è rappresentata dall'area che risulta essere a fuoco prima e dopo il soggetto che stiamo fotografando. Prendiamo in esame un punto luminoso posto all'infinito, avevamo affermato che sarebbe stato perfettamente a fuoco solo sul piano focale (dove è collocata la pellicola o il sensore), come mai adesso invece asseriamo che esiste un'area più estesa nella quale può essere a fuoco? La spiegazione sta nel fatto che il nostro occhio non è in grado di percepire punti più piccoli di una certa dimensione, e considera a fuoco un punto anche se in realtà è leggermente sfocato, a patto che il diametro del circolo riprodotto sul piano focale (chiamato "circolo di confusione") sia inferiore a 0,03 mm.
E' quindi come se avessimo a disposizione una serie di piani paralleli, davanti e dietro a quello della pellicola o del sensore, nei quali il circolo di confusione che si viene a creare è talmente piccolo, per cui il nostro occhio non è in grado di rilevare la sfocatura del soggetto riprodotto.
L'ampiezza del circolo di confusione e quindi la profondità di campo risultante, dipende da tre fattori:
E' quindi come se avessimo a disposizione una serie di piani paralleli, davanti e dietro a quello della pellicola o del sensore, nei quali il circolo di confusione che si viene a creare è talmente piccolo, per cui il nostro occhio non è in grado di rilevare la sfocatura del soggetto riprodotto.
L'ampiezza del circolo di confusione e quindi la profondità di campo risultante, dipende da tre fattori:
- La focale dell'obiettivo (più alta è, più diminuisce la profondità di campo)
- Il diaframma utilizzato (più è aperto, più diminuisce la profondità di campo)
- La distanza del soggetto fotografato (più è vicino più diminuisce la profondità di campo)

Diaframma a f/16 Diaframma a f/4
Avere a disposizione un'ampia profondità di campo sembra essere a primo impatto la migliore condizione possibile per il fotografo, ma consideriamo ad esempio di dover fare un ritratto: se vogliamo che la persona sia inserita nell'ambiente in cui si trova, dobbiamo avere tutto perfettamente a fuoco; se invece vogliamo concentrare l'attenzione solo sul soggetto, lo dovremo isolare sfocando completamente lo sfondo, che in questi casi può rappresentare una fonte di disturbo. La profondità di campo quindi è un ulteriore elemento che abbiamo a disposizione per gestire la composizione della nostra fotografia.
5) Classificazine degli obiettivi a seconda della focale:


Menzione a parte meritano gli ultragrandangolari, denominati fisheye (occhio di pesce) obiettivi con angolo di campo da 180° in su, che a causa dell'estensione arrivano a formare sul sensore un'immagine circolare.
Teleobiettivo: sul campo opposto rispetto ai grandangolari, hanno angoli di campo sul 24x36 che partendo dai 28° di un 80 mm. scendono progressivamente sino ad arrivare a solo qualche grado nelle lunghissime focali come il 1200mm.
Naturalmante le dimensioni dell'obiettivo crescono notevolmente al crescere della sua focale, tanto che spesso è necessario dotarli di una staffa di supporto posta vicino al baricentro, che può essere fissata al cavalletto, consentendo di tenere in equilibrio il corpo macchina reflex con il teleobiettivo.

Zoom: obiettivi con estensione focale variabile più o meno estesa; grazie alla loro grande praticità, stanno progressivamente sostituendo le focali fisse, e oramai troviamo in commercio zoom grandangolari, teleobiettivi zoom, e anche zoom che vanno dal medio grandangolo sino al teleobiettivo; questi ultimi vengono normalmente abbinati al corpo macchina delle reflex digitali, consentendo di avere a disposizione una vasta gamma di focali, in grado di coprire molteplici esigenze senza obbligare a cambiare obiettivo.
Le focali fisse vengono ancora utilizzate su obiettivi con un più alto livello di specializzazione: macrofotografia, necessità di alte luminosità e teleobiettivi di lunghissima focale.
Alla loro nascita, gli zoom avevano una qualità ottica e costruttiva, decisamente inferiore agli obiettivi con focale fissa, dato che dovevano utilizzare un numero di lenti molto elevato e riuscire a correggere distorsioni e aberrazioni che variavano anche notevolmente al variare della focale; oggi questo divario si è notevolmente ridotto e gli zoom di fascia alta garantiscono prestazioni eccellenti e molto vicine a quelle delle focali fisse.