Mi trovo nei locali della galleria-atelier "Spazio 61" in via dei Genovesi 48 nel cuore del quartiere Castello di Cagliari, e sono in compagnia di Sandro Serra che ho conosciuto da poco tempo ma che ho apprezzato subito, sia come artista, sia come persona.
D: Raccontami come è nata la tua passione per l’arte.
R: Mio nonno, Ennio Perrotti, era un pittore e io da bambino mi soffermavo spesso a guardarlo mentre dipingeva, ammirando incantato la semplicità apparente di quei gesti dai quali prendevano vita i suoi lavori. Lo osservavo a lungo e mi inebriavo dell’odore dei colori a olio, un aroma che trovavo particolarmente piacevole.
Così è nato il mio interesse per il disegno e la pittura, che poi mi ha spinto a prendere la decisione di provare a dipingere. Mi dedicavo al genere figurativo classico, inizialmente utilizzando gli acquerelli, poi i colori a olio e successivamente anche gli acrilici.
Ma pur partecipando ad alcune mostre e concorsi, il dipingere ha rappresentato per molti anni una passione che apparteneva e si fermava esclusivamente alla mia sfera personale. Forse già d’allora avvertivo che attraverso quel genere di pittura non riuscivo ad esprimermi al meglio, intuivo che dal punto di vista artistico quella non era la mia strada.
D: Negli anni successivi c’è stata una svolta artistica molto netta. Cosa ti ha spinto a un cambiamento così radicale?
R: Come dicevo, benché facessi il figurativo ero sempre alla ricerca di qualcosa che mi caratterizzasse maggiormente. Ricordo che, partecipando a un concorso di pittura, avevo realizzato in maniera rigorosa uno scorcio ad acquerello, un dipinto che veniva giudicato molto positivamente da persone competenti e anche indicato come uno dei possibili vincitori. Il risultato fu che arrivai tra gli ultimi: pur essendo un lavoro molto apprezzato dal punto di vista tecnico, non aveva convinto la giuria, non ero stato capace di stimolare una riflessione, di riuscire a trasmettere un sentimento, di far provare un’emozione.
Questo episodio mi convinse definitivamente della necessità di trovare una nuova forma di espressione che rompesse completamente con il passato.
"Clock" (...nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita - W. Shakespeare) - opera di riferimento della personale di Sandro Serra "Time" |
Attraverso lo studio dei movimenti artistici di varie epoche e la metabolizzazione degli stili che venivano utilizzati, ho sviluppato una tecnica personale, un nuovo linguaggio di tipo informale nel quale potermi cimentare, ma contrariamente al passato, questa volta maturato attraverso una riflessione intima che finalmente sento essere mia.
Tutto è ignoto: un enigma, un inesplicabile mistero. Dubbio, incertezza, sospensione di giudizio appaiono l'unico risultato della nostra più accurata indagine - David Hume. |
D: Nelle tue opere si possono ritrovare aspetti dell’arte concettuale, del futurismo e della pop-art, ma conservano comunque una loro originalità, parlami della tecnica che utilizzi attualmente.
R: Dopo aver sperimentato tecniche e materiali diversi sono arrivato a costruire uno metodo personale che attualmente utilizzo nei miei quadri: parto da una base che viene costituita con un mix di materiali differenti, materiali poveri: carta di giornale, carta di quaderno, cartoncino, carta da parati, carta vetrata, nastri per pacchi, tela e tessuti di vario tipo, molto spesso mi avvalgo anche dello stucco per dare trama e tridimensionalità allo sfondo.
Quindi, al posto di utilizzare una base neutra come un foglio di carta o una tela bianca, costruisco un supporto complesso fatto di materiali che hanno una differente reazione al colore e alla pennellata, e su questa base che è già parte integrante dell’opera, completo il lavoro dipingendo con i colori acrilici.
- Vi ricordo che potete vedere le immagini ingrandite cliccandoci sopra con il mouse -
D: Da cosa trai ispirazione?
R: I miei lavori vengono realizzati sempre partendo da un tema, un concetto, una riflessione, che poi acquista concretezza in una frase tratta da un testo, una poesia, una canzone, un aforisma. Quasi sempre queste frasi trovano spazio all’interno del quadro contribuendo a rafforzarne il messaggio visivo.
Può capitare che ci sia una frase che mi colpisce particolarmente, allora me la segno, ci penso, rifletto e inizio a dare forma alle emozioni che mi suscita, integrando e completando il lavoro sino a quando sento di aver trovato la chiave giusta.
Altre volte mi affido esclusivamente alla creatività e soltanto mentre il lavoro prende forma si affaccia alla mente una frase che ho letto in precedenza e che rispecchia l’opera che sto realizzando.
Un tema che spesso mi ha ispirato è quello del trascorrere del tempo, come nel caso di questa mostra personale che si chiama “Time”, ma anche negli anni precedenti ho realizzato una mostra intitolata “Tra tempo e spazio”.
"E mi viene da pensare" (quadro grande) - "Canto di primavera" (quadro piccolo), ispirati dalla figura di Francesco di Giacomo, la voce indimenticabile del Banco di Mutuo Soccorso. |
D: Sei un autodidatta o ti sei avvalso di corsi specializzati?
R: Le nozioni di base le avevo già acquisite grazie all’attenta osservazione dei lavori che eseguiva mio nonno, le cui opere sono conosciute anche ai non addetti ai lavori grazie al fatto che furono utilizzate a lungo per la realizzazione di cartoline illustrate che avevano come soggetto dei personaggi in costume tradizionale sardo.
Un quadro di Ennio Perrotti |
Nel tempo ho comunque frequentato diversi corsi privati di disegno e di pittura, e in ultimo ho partecipato anche a un corso di illustrazione presso lo IED.
Naturalmente non bisogna dimenticare che se si vuole percorrere questa strada e trovare una propria dimensione, oltre ai corsi finalizzati all’approfondimento tecnico è indispensabile fare anche tanta ricerca e non trascurare la storia dell’arte.
D: Parlami dell’Associazione Spazio 61, come è nata e quali scopi si prefigge.
R: Nel 2009 ho inaugurato a Cagliari il mio studio “Spazio 61” nel cuore del quartiere storico di Castello, e a brevissima distanza di tempo ho deciso di costituire l’Associazione culturale omonima. Se da una parte avevo la necessità di uno spazio tutto mio dove dipingere e esporre i miei lavori, dall’altra mi è venuta subito l’idea che avrei potuto rendere disponibile lo spazio espositivo anche ad altri, dando nel mio piccolo una mano a promuovere l’arte e aiutare gli artisti meno conosciuti, che difficilmente dispongono di uno spazio proprio e hanno difficoltà a sostenere i costi per esporre nelle gallerie d’arte rinomate.
Oggi contiamo un’ottantina di iscritti e organizziamo regolarmente delle mostre in diversi periodi dell’anno, esposizioni che, con mia grande soddisfazione, i numerosi visitatori hanno dimostrato di apprezzare.
D: L’interesse da parte delle persone che visitano le mostre è solo dal punto di vista artistico o si crea anche un rapporto che favorisce la vendita delle opere?
R: L’atteggiamento da parte dei visitatori, esperti e non, è di curiosità: fanno domande sulle tecniche utilizzate e sugli artisti, esprimono opinioni personali sulle opere, diciamo che partecipano attivamente alle mostre.
Per quanto riguarda le possibilità concrete di vendita, nell’attuale situazione economica non è certo facile, in linea di massima gli associati puntano soprattutto a farsi conoscere e ciò che riescono a ricavare dalle vendite serve principalmente a rifarsi delle spese vive: tele, colori, ecc.
Il PIL misura tutto tranne ciò che rende la vita degna di essere vissuta - Robert Kennedy |
D: Attraverso l’Associazione e le sue iniziative hai avuto modo di conoscere tanti giovani artisti, quali difficoltà incontrano nel momento in cui decidono di esporre e vendere i loro lavori?
R: Il giovane artista che si propone per la prima volta è ulteriormente svantaggiato, deve affrontare solo costi: il costo dei materiali, il costo di uno studio, il costo per esporre le sue opere nelle gallerie, e per contro non ha nessuna certezza di vendere, indipendentemente dalle sue doti artistiche. Ma anche i pittori che si sono fatti un nome, e che magari hanno anche un loro studio da tempo, trovano oggi grandi difficoltà a vendere le loro opere.
D: Ma un giovane che dimostrasse un talento fuori dal comune, quali strade potrebbe percorrere oggi per avere una possibilità di riuscire ad affermarsi?
R: Localmente non vedo nessun aiuto concreto in tal senso. Purtroppo bisogna contare solo sulle proprie forze, non esiste alcun ente che abbia realmente a cuore l’avvenire degli artisti, che si ponga l’obiettivo di guidare dei possibili talenti perché possano iniziare un percorso mirato a favorire un’eventuale carriera artistica.
Anche nel caso dell’Associazione, le iniziative che vengono intraprese possono fare affidamento esclusivamente su conoscenze e contatti personali, come nel caso della collaborazione che recentemente ho attivato con un’altra associazione di Olbia realizzando una mostra in contemporanea, o come quello di un ristorante di Milano nel quale sono esposti quadri dei soci di Spazio 61.
Tre opere di Sandro Serra e una di Paolo Laconi (in basso a destra), che facevano parte della bi-personale "Due Cagliaritani a Londra" che comprendeva complessivamente 16 opere dei due artisti. |
D: Secondo te cosa potrebbe essere fatto a livello locale o regionale per rilanciare il settore artistico?
R: Ci vorrebbe un piano specifico, Cagliari ha tutte le caratteristiche per diventare una città d’arte, il quartiere Castello ad esempio potrebbe accogliere un insieme di attività artistiche e artigianali, come si può vedere in tante altre località italiane e straniere, con centri storici ben curati e capaci di accogliere e indirizzare i turisti.
Mi viene in mente che nelle strade e nei vicoli di Castello ci sono tanti locali che sono perennemente chiusi, il Comune potrebbe cercare una formula attraverso la quale rendere più facile la mediazione tra i proprietari e coloro che vogliono aprire un laboratorio o uno studio d’arte nel quartiere; magari invogliando i primi attraverso delle agevolazioni fiscali, concesse qualora si rendano disponibili ad affittare i locali a canone agevolato ad artisti e artigiani.
Chiariamo subito che non voglio in alcun modo addossare delle responsabilità agli enti locali, la situazione economica attuale ha aggravato una condizione che per artisti e artigiani era già di per se non facile, ma se vogliamo che Cagliari abbia una possibilità reale di affermarsi come città d’arte, è indispensabile trovare al più presto le formule perché la grande creatività e determinazione che molti giovani evidenziano, possa trovare una risposta concreta e quanto più immediata possibile.
D: Come promuovi la tua attività e quella dell’Associazione Spazio 61?
R: Attraverso un sito e i social network, soprattutto questi ultimi consentono di arrivare in maniera decisamente più facile e immediata alle persone che possono essere interessate, sia i comuni cittadini che sempre più numerosi vengono a vedere le mostre, sia gli artisti che vorrebbero aderire all’associazione e presentare le proprie opere.
D: Progetti per il futuro?
R: Per quanto riguarda la mia attività, oltre alle successive edizioni della mostra “Time” che è in corso allo Spazio 61, ad agosto sarò presente con le mie opere a Santa Teresa Gallura, in un’esposizione che ho piacere di condividere con l’artista e amico Paolo Laconi, e che avrà come titolo “Noi due in tour”.
Mentre per l’Associazione sono già in programma due mostre a settembre: la prima sarà incentrata tra la pop-art e il naif in Sardegna; mentre la seconda, intitolata “Contemporaneamente” avverrà a fine settembre e vedrà la collaborazione con l’associazione culturale OlbiaPulse-SpazioArte curata da Aldo Manzanares e, per la prima volta, anche con uno spazio espositivo di Sassari gestito da Simonetta Satta.
In autunno poi, ci sarà la consueta esposizione dei soci di Spazio 61 (vengono fatte sempre due rassegne all’anno in primavere e in autunno) che è arrivata alla sesta edizione e quasi certamente si terrà in tre tornate per poter accontentare tutti i soci che vogliono esporre.
Ringrazio Sandro Serra per aver voluto condividere con “The Creative Art” la sua storia e l'esperienza maturata nel mondo dell’arte.
Ricordo in fine a chi ci legge che: dalla prossima settimana, nelle giornate del 8-9-10 e 22-23-24 Luglio, è possibile visitare la mostra personale di Sandro Serra “Time”, dalle 18.00 alle 20,30 nei locali di “Spazio 61” in via dei Genovesi 48 – quartiere Castello di Cagliari.
Ricordo in fine a chi ci legge che: dalla prossima settimana, nelle giornate del 8-9-10 e 22-23-24 Luglio, è possibile visitare la mostra personale di Sandro Serra “Time”, dalle 18.00 alle 20,30 nei locali di “Spazio 61” in via dei Genovesi 48 – quartiere Castello di Cagliari.
Sito: Sandro Serra
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