Quando si prende la decisione di comprare un obiettivo, e ci si trova di fronte a una gamma di prezzi che variano dai 110€ per un 50mm. f/1,8, ai 9000€ di un 600mm f/4, è difficile non porsi l'interrogativo su come si possa riuscire a valutare la prestazione che è in grado di offrire un determinato prodotto in rapporto all'investimento che si sta affrontando con il suo acquisto. Le scelte progettuali degli obiettivi sono sempre il frutto di una serie di compromessi ottici, le aberrazioni non possono mai essere azzerate e la marcata correzione di una può determinare il peggioramento di un'altra, il giusto equilibrio tra le possibili correzioni unito a un processo costruttivo adeguato, è in grado di fare la differenza.
Non è semplice avere delle certezze sulla qualità delle immagini che può produrre un certo obiettivo senza una lunga serie di misurazioni e le strumentazioni adeguate, per fortuna ci sono riviste specializzate e siti internet dei quali ci possiamo avvalere per avere informazioni utili.
Non è semplice avere delle certezze sulla qualità delle immagini che può produrre un certo obiettivo senza una lunga serie di misurazioni e le strumentazioni adeguate, per fortuna ci sono riviste specializzate e siti internet dei quali ci possiamo avvalere per avere informazioni utili.
Ma prima di parlare dei parametri che normalmente vengono presi in considerazione da chi fa i test sugli obiettivi, può essere utile fare una carrellata sulle principali aberrazioni di cui soffrono le ottiche e degli altri fenomeni che influiscono sulla bontà delle immagini prodotte.
Le aberrazioni si possono dividere principalmente in due categorie:
-Cromatiche: dipendono dalla natura della luce e dalle diverse lunghezze d'onda dei colori che la compongono.
-Geometriche: dipendono principalmente dalla forma delle lenti e più in generale dalla costruzione dell'obiettivo, si verificano con la luce monocromatica e quindi indipendentemente dalla lunghezza d'onda. In qualche caso vi potrà capitare di trovarle sotto la denominazione: "Le cinque aberrazioni di Seidel", dal nome dal fisico tedesco che le classificò nel lontano 1856.