Coloro che si sono avvicinati per la prima volta alla fotografia solo dopo la diffusione del digitale, possono essere indotti a vedere il
Bianco e Nero come una delle tante elaborazioni possibili, una scelta vintage molto di moda tra i professionisti, ma è decisamente molto di più:
rappresenta l’essenza stessa della fotografia.
Nato insieme alla fotografia, il bianconero l’ha accompagnata in tutte le fasi della sua
evoluzione, a partire dalle prime immagini
registrate su lastra e arrivare sino ai moderni sensori digitali.
Il legame
fotografia-bianconero è talmente forte e radicato, che la famosa
Leica ha progettato e immesso nel mercato a metà del 2012 la fotocamera
M-Monochrom : si tratta di una macchina di altissimo livello
(prezzo solo corpo circa 6000€), dotata di un sensore Full-Frame da 18Mpx, che consente di scattare
esclusivamente immagini
in bianconero.
La
Monochrom non elabora il segnale a colori per
trasformarlo in monocromatico, ma bensì memorizza quanto letto dal sensore nel
suo linguaggio nativo.
Grazie all’eliminazione della matrice RGB e del filtro
anti-aliasing, la Leica ha ottenuto di migliorare significativamente la risoluzione
delle immagini e ampliare la gamma tonale, con risultati che si avvicinano in maniera sostanziale alla resa delle pellicole bianconero tanto
amate dagli estimatori dell’analogico.
Questa sua caratteristica ha convinto persino uno dei più grandi fotografi italiani,
Gianni Berengo Gardin, a usare per la prima volta una fotocamera digitale per i suoi lavori.
Alcune considerazioni sul bianconero
Difficilmente
una foto a colori poco significativa, può diventare come per magia una
“fantastica immagine” solo perché trasformata in bianconero:
la foto in
bianconero si costruisce in gran parte al momento dello scatto e non solo attraverso
l’uso del fotoritocco.
Dato che il colore rappresenta una componente
fondamentale della nostra vista, dobbiamo compiere un notevole sforzo per comprendere anticipatamente come si modificherà l’immagine una volta che sarà convertita, questo significa che chi vuole percorrere la strada del bianconero dovrà impegnarsi a fare tanta esperienza pratica prima di essere capace di
previsualizzare quale potrà essere il risultato finale dei propri scatti.
Questa
capacità è una condizione assolutamente necessaria ma non sufficiente, non dobbiamo
infatti pensare che le splendide foto in bianconero che
ci hanno regalato i fotografi più famosi, non siano anche il frutto di
un’attenta lavorazione dopo lo scatto: che si tratti di una foto da pellicola
negativa che deve essere sviluppata, modificando tempi, temperature e
agitazione dei bagni chimici, o di un file Raw digitale da “sviluppare in camera chiara” e
convertire tramite Camera Raw di Photoshop,
è sempre indispensabile un attento lavoro di
post-produzione che rinforzi ed esalti le caratteristiche di partenza dell’immagine.
Se
memorizzate le foto in JPG, conviene scattare sempre a colori per poi
convertire in bianconero solo in fase di post-produzione, dato che la
conversione fatta direttamente dalla fotocamera non è sufficientemente personalizzabile, mentre è
indispensabile poter disporre di tutte le possibili opzioni del software di fotoritocco per ottenere un risultato ottimale.
Se scegliete di memorizzate gli
scatti in RAW + JPG (cosa che consiglio
vivamente), potete tranquillamente settare la macchina per il bianconero,
dato che questo agirà in maniera definitiva solo sul file JPG (utile per una prima valutazione), mentre il RAW conterrà comunque tutti i dati inalterati
dell’immagine ripresa, compreso il colore.
In quest'ultimo caso, soprattutto nei
primi periodi in cui avrete maggiore difficoltà a previsualizzare il risultato,
potete avvalervi del live-view, che consentirà di giudicare meglio se quanto inquadrato posa essere
o meno adatto a fornire una buona immagine per il bianconero.
Un'ottima
foto nasce
dallo studio attento del soggetto e delle sue caratteristiche, ma su quali aspetti dobbiamo puntare per ottenere un'immagine che sia una buona base di partenza per la conversione in bianconero?
1) Forme: chi
osserva l’immagine non potrà essere attratto o distratto dai colori, non appena
poserà lo sguardo sulla foto la sua attenzione sarà catturata dai
contorni e dai volumi degli elementi che la compongono.
Attraverso una rapida analisi
delle forme presenti su un’immagine, la nostra mente cerca possibili collegamenti con i propri ricordi per comprendere in
pochi istanti quale soggetto o situazione viene rappresentata nella foto.
2) Particolari e Dettagli: il bianconero può trarre vantaggio dalle composizioni “semplici”,
avvicinandoci al soggetto per inquadrare un particolare o un dettaglio dello
stesso, otterremo un’immagine interessante e di immediata comprensione.
3) Geometrie: la ripetitività di forme
regolari e di linee, è capace di creare effetti grafici e geometrie che
l’occhio riconosce istantaneamente.
4) Texture:
le trame presenti in tanti soggetti come: intonaci, murature, lastricati,
tessuti, ecc., vengono messe in forte evidenza dal bianconero.
5) Luci ed ombre: il
contrasto ha un ruolo fondamentale nel bianconero, le ombre aiutano a definire
i contorni e le forme assumendo la stessa rilevanza delle luci.
Si ottengono
gli effetti più interessanti tenendosi vicini agli estremi:
-
contrasto basso per
immagini delicate e a volte ricche di dettaglio;
-
contrasto elevato per accentuare la
differenza tra le varie parti o aree della composizione ed esaltare volumi e
texture.
6) Contrasto tra i colori:
il contrasto non dipende solo dalle diverse luminosità ma anche da come vengono
convertiti i vari colori nelle differenti tonalità di grigio. Su questo
elemento si può intervenire sia in fase di ripresa, attraverso l’utilizzo di
filtri colorati da anteporre all’obiettivo
(schiariscono le parti del loro
stesso colore, e scuriscono quelle del colore complementare), sia
successivamente in fase di post-produzione quando si effettua la conversione in
bianconero.
Vediamo di seguito un semplice esempio di foto a colori di una rosa, il suo colore rosso contrasta con il verde delle foglie e il marron-verde dello sfondo;
Questo è il risultato della conversione
automatica in bianconero, i colori così contrastanti si sono trasformati in tonalità di grigio molto simili.
L'adozione di un filtro rosso in ripresa o il filtraggio del rosso in fase di conversione bianconero, sono in grado di far risaltare il fiore rispetto allo sfondo migliorando nettamente l'immagine.
Tenete inoltre
conto di ulteriori due elementi:
L'eventuale presenza di rumore a causa della necessità di
utilizzare una sensibilità particolarmente alta, non rappresenta un particolare problema,
dato che risulterà essere simile alla grana presente nelle pellicole; capita
spesso di vedere immagini per le quali è stato lo stesso fotografo a introdurre un effetto grana come
ulteriore elemento compositivo
Per chi memorizza le foto solo in
JPG, è indispensabile fare
attenzione alla regolazione del bilanciamento del bianco per evitare di
alterare la registrazione dei colori in fase di ripresa, una resa non naturale
dei colori, ad esempio la dominante rossastra di una luce artificiale non
compensata correttamente al momento dello scatto, comporterebbe un marcato appiattimento
dell’immagine nella conversione in bianconero, con risultati totalmente
differenti da quelli prefigurati.
Alcune riflessioni a conclusione di questo post
- La fotografia in bianconero e quella a
colori non devono essere considerate in contrapposizione, ma piuttosto
complementari; vi sono soggetti, riprese e generi che vengono esaltati dall’utilizzo
del bianconero, e altri che danno i migliori risultati con l’utilizzo del
colore, altri ancora che si prestano favorevolmente all’utilizzo di entrambe le
tecniche, la scelta su quale sia la migliore per rappresentare un determinato soggetto
appartiene esclusivamente al fotografo.
- Sia che la scelta cada sul colore o sul bianconero, ricordate sempre che la cura dell'aspetto tecnico è solo una condizione preliminare per ottenere delle buone immagini, ciò che conta veramente e che rende preziosa una fotografia è la storia che racchiude e l'emozione che riesce a suscitare in chi la guarda.