientra nella categoria degli obiettivi normali, per riavere un angolo di campo inquadrato uguale al 28mm, su una APS-C Canon dovremo utilizzare una focale pari a 17mm. Mentre un obiettivo normale da 50mm. si comporterà come un piccolo teleobiettivo prossimo agli 85mm. e i teleobiettivi più lunghi si avvantaggeranno della situazione fornendo un ingrandimento maggiore: un 128mm. sarà equivalente a un 200mm. (vedi anche post: Obiettivi e loro caratteristiche - 1°parte, al punto 2).
Naturalmente sono stati progettati obiettivi specifici per i vari formati di sensore digitale, abbassando le focali sino a poter contare nuovamente su tutta la gamma degli obiettivi grandangolari; la diminuzione di focale necessaria dipende dalle dimensioni del sensore e quindi dal fattore di crop:
Così il classico zoom di base 28-85mm., utilizzato negli anni 90 sulle reflex analogiche, per avere grossomodo la stessa copertura sulle attuali reflex APS-C, è diventato un 18-55mm, lo zoom che normalmente viene proposto in kit con il relativo corpo macchina.
Nella tabella seguente vengono indicate in mm., e con un buon livello di approssimazione, le focali che garantiscono lo stesso angolo di campo nei sensori digitali maggiormente utilizzati in ambito amatoriale e professionale:
Ne consegue che l'angolo di campo inquadrato dal sensore risulterà più piccolo di quanto deciso in fase di progetto per gli obiettivi costruiti per il 24x36: di fatto è come se le focali fossero più grandi di quanto dichiarato dal costruttore, l'effetto risultante sarà che un obiettivo grandangolare come un 28mm. produrrà un'immagine simile a quella di 45mm. che nel Full-Frame rientra nella categoria degli obiettivi normali, per riavere un angolo di campo inquadrato uguale al 28mm, su una APS-C Canon dovremo utilizzare una focale pari a 17mm. Mentre un obiettivo normale da 50mm. si comporterà come un piccolo teleobiettivo prossimo agli 85mm. e i teleobiettivi più lunghi si avvantaggeranno della situazione fornendo un ingrandimento maggiore: un 128mm. sarà equivalente a un 200mm. (vedi anche post: Obiettivi e loro caratteristiche - 1°parte, al punto 2).
Naturalmente sono stati progettati obiettivi specifici per i vari formati di sensore digitale, abbassando le focali sino a poter contare nuovamente su tutta la gamma degli obiettivi grandangolari; la diminuzione di focale necessaria dipende dalle dimensioni del sensore e quindi dal fattore di crop:
Così il classico zoom di base 28-85mm., utilizzato negli anni 90 sulle reflex analogiche, per avere grossomodo la stessa copertura sulle attuali reflex APS-C, è diventato un 18-55mm, lo zoom che normalmente viene proposto in kit con il relativo corpo macchina.
Nella tabella seguente vengono indicate in mm., e con un buon livello di approssimazione, le focali che garantiscono lo stesso angolo di campo nei sensori digitali maggiormente utilizzati in ambito amatoriale e professionale:
Ma per chi si avvicina oggi alla fotografia, e non può contare quindi su un'esperienza maturata sul campo, probabilmente questi numeri non forniscono tutto l'aiuto necessario, ad esempio: se il neo-fotografo che ha acquistato insieme alla reflex APS-C l'obiettivo in kit 18-55, volesse aggiungere al suo corredo un grandangolo da 10-20mm. o un teleobiettivo da 55-200, sarebbe in grado di valutare quale area riescono a coprire questi obiettivi, e quindi quanto possono essergli utili per il genere fotografico che più gli interessa?
Nel successivo post "Obiettivi e digitale - angolo di campo", al quale potete accedere cliccando quì, trovate una serie di fotografie scattate dallo stesso punto con focali diverse, così da facilitare la valutazione di quanto si riesce a riprendere al variare dell'angolo di campo.