Quando la scena che vogliamo riprendere è statica, abbiamo la fortuna di poter studiare con calma l'inquadratura che più ci piace e decidere quali siano le regolazioni che si adattano meglio al risultato che ci siamo preposti di ottenere.
In questo caso la scelta migliore che possiamo fare e che ci consentirà di avere il massimo delle possibilità a nostra disposizione, è quella di poter fare affidamento su un supporto in grado di assicurare stabilità al nostro apparecchio fotografico.
In questo caso la scelta migliore che possiamo fare e che ci consentirà di avere il massimo delle possibilità a nostra disposizione, è quella di poter fare affidamento su un supporto in grado di assicurare stabilità al nostro apparecchio fotografico.
Fotografare utilizzando un treppiede:
i vantaggi che derivano da questa scelta sono notevoli, primo fra tutti il fatto di mettere da parte le preoccupazioni derivanti dall'allungamento dei tempi di scatto, aspetto che tra le altre cose consentirà di utilizzare:- diaframmi intermedi per ottenere una resa migliore da parte dell'ottica e una profondità di campo più ampia; ma se la situazione dovesse richiedere che sia tutto a fuoco, a partire da un soggetto in primo piano sino allo sfondo, non si avrà nessuna difficoltà a chiudere ulteriormente il diaframma sino ad arrivare a valori di f/11 - f/16, e se indispensabile spingersi fino a f/22 (normalmente poco utilizzato a causa degli effetti negativi sulla nitidezza dovuti alla diffrazione).
- una sensibilità bassa, a tutto vantaggio della qualità dell'immagine, che presenterà un rumore contenuto, una gamma tonale più ampia e la migliore riproduzione dei colori di cui è capace la nostra fotocamera.
Focale 28mm. con f/13 e 8sec. a 100 ISO |
Ma anche utilizzando un treppiede, non bisogna fare l'errore di sentirsi eccessivamente sicuri di avere eliminato così ogni possibile causa di vibrazioni.
A parte l'aspetto piuttosto ovvio, per cui conta la robustezza e il carico massimo in peso gestibile dal treppiede che viene utilizzato, è indispensabile avere una serie di accortezze che possano darci la garanzia di ottenere la massima stabilità possibile:
A parte l'aspetto piuttosto ovvio, per cui conta la robustezza e il carico massimo in peso gestibile dal treppiede che viene utilizzato, è indispensabile avere una serie di accortezze che possano darci la garanzia di ottenere la massima stabilità possibile:
- utilizzare un dispositivo di scatto remoto (a cavo, a infrarossi o wireless), dato che anche la semplice pressione sul pulsante di scatto può indurre delle vibrazioni che permangono anche durante l'apertura dell'otturatore (in mancanza si può utilizzare l'autoscatto).
- selezionare l'apposita funzione che consente di bloccare in alto lo specchio della reflex prima dello scatto, visto che il movimento del gruppo di sollevamento dello specchio provoca consistenti vibrazioni:
- disabilitare lo stabilizzatore dell'obiettivo, che tratto in inganno dall'uso di un supporto stabile come il treppiede, reagisce con dei leggeri aggiustamenti del gruppo ottico che paradossalmente possono finire per generare delle immagini affette da micro-mosso.
Per quanto riguarda invece l'esposizione, dobbiamo considerare che quando scende la notte le condizioni di luce si invertono: di giorno sono le ombre a dare tridimensionalità, di notte sono le parti illuminate a emergere dalle aree più scure o buie. A questo si aggiunge il fatto che spesso sono presenti delle fonti di luce intensa all'interno dell'inquadratura.
Gli esposimetri delle nostre fotocamere, per quanto siano sofisticati, si trovano quindi a operare in condizioni di luce tali per cui vanno frequentemente in difficoltà e se si vuole ottenere un'esposizione ben bilanciata tra luci e ombre, è spesso indispensabile effettuare delle correzioni manuali.
Il mio consiglio è quello di scattare inizialmente una foto in automatico e dopo aver valutato il risultato sul display e dato un'occhiata all'istogramma risultante, spostarsi sulla regolazione manuale apportando le correzioni necessarie.
Può essere comunque utile scattare più foto della stessa scena con esposizioni diverse, dato che la fotografia notturna è uno dei casi in cui anche l'esame dell'istogramma può trarre in inganno, sopratutto se entrano nell'inquadratura luci particolarmente intense.
In una foto notturna, il divario tra le parti in luce e quelle in ombra è tale per cui le luci dei lampioni o dei faretti accesi, andranno quasi sempre a collocarsi al di fuori dalla gamma registrabile risultando bruciate, mentre la gran parte dei dei toni della foto sarà spostata verso le ombre, come possiamo vedere nell'istogramma relativo a quest'ultima immagine.
Diversamente da quanto si verifica per una foto scattata con luce calante ma con un cielo ancora abbastanza luminoso, nella quale i valori si distribuiscono in maniera più equilibrata, come ci aspettiamo di vedere per una foto esposta correttamente.
Può essere comunque utile scattare più foto della stessa scena con esposizioni diverse, dato che la fotografia notturna è uno dei casi in cui anche l'esame dell'istogramma può trarre in inganno, sopratutto se entrano nell'inquadratura luci particolarmente intense.
In una foto notturna, il divario tra le parti in luce e quelle in ombra è tale per cui le luci dei lampioni o dei faretti accesi, andranno quasi sempre a collocarsi al di fuori dalla gamma registrabile risultando bruciate, mentre la gran parte dei dei toni della foto sarà spostata verso le ombre, come possiamo vedere nell'istogramma relativo a quest'ultima immagine.
Diversamente da quanto si verifica per una foto scattata con luce calante ma con un cielo ancora abbastanza luminoso, nella quale i valori si distribuiscono in maniera più equilibrata, come ci aspettiamo di vedere per una foto esposta correttamente.