è rappresentata dall'area che risulta essere a fuoco prima e dopo il soggetto che stiamo fotografando. Prendiamo in esame un punto luminoso posto all'infinito, avevamo affermato che sarebbe stato perfettamente a fuoco solo sul piano focale (dove è collocata la pellicola o il sensore), come mai adesso invece asseriamo che esiste un'area più estesa nella quale può essere a fuoco? La spiegazione sta nel fatto che il nostro occhio non è in grado di percepire punti più piccoli di una certa dimensione, e considera a fuoco un punto anche se in realtà è leggermente sfocato, a patto che il diametro del circolo riprodotto sul piano focale (chiamato "circolo di confusione") sia inferiore a 0,03 mm.
E' quindi come se avessimo a disposizione una serie di piani paralleli, davanti e dietro a quello della pellicola o del sensore, nei quali il circolo di confusione che si viene a creare è talmente piccolo, per cui il nostro occhio non è in grado di rilevare la sfocatura del soggetto riprodotto.
E' quindi come se avessimo a disposizione una serie di piani paralleli, davanti e dietro a quello della pellicola o del sensore, nei quali il circolo di confusione che si viene a creare è talmente piccolo, per cui il nostro occhio non è in grado di rilevare la sfocatura del soggetto riprodotto.