Sardegnavapore - nuovo appuntamento per il 21 ottobre.

L'associazione Sarda Treni Storici "Sardegnavapore", dopo la pausa estiva per il rispetto della L. R. Antincendio, riprende i viaggi a scopo turistico.
Il primo appuntamento è per domenica 21 ottobre nella zona del Sulcis-Iglesiente con la visita alle miniere di S.Barbara-S.Giovanni e Monteponi.
Il convoglio è costituito dalla storica locomotiva   a vapore 740-423, un vagone bagagli a due assi, e due bellissime carrozze passeggeri del tipo "Centoporte" (vedi foto più avanti).

Sardegnavapore è composta da un gruppo di appassionati del mondo ferroviario, ferrovieri e non, che si sono posti il lodevole obiettivo di restaurare e mantenere in efficienza il materiale rotabile d'epoca presente in Sardegna, impegnandosi inoltre a valorizzarlo attraverso eventi in grado di coinvolgere gli abitanti della nostra regione e i turisti.
L'associazione è nata a metà del 2000 con il patrocinio di Trenitalia RFI, e dopo aver ultimato i lavori di recupero e testato la locomotiva 740-423 nel 2006, ha iniziato a organizzare i viaggi dei "Treni storici" verso il Sulcis-Iglesiente e l'Oristanese, così da contribuire fattivamente a mantenere viva la storia e il ricordo di un passato nel quale, tante generazioni di persone hanno utilizzato i treni delle Ferrovie di Stato come unico mezzo di locomozione per le grandi distanze.

In occasione di questo nuovo appuntamento del 21 ottobre, l'associazione ha chiesto a me e a mia figlia Daniela (http://fotografia.danielaserpi.it/)di contribuire a integrare la documentazione fotografica sull'attività svolta e su alcuni dei lavori attualmente in corso.
Le foto che seguono sono state realizzate tutte all'interno del capannone nel quale gli associati portano avanti i lavori di restauro e che ospita anche la locomotiva 740 e le carrozze passeggeri, per l'indispensabile manutenzione necessaria dopo ogni viaggio.


La Locomotiva 740-423:

anno di costruzione 1923, alimentazione a carbone, potenza 980 CV, il gruppo locomotiva+tender pesa 117 tonnellate ed è lungo complessivamente circa 18mt, velocità massima 65Km/h.



Una foto alla settimana - 24° di 52.

L'estate sta finendo: il cielo è mezzo coperto, l'acqua comincia a raffreddarsi e c'è vento, ma si può ancora fare il bagno senza troppi problemi; potrebbero essere gli ultimi bagni di quest'anno.
Mi sposto sulle rocce che delimitano a nord la spiaggia di Geremeas e mi fermo per qualche minuto ad osservare le onde che s'infrangono sugli scogli:  perchè non provare a fare una foto con un tempo di scatto lungo per dare risalto alle onde?
Monto la macchina fotografica sul minicavalletto che porto sempre in borsa con me, poi tiro fuori il filtro ND8 e quello polarizzatore e li avvito in sequenza sull'obiettivo, c'è ancora troppa luce perchè le nuvole si diradano e il sole fa capolino, riesco comunque ad allungare abbastanza il tempo di scatto per ottenere un effetto diverso dal solito; questa è la foto della settimana:


Canon 60D con obiettivo 15-85 EF a 27mm.; esposizione f/22 con 1/2sec. a 100ISO; filtro ND8 + Polarizzatore; minicavalletto + autoscatto con ritardo 2sec. per evitare le vibrazioni durante lo scatto.

Ripresa: filtro ND - Neutral Density.

Il filtro ND (Neutral Density) è uno dei filtri che troviamo frequentemente nella borsa dei fotografi professionisti: il suo compito è quello di ridurre la quantità di luce che entra nel nostro obiettivo, si contraddistingue per una colorazione grigia di tonalità neutra, tale da non modificare la resa cromatica della scena ripresa.
Ne esistono diversi modelli con densità crescente: ND2, ND4, ND8, ND64, che consentono di ridurre la luminosità rispettivamente di 1, 2, 3, 6 stop, ma non mancano quelli che arrivano a 10 stop e oltre, e si possono trovare in commercio anche dei modelli che consentono di variare in maniera progressiva l'intensità del loro effetto.

Ma a cosa serve un filtro che attenua la luce se il consiglio che viene sempre dato è quello di utilizzare la sensibilità più bassa possibile per evitare che si incrementi il rumore digitale?

- Un primo utilizzo del filtro è quello relativo alla possibilità di impiegare diaframmi molto aperti: 1.2, 1.4, 1.8,  anche quando si fotografa in pieno sole. Infatti valori di luminosità di 15-16 EV, implicano che pur se si imposta una sensibilità di 100 ISO e un tempo di scatto di 1/4000sec., sarà comunque necessario utilizzare diaframmi compresi tra f/4 e f/2,8 per ottenere una esposizione corretta.

- Un utilizzo che è diventato sempre più frequente nel tempo, è quello volto a ottenere un particolare "effetto seta o setoso" dell'acqua in movimento, che piace così tanto alle persone, e tra le altre cose risulta non essere facilmente riproducibile con Photoshop:


Quando la luce è poca (4-8 EV), basta selezionare una sensibilità di 100 ISO e chiudere il diaframma a 16-22 (valori più chiusi sono poco consigliabili), per riuscire a ottenere tempi di scatto da 2 a 30 sec., che consentono di riprodurre quel particolare effetto seta (vedi foto sopra).
Nei casi in cui la luce risulta invece essere più intensa, possiamo risolvere il problema montando un filtro ND: la gradazione da utilizzare dipenderà da quanto è forte la luminosità ambientale e quindi di quanti stop dobbiamo ridurre l'esposizione per raggiungere un tempo di scatto di almeno qualche secondo.

Vediamo un esempio pratico:

Una foto alla settimana - 23° di 52.

Parco della Musica di Cagliari, i bambini che avevo visto giocare sino a qualche minuto prima sono andati via e hanno dimenticato il pallone sul prato; monto il teleobiettivo e poggio la macchina sul muretto che si trova allo stesso livello dell'erba, seleziono la focale più lunga dello zoom e un diaframma poco più chiuso dell'apertura massima per sfocare tutto ciò che non è sullo stesso piano del pallone, metto a fuoco su quest'ultimo e poi, tenendo premuto a metà il pulsante di scatto, sposto la fotocamera per comporre l'inquadratura: nasce così la foto di questa settimana.


Fotocamera Canon 60D, obiettivo 55-200 a 200mm.; esposizione f/6,3 con 1/500sec. a 100ISO.

Vediamo se scoprite cosa ho omesso di dire in merito a come è stata ottenuta questa immagine...

Photoshop - riprodurre l'effetto di un filtro ND digradante.

Quando fotografiamo un paesaggio può capitare di trovarsi di fronte a condizioni di luce per le quali potrebbe essere utile disporre di un filtro Neutro a densità digradante o graduale: mi riferisco a quelle situazioni nelle quali l'esposimetro della nostra fotocamera ci restituisce una foto, nel suo complesso equilibrata, ma con un cielo più scialbo di quanto avremo voluto e un primo piano poco luminoso.

Anche per queste casistiche Photoshop ci viene in aiuto, consentendo di riprodurre l'effetto del filtro NDG e rimediare al problema in fase di post-produzione, con il vantaggio ulteriore di poter dosare l'entità dell'intervento.
Ho scelto come esempio una foto scattata durante una mattinata con minaccia di pioggia (vedi immagine in alto); come potete vedere l'immagine, pur essendo esposta correttamente, non riesce a restituire quell'atmosfera tipica dei momenti che precedono un repentino peggioramento del tempo.

Vediamo come procedere:

1) Apriamo l'immagine in ACR e impostiamo le correzioni utili per far risaltare il cielo:




- Regoliamo l'Esposizione a -1,35.


- Impostiamo la luce di schiarita a 25 per rendere meno pesante la sottoesposizione su edifici e piazzale.


- Portiamo la Chiarezza a +50, la Vividezza a +20 e la Saturazione a +10, così da recuperare vivacità nei colori.


Clicchiamo su "Apri immagine" per spostarci da ACR a Photoshop e quindi andiamo su "Salva con nome" e salviamo questa prima immagine come file di Photoshop, assegnandogli un nome differente dall'originale (ad es.: gradiente.psd).


Una foto alla settimana - 22° di 52.

In occasione del 31° Festival Internazionale Jazz in Sardegna, il Parco di Monte Claro a Cagliari ha ospitato dal 7 al 9 settembre, la kermesse conclusiva dell'8° edizione di European Jazz Expo. 

Io non sono un appassionato di musica Jazz, e quindi non ho seguito da vicino la manifestazione, ma domenica mattina ho deciso di fare un salto a Monte Claro e ho portato con me la macchina fotografica, è nata così la foto di questa settimana:



Canon 60D con 55-200 a 120mm.: esposizione: f/7,1 con 1/160sec. a ISO500.


Giocare con la fotografia: costruire un pseudo Lensbaby

In un tempo nel quale la tecnologia la fa da padrone, e si discute sui 36 Megapixel della Nikon D800, è interessante vedere come tante persone siano attratte da forme di fotografia che si rifanno agli anni passati. Vediamo nascere così centinaia di filtri  e applicativi (ad es.: l'Istagram) per riprodurre i difetti tipici delle fotocamere di basso prezzo degli anni 50-60, e tornare in commercio fotocamere come le Holga, alcune delle quali erano dotate di un obiettivo costruito con una semplice lente a menisco in plastica, che naturalmente comporta sfocature, vignettatura e distorsioni.
Allora, perché non divertirsi un pò, e provare a costruire con materiale di recupero un pseudo obiettivo del tipo Lensbaby da poter utilizzare sulla nostra reflex?

- Per prima cosa ho rispolverato il vecchio obiettivo del mio primo ingranditore Meopta: un 50mm. Mirar con apertura f/5,6, il modesto ingombro e la leggerezza erano caratteristiche utili per evitare di rendere più complessa questa prima esperienza. 

- Come seconda cosa mi sono procurato un tappo per il corpo macchina della reflex, che come noto si fissa alla fotocamera grazie a una baionetta in plastica; pur non avendo la solidità e la possibilità di blocco di una baionetta in metallo, è più che sufficiente per innestare e tenere saldo il Mirar.

- Ho quindi iniziato il lavoro forando il tappo del corpo macchina: per farlo ho utilizzato un trapano sul quale è stata montata una sega del tipo a tazza del diametro di circa 4 cm.


Per effettuare il foro, posso consigliare a chi non dispone di un supporto a colonna per il trapano, di utilizzare una tavoletta di legno sopra la quale tenere fermo il tappo mentre si effettua l'operazione, il legno impedirà che questo scivoli mentre viene forato e salvaguarderà il piano sul quale si sta eseguendo il lavoro. Se il trapano lo consente, va utilizzata una velocità bassa così da facilitare l'operazione, non è necessario applicare molta forza dato che la plastica del tappo si forerà facilmente.

Una foto alla settimana - 21° di 52.

Per la foto di questa settimana ho tirato fuori dal fondo della borsa le lenti addizionali, e dopo averle montate sul mio teleobiettivo zoom, sono andato per campi a fotografare fiori e inseguire insetti:

Chissà che sapore ha il bocciolo di una margherita...

Canon 60D con 55-200 a 135mm. e lente da +3 diottrie; esposizione f/8 con 1/200sec. a 100ISO; messa a fuoco su singolo punto centrale.

Vi ricordo che per vedere le foto in formato maggiore - non le inserisco direttamente sul blog per non rallentare la navigazione -, potete andare sull'album di Picasa cliccando quì, oppure entrare direttamente dalla slideshow "Una foto alla settimana -2012" presente sulla colonna a destra.

Le modalità di scatto - seconda parte.

In questa seconda parte del post sulle "Modalità di scatto" presenti nelle attuali reflex digitali, riprendiamo l'esposizione delle possibilità di selezione che ci vengono rese disponibili, spostandoci da quelle "Base" - della scorsa volta -  a quelle "Avanzate".
Anche queste ultime aiutano ampiamente il fotografo ad ottenere una esposizione corretta, ma hanno il pregio di lasciare ampie possibilità di regolazione, consentendogli di costruire le foto come meglio crede e sviluppare il proprio progetto con la massima libertà e creatività.





La modalità AE (Auto Exposure) è più avanzata di quella automatica, infatti pur impostando i parametri di ripresa autonomamente, la fotocamera ci consente di variare la coppia tempo/diaframma con semplicità attraverso l'utilizzo della ghiera dei comandi posta subito dietro il pulsante di scatto.




Se ad esempio viene impostata in partenza la coppia 1/100sec. con f/5,6:
















basta muovere la ghiera dei comandi,









per modificare la coppia tempo/diaframma, pur mantenendo lo stesso valore di esposizione totale: ad esempio optando per 1/200sec. con f/4, così da sfocare maggiormente lo sfondo, oppure per la necessità di aumentare il tempo di scatto perché il soggetto è in  movimento.


Altra differenza rispetto alla modalità automatica è che possiamo modificare le impostazioni di tutte le altre funzioni disponibili: AF, modalità drive, flash, ecc.



Una foto alla settimana - 20° di 52.

29 agosto spiaggia di Geremeas: un mare azzurro intenso e trasparente, per fortuna non c'è ressa e si può trovare posto davanti al bagnasciuga; il mare è calmo e la temperatura dell'acqua ideale per un bel giro con maschera e pinne senza problemi di tempo. Così mi immergo e faccio un lungo giro nella piattaforma di roccia che si trova di fronte al nostro ombrellone, a un certo punto intravedo a distanza qualcosa che galleggia poco sotto il pelo dell'acqua, capisco subito che potrebbe trattarsi di una grossa medusa e mi avvicino per fotografarla:


Si tratta di una Cassiopea (Cotylorhiza tuberculata), del diametro di circa 16-18cm. ma può arrivare sino a un massimo di 30cm.;  è circondata da una schiera di avannotti della famiglia dei Caracidi e degli Sgombridi, che la seguono in ogni suo movimento. Uno spettacolo!
Devo dire che in tanti anni non ne avevo mai visto una, pare sia molto diffusa in Adriatico e ultimamente presente con più frequenza anche nel resto del Mediterraneo. Fortunatamente viene indicato che non è urticante, alcuni sostengono che al massimo può dare qualche leggero fastidio a soggetti particolarmente sensibili.


La foto è fatta sempre con la una piccola compatta Yashica da 8Mp protetta da una custodia stagna, utilizzata per la foto della 19° settimana.



(vedi anche:  la slideshow "Foto Sub" sulla colonna alla destra, con le foto fatte gli anni scorsi, o vai sul mio album di Picasa cliccando quì ;  e il post del 2010 "Tempo di vacanze 2" cliccando quì )


Una foto alla settimana - 19° di 52.

Superato il paese di Villasimius, proseguendo per circa 12 km. verso Costa Rei, troviamo Cala Sinzias: sabbia dorata e fine, mare verde e cristallino, con una pineta alle spalle che consente di ripararsi dal sole pomeridiano. 
La foto che propongo questa settimana non è però quella di un panorama della cala, ma bensì uno scatto sotto il pelo dell'acqua che riprende la prima lezione sub di un bambino:


Il padre lo tiene per mano e gli indica un gruppo di pesciolini che nuotano lì vicino, il bambino è talmente preso da dimenticare totalmente eventuali timori.


La foto è fatta con una piccola compatta da 8Mp protetta da una custodia stagna, niente di particolare, ma è divertente poter fare qualche foto sott'acqua.


(vedi anche la slideshow "Foto Sub" sulla colonna alla destra, con le foto fatte gli anni scorsi, o vai sul mio album di Picasa cliccando quì).



Le modalità di scatto - prima parte

Quando iniziai ad interessarmi seriamente alla fotografia, le uniche modalità di scatto disponibili erano: manuale, priorità di diaframmi e priorità di tempi. Solo dopo diversi anni, con l'introduzione sempre più marcata dell'elettronica, venne creata la modalità "Program", che sceglieva automaticamente la coppia tempo/diaframma in funzione della luminosità della scena, seguendo una curva predefinita attraverso la quale il costruttore si proponeva di aiutare il fotografo ad evitare gli errori più comuni.
La nuova modalità suscitò subito forti critiche da parte dei "puristi" della fotografia, ma data la necessità commerciale di indirizzare il maggior numero possibile di fotografi dilettanti verso l'acquisto e l'utilizzo semplificato delle fotocamere reflex, le modalità automatiche si sono moltiplicate, con lo scopo di poter fornire una risposta adeguata per ciascuna delle situazioni di ripresa ricorrenti maggiormente.
Ma che significato hanno tutte quelle sigle e icone presenti sulla ghiera di selezione della vostra macchina?

Vediamole una per volta, prendendo a riferimento la mia Canon 60D (vedi foto in alto), ma sappiate che buona parte delle icone sono utilizzate universalmente, e la dove vi siano delle differenze rilevanti cercherò di evidenziarlo nella descrizione.

La ghiera è divisa in due grandi gruppi: le modalità chiamate "Base": essenzialmente automatiche con pochissime possibilità di intervento da parte del fotografo, e le modalità chiamate "Avanzate": con possibilità totale o ampia d'intervento da parte del fotografo, per una fotografia "Creativa".

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