Qualche settimana fa, ho incontrato nei Giardini Pubblici di Cagliari due giovani artisti: Matteo e Giovanni.
Clicca sulle foto per vederle ingrandite. |
Il viale con i suoi lampioni, gli alberi e la vegetazione, la fontane e le sculture, le persone che frequentano quotidianamente il parco, tutto contribuisce a fornire elementi utili per fare pratica e migliorare la propria tecnica.
Incuriosito mi sono avvicinato, ho chiesto di poter fare qualche foto, e tra uno scatto e l'altro abbiamo fatto quattro chiacchere.
Nonostante viviamo in una nazione che ha avuto grandi artisti e che deve all'arte dei secoli passati, buona parte delle motivazioni che spingono i turisti stranieri a visitarci, non ci curiamo assolutamente di far crescere e promuovere i giovani che amano le arti visive.
Le gallerie e gli spazi dedicati all'arte non mancano, ma i costi da sostenere per poter fare una mostra personale, non sono sostenibili da chi sta iniziando il proprio percorso artistico.
Anche la semplice esposizione delle proprie opere per strada, da noi rappresenta spesso un problema insormontabile, a causa delle ordinanze emesse da molti comuni.
E pensare che in tante città d'Europa le aree cittadine dedicate agli artisti rappresentano una vera e propria risorsa, per non parlare poi dei quartieri come quello di Montmartre e Montparnasse, che sono stati decretati "Quartieri Culturali" di Parigi.
Una galleria d’arte nata per scherzo (e diventata un successo vero)
Emmelie Koster è una brillante studentessa in giurisprudenza.
Da sempre coltiva la passione per l’arte e la creatività, al punto di pensare, un giorno, di potersi affermare come artista contemporanea attraverso le sue opere e la ricerca continua del colore giusto sulla tela; attraverso quella esplosione interiore di cromatismi e poetiche che tanto si è vista nella sua Germania.
Presto, però, si accorge delle difficoltà dell’essere artista, o almeno delle difficoltà a trovare la necessaria visibilità oltre che i “contatti” giusti per entrare a pieno titolo nel mercato dell’arte.
Forse lo sconforto o un rigurgito di amor proprio, la convincono, tra un esame di diritto costituzionale e l’avvio di un master, a diffondere le sue opere on line.
E lo fa cambiando nome: passa dal femminile Emmilie, al maschile, anonimo quanto basta, Bob; per rendere più credibili le opere di “Bob” crea anche il sito web di una finta galleria d’arte che le promuove.
Per una strano concatenarsi di circostanze, i più maliziosi potrebbero trovarne la causa scomodando anche le differenze di genere, non solo inizia a vendere ma la sua galleria on line diventa luogo di proposta.