Obiettivi e digitale - angolo di campo.

Nel post del 12 agosto ho parlato del "fattore di crop", parametro nato con l'avvento del digitale e che stabilisce un metro di paragone tra le focali utilizzate nel formato 35mm. (Full frame, in campo digitale) e quelle per i sensori di dimensioni inferiori: APS-H, APS-C, 4/3, ecc.
In una tabella dello stesso post, ho riportato: nelle colonne alcuni dei formati di sensore maggiormente utilizzati in campo amatoriale e professionalele, e nelle righe le relative focali equivalenti; intendendo con questo che tutte le focali riportate nella medesima riga hanno lo stesso angolo di campo.
Infatti l'angolo coperto da un obiettivo, oltre che dalla focale dello stesso, dipende dalla diagonale del sensore sul quale proietta l'immagine ripresa. La formula per calcolare l'angolo di campo è:

Angolo = 2 x arctan(d/2f)
dove d è la diagonale del sensore, e f è la lunghezza focale 

Facciamo un esempio concreto: prendiamo un obiettivo con focale 28mm. sul Full-frame (24x36mm. con una diagonale di circa 43,27mm.), l'angolo di campo che si ottiene dalla formula è di 75,4°; per ottenere lo stesso angolo di campo su un sensore APS-C Nikon o Pentax (a seconda dei modelli circa 15,6x23,7mm. con diagonale di 28,37), si dovrà utilizzare una focale di circa 18mm.

Per avere a disposizione uno schema di consultazione immediata, ho rivisto la tabella di equivalenza delle focali, inserendo di lato un'ulteriore colonna che riporta proprio l'angolo di campo coperto in gradi:


La confusione nata in merito alle focali, a causa delle diverse dimensioni dei sensori digitali in commercio, si sarebbe potuta evitare se si fosse adottato come standard di riferimento l'angolo di campo; tale scelta avrebbe rappresentato sia per il fotografo esperto che per il neofita un riferimento decisamente più chiaro e preciso per valutare il campo d'utilizzo degli obiettivi a disposizione.

E' possibile classificare gli obiettivi in funzione dell'angolo di campo, anche se tale suddivisione non è da considerarsi assoluta:
  • Fish-eye:                      da 140 a 180°
  • Ultragrandangolare:   da 105 a 115°
  • Grandangolo spinto:  da 90 a 100°
  • Grandangolo:             da 63 a 85°
  • Normale:                    da 40 a 55°
  • Medio Teleobiettivo:  da 35 a 18°
  • Teleobiettivo:             da 16 a 8°
  • Super Teleobiettivo:  da 6 a 2°
Per  comprendere cosa si riesce a inquadrare con gli obiettivi di maggior utilizzo, dall'ultragrandangolare al telobiettivo; prescindendo dal formato del sensore, e quindi utilizzando l'angolo di campo come unità di misura, vi propongo questa foto che ho fatto nel parco vicino a casa mia:


Data l'ampiezza e la numerosità degli angoli di campo riportati, ho ingrandito man mano la parte centrale per facilitarne la lettura:

Quota 20.000 per il Blog "Il piacere di fotografare"

Questa è stata la reazione dei lettori del Blog "Il piacere di fotografare", quando è trapelata la notizia che erano state superate le 20.000 visualizzazioni dal 4 aprile 2010, giorno della sua nascita:


Dalla pellicola al digitale - fattore di crop.

Chi si appresta a comprare una nuova macchina fotografica digitale, tra le caratteristiche riportate nei depliant, trova frequentemente una dicitura che viene aggiunta all'estensione focale dell'obiettivo in dotazione, ad esempio: Obiettivo in kit 18-55mm. (equivalente 27-82,5 nel formato 35mm)

L'indicazione, pur nel lodevole intento del produttore o del venditore, risulta certamente poco comprensibile per chi non ha avuto una precedente esperienza in campo fotografico.
Se poi si confronta quanto viene riportato per una fotocamera bridge, con le analoghe indicazioni che si trovano per una reflex, ma anche tra reflex di marche diverse o della stessa marca ma di modello differente, la questione assume contorni ancora meno chiari.

Proviamo a dissipare i dubbi partendo dal formato 35mm.: la pellicola larga 35mm. nasce nel 1909 per uso cinematografico, ma viene presto adottata da Ernest Leitz e utilizzata nelle fotocamere Leica;  intorno agli anni 30 la Kodak lo lancia definitivamente sul mercato: il caricatore nel quale viene avvolta ha il numero di produzione "135" (il formato viene chiamato indifferentemente:  135,  35mm.,  24x36  o  Leica).

Mentre per l'uso cinematografico la pellicola scorreva verticalmente e si utilizzavano fotogrammi da 24x18mm., in campo fotografico viene fatta scorrere orizzontalmente e il fotogramma diventa di 24x36mm.
Il formato 35mm. ottiene un successo tale per cui viene adottato sia dalle fotocamere amatoriali che dalle reflex, diventando lo standard più utilizzato e longevo mai esistito in campo fotografico, tanto da essere rimasto inalterato sino ai giorni nostri:  ancora adesso potreste tranquillamente recarvi in un negozio di fotografia, comprare un rullino 135 e utilizzarlo su una vecchia fotocamera analogica degli anni 30.

Con la nascita del digitale, la pellicola viene sostituita da un sensore che, per una serie di aspetti tecnico/produttivi ed economici, ha spesso dimensioni inferiori a 24x36, questo ha comportato la necessità di adottare obiettivi di focale differente da quelli prodotti e utilizzati fino a quel momento per il formato 35mm.

Canon amplia la linea R con le nuove mirrorless APS-C R7 e R10

Si sente spesso parlare di un imminente abbandono delle fotocamere con sensori più piccoli del Full-Frame, ma i produttori, complice la cont...

Post più popolari