Quanto poco si conosce della propria città; quanto poco tempo viene sottratto alla vita frenetica di tutti i giorni per scoprire la profondità e bellezza delle opere dei tanti artisti che vi lavorano (ovviamente non mi riferisco a voi, ma parlo per me stesso).
In maniera totalmente casuale, la scorsa domenica ho avuto i piacere di conoscere personalmente Giovanni Simbula, un'artista il cui lavoro è fortemente legato alla storia della nostra isola.
Mi trovavo a passeggiare nel Bastione di San Remy, e osservavo da lontano alcuni banchi di prodotti artigianali che periodicamente trovano spazio nella terrazza, quando sono stato attratto da alcune sculture che per forma e colore mi ricordavano degli oggetti appartenenti alla civiltà nuragica.
Mi trovavo a passeggiare nel Bastione di San Remy, e osservavo da lontano alcuni banchi di prodotti artigianali che periodicamente trovano spazio nella terrazza, quando sono stato attratto da alcune sculture che per forma e colore mi ricordavano degli oggetti appartenenti alla civiltà nuragica.
Incuriosito, ho deviato il mio percorso, e man mano che mi avvicinavo al banco, ho realizzato che quelle sculture erano in realtà degli strumenti da lavoro, pale, zappe, chiodi, ecc.
La sapiente trasformazione di quegli strumenti in opere d'arte, creando un ponte tra il lavoro contadino e l'antica storia della Sardegna, non poteva lasciarmi indifferente.
Così mi sono fermato a parlare, scoprendo che l'autore di quelle opere era Giovanni Simbula, scultore, pittore e grafico (nato a Cagliari il 20 luglio del 1941), un'artista poliedrico capace di utilizzare indifferentemente materiali diversi: ferro, bronzo, rame, marmo, cemento armato, utilizzando tecniche miste, e del quale è possibile ammirare le sculture in tanti siti all'aperto cittadini e di vari centri della Sardegna.
Affascinato dal quelle sculture - dalle forme semplici ma capaci di emozionare -, ho chiesto di poterle fotografare per riproporle all'attenzione del pubblico di questo blog.
Giovanni Simbula ha un suo laboratorio a Cagliari, che si chiama "Centro Studi D'Arte Zero" e che si trova in via Università 51.
Potete trovare ulteriori informazioni sulla sua attività nel sito: www.giovannisimbula.it
La sapiente trasformazione di quegli strumenti in opere d'arte, creando un ponte tra il lavoro contadino e l'antica storia della Sardegna, non poteva lasciarmi indifferente.
Così mi sono fermato a parlare, scoprendo che l'autore di quelle opere era Giovanni Simbula, scultore, pittore e grafico (nato a Cagliari il 20 luglio del 1941), un'artista poliedrico capace di utilizzare indifferentemente materiali diversi: ferro, bronzo, rame, marmo, cemento armato, utilizzando tecniche miste, e del quale è possibile ammirare le sculture in tanti siti all'aperto cittadini e di vari centri della Sardegna.
Affascinato dal quelle sculture - dalle forme semplici ma capaci di emozionare -, ho chiesto di poterle fotografare per riproporle all'attenzione del pubblico di questo blog.
Potete trovare ulteriori informazioni sulla sua attività nel sito: www.giovannisimbula.it