Tempo di vacanze 2

Sardegna e mare, un binomio inscindibile. Io vivo in Sardegna e il mare non può che essere uno dei soggetti delle mie fotografie: insenature, spiagge, scogliere e acque trasparenti; ma c'è anche un mondo sotto la superficie del mare che certamente non è meno bello. Mi è sempre piaciuto girare con maschera e pinne sin da quando ero ragazzo, e dopo  essere stato contagiato dalla fotografia mi è spesso venuta in mente l'idea di comprare una fotocamera subacquea per provare a fare qualche foto sott'acqua.
I costi delle attrezzature mi hanno sempre scoraggiato, ma questa primavera qualcuno ha avuto l'idea di farmi un regalo, niente di eccezionale  o particolarmente costoso: una piccola compatta da 8 Mp con relativa custodia stagna;  così, non appena giunta l'estate, ho fatto le prime prove,  certo non prive di complicazioni, ma neanche di difficoltà insormontabili.
Se non si hanno pretese professionali, ma solo la voglia di fare una nuova esperienza, potete divertirvi  e ottenere dei risultati dignitosi anche con un'attrezzatura di base come quella che ho utilizzato io; se poi diventerà una vera e propria passione...vi avverto sin da ora: non vi basterà la tecnica, ma dovrete mettere mano in maniera pesante al portafoglio.
Ma torniamo alle prime esperienze fatte e vediamo quali sono le principali
difficoltà esistenti e che ho riscontrato:

- L'intensità della luce è abbastanza buona solo sino ai  due metri, dopo scende drasticamente,  se poi i raggi del sole arrivano inclinati rispetto alla superficie , una parte della luce viene riflessa; quindi è preferibile fotografare nelle ore centrali della giornata (10.00-15.00).

- Fotografare sott'acqua è come aver montato sulla macchina un filtro blu, la cui intensità aumenta man mano che si scende di profondità. A partire da un metro il rosso incomincia a sparire, e  a poco più di  quattro metri è quasi scomparso, quindi tocca all'arancio e poi al giallo, e a qualche decina di metri esistono solo il verde e il blu.
- La trasparenza dell'acqua ha una notevole importanza, basta che il mare si agitato e a un solo metro di distanza ci sarà già una evidente perdita di luminosità e dettaglio, a causa delle particelle in sospensione. La perdita di luminosità potrebbe essere compensata dall'utilizzo del flash, ma le particelle in sospensione colpite dalla forte luce del flash si trasformeranno in una miriade di punti luminosi che disturberanno in maniera marcata l'immagine. In realtà anche con un mare limpido e calmo, c'è comunque una piccola parte di particelle in sospensione, dovute a sedimenti o microscopici organismi, che provocano un abbassamento del contrasto e della nitidezza, tanto che è consigliabile stare il più vicini possibile al soggetto e  non superare comunque i due metri di distanza.


- La valutazione delle distanze sarà influenzata da diverso indice di rifrazione dell'acqua rispetto all'aria, con la conseguenza che gli oggetti sembreranno più vicini e più grandi di circa 1/4 (ma chi usa abitualmente la maschera lo sa già). Anche la focale dell'obiettivo subirà la stessa sorte, aumentando nella stessa proporzione, se avete uno zoom è preferibile  usare esclusivamente il grandangolo.

- Le prime foto sono risultate sovraesposte e solo dopo averle studiate un po e aver fatto prove mi sono reso conto che nelle foto fatte con mare calmo, sole pieno e in poco più di un metro d'acqua, l'esposimetro veniva ingannato dai riflessi sulla superficie dell'acqua (ho tarato la macchina a -1 EV).

- Qualcuno consiglia di non utilizzare il bilanciamento del bianco in automatico, ma le differenti condizioni nelle quali mi sono imbattuto, avrebbero richiesto una continua valutazione della condizione e relativa modifica manuale, aspetto che rischiava di farmi perdere il tempo giusto per scattare la foto. Ho pertanto deciso di lasciare il controllo su AWB, e mi sono rassegnato a correggere le dominanti in fase di elaborazione delle immagini (essendo comunque indispensabile una post-elaborazione).

- La visibilità dello schermo della compatta attraverso la finestra trasparente della custodia sub, pur regolando la luminosità al massimo, è decisamente difficoltosa, tanto che in alcune condizioni di luce non si riesce a seguire i movimenti dei pesci e valutare successivamente se la foto è riuscita bene.

- Il mare mosso, anche nel caso in cui non sollevi troppa sospensione, crea grosse difficoltà per riuscire  a mantenere la fotocamera ferma, e può portare facilmente a perdere l'inquadratura o a ottenere una foto mossa (per fortuna con il digitale possiamo scattare molte fotto dello stesso soggetto, sempre che il pesce sia d'accordo...).


- Una volta tornati a casa, non dimenticate mai di sciacquare per alcuni minuti la custodia sub in abbondante acqua  dolce,  prima di aprirla per estrarre la fotocamera e scaricare le foto. 

Come anticipavo prima, una volta esaminate le foto sarà sempre necessario fare una serie di correzioni con un programma di elaborazione delle immagini, ma di questo mi occuperò nel prossimo post con un esempio pratico.