Le Interviste: Cintia Orrù - GhirigoriGlass

Sono a Dolianova, una cittadina della Sardegna sud-orientale che si trova nel cuore del Parteolla
Mi trovo nel laboratorio di Cintia Orrù che sotto il marchio GhirighoriGlass produce perle e gioielli in vetro di Murano.

Ciao Cintia, grazie per aver accettato di fare questa intervista, prima di iniziare dovresti togliermi una curiosità: il tuo nome è certamente poco comune, mi chiedevo se si pronuncia come è scritto.

Si, si pronuncia così com’è scritto, mio padre voleva assolutamente un nome che non fosse comune e aveva in mente il nome latino Cynthia, ma poi ha deciso di semplificarlo e renderlo ancora più personale trasformandolo in Cintia. Per lui dovevo essere diversa in tutto dalle altre bambine e voleva renderlo evidente già a partire dal nome.

(ndr: a Roma, Artemide era spesso invocata come Cynthia, appellativo che poi si è diffuso come nome proprio; ai giorni nostri si è trasformato nel più comune Cinzia, mentre la variante Cinthia è ancora presente, soprattutto in Toscana ed Emilia Romagna)

Bene, passato il timore di pronunciare erroneamente il tuo nome, partiamo con le domande:


- Non sono molti gli artigiani che in Sardegna lavorano il vetro, raccontami come è nata questa passione.

Ho sempre avuto una predisposizione artistica e amavo tantissimo disegnare. Sin da piccola, come trovavo un pezzo di carta non potevo fare a meno di riempirlo di  scarabocchi, e anche crescendo, ogni diario, quaderno e libro, erano invasi dai miei ghirigori (da questo è nata l’idea del nome dato all’attività). 
Seguendo questa mia inclinazione, una volta arrivata alle scuole superiori, mi sono iscritta all’Istituto d’Arte di Oristano dove ho appreso le basi per la lavorazione della ceramica. 
Un giorno, mentre frugavo tra i manuali presenti in libreria, mi è capitato di trovare un libricino sulla vetrofusione, in uno dei capitoli finali si parlava della lavorazione a lume: mi si è aperto un mondo!

Una volta scattato l’interesse tutto è avvenuto molto rapidamente, perché io sono fatta così, quando una cosa mi piace mi faccio prendere dall’entusiasmo. Non si trovavano testi italiani sull’argomento, così ho cercato e letto quanto più potevo sul web, anche se paradossalmente gran parte del materiale realmente utile sulla lavorazione era sempre in inglese. 
Dopo meno di un mese avevo già ordinato un kit in America, un’attrezzatura base che mi consentiva di fare le prime esperienze sulla lavorazione a lume.

Vi ricordo che basta cliccare con il mouse sopra le immagini per poterle vedere ingrandite.


- Quando hai capito che avresti potuto trasformare la passione in un lavoro a tempo pieno?

Inizialmente era esclusivamente un hobby, che aveva il grande pregio di farmi staccare dal quotidiano, un momento in cui potevo dedicarmi totalmente a me stessa e alla mia passione. All’epoca lavoravo nell’ambito della ristorazione,  un lavoro particolarmente stressante che non mi appassionava e non mi gratificava.  Tornavo a casa tardi, di notte, stanca, a volte spossata, solo la voglia di lavorare il vetro c’era sempre, mi rilassava completamente sia mentalmente che fisicamente, aiutandomi ad allentare la tensione e alleviare l’affaticamento accumulato durante la giornata. 
Sentivo di non poter continuare a fare per tutta la vita un lavoro che non mi piaceva, così ho lasciato il posto nella ristorazione, e dato che avevo iniziato a fare qualche mercatino ottenendo dei riscontri molto positivi, ho deciso di mettermi in proprio dedicandomi totalmente alla lavorazione del vetro.


E' stata una decisione molto difficile perché lasciavo un lavoro sicuro e ben retribuito per un’attività che non sapevo quali risultati mi avrebbe dato dal punto di vista economico.
Ma nonostante le incertezze iniziali e le difficoltà incontrate lungo il cammino, non cambierei in alcun modo la decisione presa, non tornerei indietro.

- Quindi la scelta fatta ha modificato positivamente la qualità della tua vita?

Assolutamente! Lavorare a lume comporta uno stato di presenza notevole, una concentrazione assoluta, indispensabile per lavorare a pochi centimetri da una fiamma ad altissima temperatura; inoltre, per le creazioni che amo fare di più, è necessaria una grande precisione di movimenti e tempi, un susseguirsi di gesti ripetuti, cadenzati e precisi, tanto che per me questo tipo di lavorazione assume una dimensione quasi meditativa che porta a uno stato di calma e benessere per il corpo e la mente.



- In cosa consiste la tecnica di lavorazione a lume e quali sono le attrezzature e i materiali che utilizzi?

La tecnica a lume si esegue attraverso l’utilizzo di un cannello che miscela gas propano e ossigeno per ottenere una fiamma capace di fondere il vetro, che ammorbidito dal calore assume una consistenza pastosa e diventa malleabile. 
Per i miei lavori uso delle bacchette di vetro di Murano, un materiale bellissimo, con colori fantastici, trasparenze meravigliose e una gamma infinita di tonalità. Hanno dei costi elevati, soprattutto quelle che vengono realizzate attraverso l'antico metodo di lavorazione a mano. Mi piace avere ogni possibile variante di colore, e così sono costretta a mettere grande attenzione quando faccio gli ordini perché rischio sempre di superare abbondantemente il budget previsto. Amo questo materiale, è un vetro che fonde già a temperature sopra i 600° e presenta una lavorabilità che si adatta perfettamente alle perle che realizzo e all’attrezzatura che possiedo.


Per alcune lavorazioni delle perle sono indispensabili delle bacchette decisamente più sottili di quelle che si acquistano, Cintia le ricava con grande abilità e naturalezza tirando la pasta di vetro fusa dalla fiamma del cannello. 

Per l’alimentazione del cannello ho acquistato un apparato concentratore di ossigeno, un macchinario fantastico che mi consente di risparmiare sui costi di ricarica delle bombole (particolarmente alti in Sardegna) e che mi garantisce una maggiore sicurezza sul lavoro.
La realizzazione delle perle di vetro viene eseguita su mandrini in acciaio rivestiti con una pasta distaccante che consente di sfilare la perla senza danni a fine lavorazione.
Non appena ultimata, la perla viene immersa in un letto di vermiculite che trattenendo il calore la fa raffreddare lentamente, evitando possibili shock termici che la renderebbero fragile.


Ho poi preso anche un fornetto che consente la ricottura dei lavorati in vetro, un’ulteriore passaggio utile per migliorarne la resistenza del prodotto, garantendo una qualità superiore al cliente.


Gli altri strumenti sono abbastanza semplici: pinze di varie forme, forbici e piccoli attrezzi che aiutano a tirare e modellare la pasta di vetro per ottenere forme diverse.
In fine, non vanno dimenticati gli appositi occhiali, che garantiscono una adeguata protezione meccanica e dalle radiazioni.



- Gran parte degli artigiani apprende i segreti del mestiere affiancandosi a un maestro , quale è stato il tuo percorso formativo?

I primi lavori realizzati da autodidatta ovviamente non potevano essere particolarmente elaborati, ma dato che in Sardegna non c’era nessun maestro vetraio, anche successivamente ho dovuto fare affidamento quasi esclusivamente su me stessa, facendo tantissima pratica, provando e riprovando, sperimentando e imparando dagli errori. 
Fortunatamente ho scoperto di avere una predisposizione naturale, tanto che maturata una certa esperienza riuscivo facilmente a intuire che tipo di lavorazione veniva utilizzata per la creazione di un determinato oggetto.
Successivamente ho partecipato a un corso a Firenze nel quale, pur avendo già fatto i primi passi, ho affinato la capacità di realizzare le perle cave e visto la lavorazione con foglia d’argento (tipica delle perle realizzate a Venezia).
Lo scorso anno invece ho fatto un corso a Murano dal maestro Davide Penso sulla lavorazione delle perle soffiate.
Questi due corsi sono stati importanti come arricchimento delle mie conoscenze, anche se le mie preferenze e il mio impegno vanno nella direzione di una ricerca personale, che attraverso la sperimentazione mi consenta di realizzare delle creazioni tutte mie.


Vediamo di seguito alcune immagini scattate durante la lavorazione di una perla:















- Parlami degli oggetti che produci attualmente e da dove trai ispirazione per le tue creazioni?

Attualmente la mia produzione è orientata prevalentemente sulla produzione di perle dedicate alla realizzazione di gioielli. Amo molto la natura e probabilmente per questo motivo mi piace particolarmente realizzare perle molto colorate, ricche di tonalità forti e vivaci.



Amo molto anche il mare e uno degli articoli che vendo maggiormente, ha preso spunto dall’endoscheletro calcare caratteristico dei ricci di mare.


Devo dire che non mi piace studiare a tavolino una nuova creazione, preferisco farmi guidare dall’istinto, ad esempio sono nate così le “perlottole”, delle perle trottole che uniscono la gioia del gioco (ricordi di bambina), al gioiello per la donna. 


- Vista l’enorme concorrenza che c’è, cosa distingue i tuoi prodotti e perché un cliente dovrebbe preferirli a quanto trova sul mercato tradizionale?

Ogni perla che produco è un pezzo unico, ha le sue particolarità, varianti di colore e forma che emergono mentre la lavoro, tanto che non sarebbe possibile replicarla fedelmente neanche se mi venisse richiesto. Le combinazioni di colori che realizzo, anche fondendo tra loro diverse gradazioni di vetro, producono tonalità e sfumature così particolari che, anche uno stesso gesto ripetuto, porterebbe comunque a un risultato che non sarà mai identico a un altro.


Ogni perla e ogni gioiello realizzato è quindi qualcosa di esclusivo, a volte io stessa li vedo come delle mie creaturine dalle quali, confesso, non vorrei staccarmi. Lo so, non è il massimo per chi deve vendere i suoi lavori, ma le realizzazioni in vetro di Murano con i loro colori, i riflessi, le trasparenze, sono irresistibili per me stessa ancor più che per i miei clienti. Ovviamente prevale sempre la ragione, e la maggior parte dei pezzi prodotti trova felicemente una nuova casa.

Orecchini interamente realizzati a mano da Cintia, cucendo piattine di soutaches che inglobano le sue perle di vetro e alcuni pallini d'argento, rifiniti infine con gli swarosky.




- Quali difficoltà deve affrontare oggi un artigiano o un artista che decide di provare a vivere dagli introiti di questo mestiere?

Io ho scelto questa strada consapevolmente, sapendo già che le cose non sarebbero state facili dal punto di vista economico, la forte spinta interiore è stata dettata dalla certezza che questa attività avrebbe reso decisamente migliore la mia vita.
Le maggiori difficoltà nascono dal fatto che, da un lato abbiamo una parte dei possibili acquirenti che, sommersi dalle produzioni a bassissimo costo, sembrano avere difficoltà a comprendere il giusto valore di un prodotto artigianale e ancor meno quello di un artista; dall’altro, la crisi economica unita a un sistema fiscale che non agevola l’avvio e il consolidamento di un’attività, stanno rendendo difficili le cose a qualsiasi artista, creativo o artigiano che volesse provare a intraprendere questa strada. 


- Sino dall’epoca del boom economico ci hanno fatto credere che il lavoro intellettuale avesse maggiore dignità di quello manuale, relegando quest’ultimo ad attività di second’ordine, è davvero così?

Non sono d’accordo, questa visione delle cose ha allontanato i giovani dalle attività manuali e creative, ha fatto dimenticare quanto sia stato importante per lo sviluppo della nostra nazione il lavoro artigianale e quanto possa essere determinate ancora oggi per la ripresa economica e per i valori che esprime.
Ho letto che in alcune regioni stanno pensando di inserire nel percorso scolastico dei momenti di contatto diretto con degli artigiani, così che bambini e ragazzi possano vedere di persona come nasce un prodotto del lavoro manuale.
Per un giovane, sviluppare le proprie capacità a livello creativo è estremamente importante, indipendentemente dal percorso professionale che poi farà da adulto. 


- Come promuovi la tua attività?

Ultimamente mi sto muovendo maggiormente su internet e su Facebook, certo è impegnativo, ma penso che questa sia la strada migliore per raggiungere più facilmente le persone: sono più attenta a postare le foto dei prodotti man mano che li realizzo e sto cercando di mantenere un contatto costante con i lettori. Valuterò anche la possibilità di riaprire il blog, perché penso che attraverso il dialogo che nasce con le persone, si crei un rapporto ancora più stretto. 
Sto avendo dei segnali positivi dal negozio aperto su Etsy, che si rivolge a un mercato più ampio, e sul quale propongo prevalentemente la vendita delle perle che poi gli acquirenti utilizzeranno per realizzare dei gioielli finiti.


Concentrandomi sulla realizzazione delle sole perle sono in grado di rendere disponibile una gamma molto ampia di forme e colori, inoltre ho molto più tempo per sperimentare nuove idee e lavorazioni non essendo più legata alla necessità di assemblare personalmente i gioielli.  
Gradualmente lascerò la partecipazione ai vari mercatini locali.


- Quindi, è questo il tuo progetto per il futuro?

Non esattamente, questa è una fase di transizione, la produzione andrà ancora avanti, ma nel frattempo ho già iniziato a fare dei corsi per la lavorazione del vetro e ho intenzione di inserire anche quelli sulla ceramica. 
Il progetto futuro è più complesso, la mia intenzione è quella di realizzare dei corsi con un approccio che sarà molto diverso da quello tradizionale: il lavoro artistico sarà orientato al raggiungimento del benessere personale, accompagnando chi partecipa a ritrovare il contatto con i materiali (che si è perso), ma anche il contatto con se stesso. Voglio diventare coach del benessere, per aiutare le persone a lasciare affiorare le proprie doti, riportare armonia ed equilibrio dentro di loro e quindi nella loro vita. 
Quando crei qualcosa con le tue mani, acquisti maggiore sicurezza sulle tue capacità, ti apri agli altri e attraverso le cose che realizzi esprimi te stesso. 
Il valore aggiunto dei corsi ai quali penso si può riassumere nella semplice formula: benessere attraverso l’arte. 
Il rischio che corre un artista, un creativo o un artigiano, è che la sua motivazione sia rivolta esclusivamente verso una produttività sempre più spinta, e questo lo porta a vivere in una condizione perenne di stress mentale e fisico. 
Ho già trovato un bellissimo nome, ma per il momento preferisco tenerlo ancora per me.

- E’ il tuo sogno nel cassetto o un progetto imminente?

E’ assolutamente un progetto che intendo realizzare e che vedrà la luce in un anno e mezzo o due al massimo, un progetto nel quale credo molto.


Trovate Ghirigori Glass di Cintia Orrù a questi indirizzi:

su Facebook:  https://www.facebook.com/pages/Ghirigori-Glass/117544764945257?sk=timeline

su Etsy :         https://www.etsy.com/it/shop/GhirigoriGlass