Utilizzare la messa a fuoco manuale

Una leggera pressione sul pulsante di scatto e  subito si avverte un leggero movimento del barilotto dell'obiettivo, sottolineato dal ronzio del motore asservito al sistema autofocus, dopo un breve istante la messa a fuoco è raggiunta, il pulsante di scatto completa la sua corsa e si sente il rumore secco dell'otturatore: abbiamo realizzato la nostra foto. 
Oramai siamo talmente abituati al fatto che la nostra fotocamera garantisce in maniera totalmente automatica che il soggetto  inquadrato risulti perfettamente a  fuoco, che viene difficile pensare che ci siano delle situazioni nelle quali sia preferibile disabilitare l'autofocus e utilizzare una messa a fuoco manuale.
I sistemi attuali sono in grado di adattarsi sia alle riprese con i soggetti fermi (AF-S, autofocus singolo), sia per quelli in movimento (AF-C, autofocus continuo); basati su un numero sempre più alto di punti di rilevazione riescono a controllare una vasta area del fotogramma, e coprono efficacemente un'alta percentuale di situazioni. Ciononostante esistono ancora dei buoni motivi per i quali in certe situazioni di ripresa sia utile spostare il selettore presente sul nostro obiettivo/fotocamera nella posizione manuale, vediamo quali possono essere: 

1) Foto Close-up e Macrofotografia: le foto a distanza ravvicinata richiedono una grande precisione nella cura della messa a fuoco a causa della ridottissima profondità di campo ( nella macro spesso  si gioca su  pochi mm.); non sempre l'autofocus è in grado di restituirci il risultato voluto e/o viene ingannato  dalla presenza di oggetti presenti nel campo inquadrato; in tutti i casi per ottenere il meglio in questo genere di foto dobbiamo essere noi a decidere quali parti del soggetto debbano essere perfettamente a fuoco e quali no.
 Messa a fuoco manuale.

La piantina di trifoglio a sinistra può aver ingannato l'autofocus di quel tanto per cui il muso della lucertola non risulta essere a fuoco.


2) Quando c'è poca luce: tutti i sistemi autofocus soffrono più o meno le situazioni nelle quali la luminosità ambientale è molto bassa, man mano che la luminosità diminuisce diventano particolarmente lenti e quando scende sotto una certa soglia, possono andare leteralmente in panne continuando a muovere avanti e indietro le lenti dell'obiettivo senza riuscire a trovare un  punto di messa a fuoco corretta. 
 L'interno della chiesa di San Domenico a Cagliari, debolmente illuminata.

3) Scattare attraverso degli ostacoli: finestre, recinzioni, reti di metallo, vegetazione, ecc.; in questi casi il sistema autofocus può essere portato a mettere a fuoco l'ostacolo al posto del soggetto principale dato che è il primo oggetto che rileva.

L'esempio di un panorama attraverso le arcate d'acciaio del vecchio ponte su viale Pula - Cagliari. 


 Con la messa a fuoco manuale gli steli della vegetazionene presente tra la macchina e il soggetto non interferiscono sul risultato.

La messa a fuoco manuale ha impedito che l'autofocus potesse essere ingannato dal vetro che protegge l'apertura verso l'esterno.

4) Foto d'azione: quando si devono scattare foto a biciclette, motociclette, automobili, anche se i sistemi autofocus consentono la regolazione continua per seguire gli oggetti in movimento, spesso risulta preferibile regolare la messa a fuoco su un punto nel quale deve transitare il soggetto e scattare non appena entra nella zona prevista.
 Panning, dove il soggetto deve essere a fuoco nonostante sia in movimento.

5) Primi piani: quando si fanno dei primi piani a persone o animali una regola generale da seguire è quella di  centrare con precisione la messa a fuoco sugli occhi, ma anche volendo disattendere tale regola, con la regolazione manuale avremo comunque un maggiore controllo su quale parte debba risultare perfettamente a fuoco. 
Notte di Halloween - 2010

Cody, uno dei nostri due gatti.

6) Fotografare soggetti situati in lontananza: indipendentemente dalla dimensione del soggetto principale e dal suo eventuale movimento, può convenire mettersi in manuale e portare la regolazione su infinito, evitando che  l'autofocus possa essere ingannato da qualsiasi altro oggetto presente nell'inquadratura.
 Tramonto - strada costiera Cagliari-Villasimius.

 Arcobaleno da viale Europa - Cagliari.

7) La creatività può estendersi sino a ricomprendere la possibilità di voler sfocare totalmente o in parte il soggetto, operazione possibile e sotto controllo del fotografo solo con la regolazione del fuoco in manuale.
L'arco che unisce via Portoscalas a via Ospedale - Cagliari.

8) Panoramiche: se facciamo una serie di foto da unire per ottenere una panoramica,  è bene che gli scatti abbiano tutti la stessa regolazione, non solo come diaframma ma anche come messa a fuoco, per evitare che si possano notare le differenze una volta che vengono sovrapposte è quindi preferibile escludere l'autofocus regolando il fuoco su una distanza fissa.

Cala Sinzias.


Bari Sardo - Torre di Barì

9) Tutto a fuoco, ovvero utilizzare la distanza iperfocale: come comportarci quando vogliamo che la messa a fuoco si estenda da un soggetto presente in primo piano sino all'infinito?
In questi casi per essere certi di ottenere il risultato voluto, dobbiamo avvalerci della distanza iperfocale: è quella distanza alla quale regolare la messa a fuoco perché, a partire dalla sua metà sino all'infinito risulti essere tutto a fuoco. L'autofocus cercherebbe di mettere a fuoco il primo oggetto di dimensioni adeguate che si trovi non troppo discosto dal centro del fotogramma, e tale distanza difficilmente corrisponderebbe a quella iperfocale, diventa quindi indispensabile regolare manualmente l'obiettivo.
 Tutto a fuoco da 60 cm. all'infinito con focale 18mm. e diaframma f16.

La distanza iperfocale dipende dalla focale dell'obiettivo, dal diaframma utilizzato e dal diametro del circolo di confusione (quest'ultimo diverso a seconda del sensore presente nella nostra fotocamera), la formula da utilizzare  è:
Distanza Iperfocale = (F x F)/(D x C)+F

dove:
F è la focale dell'obiettivo
D è l'apertura di diaframma utilizzata
C è il circolo di confusione
(misure espresse in mm.) - per ottenere la distanza Iperfocale in metri basta dividere il risultato per 1000.

Vedi anche il post: Obiettivi e loro caratteristiche - 3° parte , dove vengono anche indicati due siti nei quali si possono trovare le tabelle per i sensori APS-C e Full-frame e alcuni programmini free per il calcolo della distanza iperfocale.