La Composizione in fotografia - parte 1°.

Iniziamo a parlare della composizione fotografica partendo dall'inquadratura e prendendo in considerazione un componente, in apparenza banale, che rappresenta però il primo elemento attraverso il quale si prende visione della scena e si approccia la composizione di una possibile foto: il mirino

Il mirino della fotocamera ci mostra quali sono i limiti dell'inquadratura, e il suo formato (che ritroviamo identico nel sensore e poi nella fotografia scattata), influenza alcune delle scelte compositive del fotografo; in particolare sul posizionamento del soggetto/i all'interno dell'inquadratura, e sul rapporto tra questi e quant’altro sia presente nella scena ripresa.

Vediamo di seguito alcuni aspetti sul formato, sia per quanto attiene al rapporto tra i lati dell'inquadratura, sia come suo orientamento orizzontale o verticale. 

IL FORMATO



Le reflex digitali hanno sensori con dimensione 3:2, ereditato dalle fotocamere analogiche che utilizzavano la pellicola 35mm con negativo 24x36mm...


...di conseguenza anche il mirino o il display attraverso il quale si visualizzano e analizzano i soggetti, presenta lo stesso rapporto di 3:2 tra i suoi lati, e così pure le foto che saranno prodotte.  

Per migliorare la composizione è sempre possibile ritagliare l’immagine, ad esempio, un leggero ritaglio che mantenga lo stesso formato può essere a volte necessario per correggere eventuali distorsioni dell'obiettivo utilizzato, o eliminare qualche elemento di disturbo a margine di cui non c’eravamo accorti (non sempre il mirino della fotocamera mostra il 100% dell'immagine ripresa). 
Ma può capitare che le caratteristiche della scena da fotografare non si adattino al formato 3:2 (non modificabile in ripresa), e quindi si scatti la foto con la consapevolezza che in fase di elaborazione ne sarà modificato il formato, ricorrendo a alcuni standard che appaiono più confacenti con quella costruzione d'immagine.

2:1 panoramico;



4:3 meno allungato del 3:2, e che pone minori problemi rispetto alla scelta sull’orientamento orizzontale/verticale (utilizzato da fotocamere compatte, monitor meno recenti e vecchie TV) ;



1:1 quadrato, che riporta alla memoria le pellicole 6x6 delle Rolleiflex o delle Hasselblad, adatto per immagini equilibrate o simmetriche;



da alcuni viene giudicato un po’ troppo statico e quindi monotono, ma può ritrovare una sua dinamicità ponendo il soggetti lungo le diagonali.



Comunque, è sempre preferibile cercare di fare la scelta più appropriata al momento dello scatto, sia per evitare di cadere nell’errore di fotografare senza badare alla composizione, procrastinando l'analisi e le scelte al momento dell’elaborazione, sia perché il ritaglio comporta sempre una perdita in termini di risoluzione.

Nel caso poi si decida solo a posteriori di cambiare l’orientamento della foto, passando dal formato orizzontale a quello verticale o viceversa, la contrazione risulterà particolarmente pesante (oltre il 55% nella migliore delle ipotesi).




ORIZZONTALE o VERTICALE?

La nostra visione binoculare (campo visivo orizzontale maggiore di quello verticale per la parziale sovrapposizione dei campi relativi ai due occhi), ci porta a ritenere più naturale l’inquadratura orizzontale, e anche l’impugnatura della fotocamera risulta decisamente più facile rispetto a quella necessaria per l'inquadratura verticale. Questa propensione però, non deve indurre a trascurare l'importanza della scelta sull'orientamento della foto, infatti ognuna delle due possibilità si adatta maggiormente a alcuni specifici generi di fotografia.

Il formato orizzontale viene utilizzato spesso nel paesaggio...




La Composizione in fotografia - premessa.

Come ogni inizio di nuovo anno, mi sono chiesto quali argomenti trattare per primi e mi è tornata alla mente una mail ricevuta lo scorso novembre da Simona Green, una delle lettrici iscritte al Blog con la quale ho avuto il piacere di scambiare qualche opinione in merito ad aspetti riguardanti l'attrezzatura fotografica e la ripresa, che mi invitava a considerare l'idea di parlare in maniera più estesa della "Composizione".
Pur avendo pubblicato in passato qualche post in proposito, la sua richiesta mi ha indotto a riflettere sul fatto che si tratta di un argomento che merita certamente di essere approfondito, e così ho deciso di seguire il suo consiglio.
La materia è sicuramente più vasta di quanto ci si possa aspettare, sarà quindi indispensabile affrontarla per gradi e dividerla su più post; oggi volevo solo parlarvi di questa idea e fare una breve introduzione.

PREMESSA

Buona parte di coloro che si avvicinano alla fotografia, sono portati a comporre le proprie foto in maniera istintiva, e se pure alcuni mostrino, grazie a una predisposizione naturale, di riuscire a ottenere da subito dei buoni risultati, sapere anticipatamente perché una certa costruzione dell’immagine sia in grado di attirare l’attenzione di chi l’osserva, è sempre di grande aiuto.

Inizialmente si può essere tratti in inganno dalla facilità e rapidità con la quale è possibile scattare una foto, trascurando il fatto che nella mente di un bravo fotografo, in quel breve istante che precede la pressione del pulsante di scatto, si attivano una serie di automatismi che non provengono solo dalle sue doti naturali, ma attingono a tutte quelle conoscenze ed esperienze maturate in anni di applicazione, lavoro e passione.
Non va dimenticato poi, che gran parte delle splendide foto realizzate dai grandi interpreti della fotografia non sono scattate al volo, ma bensì il frutto di una precisa e attenta pianificazione, dove il breve momento di esecuzione dello scatto rappresenta solo l’atto conclusivo di un accurato studio sullo scenario e sulle possibili condizioni di ripresa.

Ansel Adams
Devid Clapp
Steve McCurry
Elliot Erwitt

Nonostante ciò, l’aspetto relativo alla composizione delle foto viene spesso relegato in secondo piano, soverchiato dalla grande rilevanza attribuita alle caratteristiche tecniche dell’attrezzatura fotografica, che nella mente di molti diventa, erroneamente, l’elemento fondamentale per ottenere delle belle immagini.

La bontà dei sistemi automatici di cui sono dotate le moderne fotocamere, consente anche alla persona inesperta di produrre una buona percentuale di foto tecnicamente accettabili: messa a fuoco, esposizione e colori corretti, ma non sono di alcun aiuto quando si tratta di trovare la combinazione capace di valorizzare la scena ripresa, e tanto meno di trasmettere le sensazioni che ha provato il fotografo nel vederla e che lo hanno spinto a scattare quella foto.

Affidandosi solo al proprio intuito, si corre il rischio di concentrare l’attenzione esclusivamente sui soggetti che ci appaiono belli o interessanti, trascurando totalmente come verranno ripresi. Intendiamoci, il soggetto è ovviamente la componente più importante di una foto, ma è indispensabile imparare a osservare con attenzione tutto ciò che risulta compreso all’interno dell'inquadratura, e quale sia l’impatto di ogni singolo elemento sull’immagine finale. 

E' bene comunque sottolineare, sin dalle prime battute di questa esposizione, che: le regole compositive non sono dei dogmi e non consentono di fornire una facile soluzione per qualsiasi problema, rappresentano semplicemente delle indicazioni utili per dare ordine e forza agli elementi grafici che compongono l’inquadratura. Per riuscire a ottenere dei risultati che ci diano soddisfazione e che raccolgano l'apprezzamento degli altri, è sempre indispensabile trovare il giusto equilibrio tra la tecnica e la creatività.

Proprio dall'inquadratura ripartiremo nel prossimo post, proseguendo il percorso sulla "Composizione". A presto.


Parcheggi quartiere Fonsarda - Aggiornamento gennaio 2014.

Venerdì 17 gennaio sono iniziati i lavori di modifica della viabilità nelle strade della Fonsarda. 


La trasformazione a senso unico di alcune vie del popoloso quartiere di Cagliari si è resa necessaria per consentire l'incremento dei posti auto, assolutamente insufficienti a coprire le esigenze degli abitanti dopo la chiusura di alcune aree utilizzate da decenni come parcheggi di fortuna, e nelle quali sono in corso da agosto 2013 i lavori per la realizzazione di piazze-giardino (vedi post precedenti cliccando sulle singole date: 14settembre; 17settembre; 3ottobre; 20ottobre).

Le numerose e vivaci proteste degli abitanti hanno sicuramente contribuito ad evitare che si creasse una situazione insostenibile per il quartiere, infatti, oltre all'immediato peggioramento di una condizione già gravosa di carenza dei parcheggi (le aree chiuse garantivano il ricovero notturno a circa 300 auto), esisteva il fondato timore che si volesse anche modificare la tipologia di una parte degli stalli presenti nella zona, trasformandoli in sosta a pagamento.
Oggi possiamo dire che amministratori e politici, pur dopo qualche tentennamento e con differenti sensibilità, hanno accolto in parte i "suggerimenti" dei loro concittadini, e stanno quantomeno provando a dare una risposta complessiva alle necessità del quartiere, tenendo in maggiore considerazione i bisogni delle diverse categorie che lo popolano.



Al momento le variazioni sul senso di marcia hanno interessato solo la Via dei Capraia (senso unico da Via Giudice Chiano a Via dei Visconti) e l'ultimo tratto di Via Giudice Mariano (senso unico da P.zza Giudicessa Elena verso Via dei Visconti); inoltre, dai cartelli stradali che sono già stati piazzati, si evince che la Via dei Visconti rimarrà a doppio senso.




Non appena saranno terminati i lavori nel quartiere, vi darò tutte le indicazioni relative alla nuova viabilità della zona e un parere sull'efficacia del piano che è stato realizzato.





Nel contempo è stata resa disponibile la seconda trance dei parcheggi sotterranei del Parco della Musica: Parcheggio PIAZZA NUOVA (la prima parte è stata aperta poco prima di Natale - in forma gratuita sino alla Befana), ma purtroppo risulta essere di scarsa utilità per i residenti,  dato che:

- Chiude alle 21.00 e le auto devono abbandonare il parcheggio pena la rimozione, e riapre alle 8.00.

- E' chiuso la Domenica e i Festivi.

- L'accesso è solo dalla Via S.Alenixedda e la rampa su Via Giudice Torbeno (quella più vicina alla Fonsarda) è utilizzabile solo per l'uscita.

- Non è ancora attiva la possibilità di stipulare abbonamenti con la società Parkar che lo gestisce, e non si sa se ci saranno convenzioni a tariffa agevolata per i residenti.


In compenso sono spuntate tante strisce blu intorno al Parco della Musica...

- Via S. Alenixedda












... anche nelle strade dove trovavano ricovero le auto degli abitanti delle case della Regione.

- Via Giudice Torbeno


















- Via Cao di S.Marco


















Come potrete notare, in Via Cao di S.Marco c'è un cartello di Parcheggio con la dicitura "residenti", ho pensato: "Non dirmi che i residenti avranno un pass per parcheggiare senza pagare la sosta!", illusione... ho provato a chiedere a un incaricato della Parkar, che pur non sapendo darmi ragguagli sul cosa rappresenti quel cartello, di una cosa era sicuro: "La sosta è a pagamento e devono pagare tutti".


Per quanto riguarda i cantieri aperti per la realizzazione delle piazze-giardino, i lavori sono andati avanti senza sosta e il grosso dell'opera sembra realizzato.

Angolo Via Giudice Chiano - Via dei Capraia
Angolo Via Dei Visconti - Via dei Donoratico
Alcuni lamentano il fatto che lo spazio lasciato per il "giardino" è modesto, in particolare nell'area al lato di Via dei Donoratico, e che in tutti i casi le piante e gli alberi messi a dimora non garantiranno ne una adeguata presenza di verde, ne un futuro riparo dal sole.
Non sono un esperto botanico, ma certo le piante sembrano rade e poco appariscenti (il termine piazze-giardino appare quantomeno presuntuoso), e la scelta di alcune specie lascia qualche perplessità. 
Ho l'impressione però che il lavoro dei giardinieri non sia ancora ultimato e questo potrebbe trarre in inganno, in fondo ci sono ancora tre mesi di tempo prima della consegna delle piazze.


UniversitArt - 2° edizione.

Dall'11 al 21 gennaio si svolge nella Cittadella dei Musei di Cagliari la seconda edizione di UniversitArt, mostra collettiva d'arte contemporanea riservata ai giovani universitari.
Il tema scelto quest'anno: "La perdita dell'identità nella società contemporanea", interessante ma indubbiamente complesso, avrebbe certamente richiesto un tempo di ricerca e sedimentazione decisamente più lungo di quello concesso dal bando.
I giovani che si sono cimentati nella realizzazione delle opere, avvertono una forte spinta verso il campo artistico, ma seguono dei corsi di studio universitari che non lasciano troppo spazio ad altre attività. Questo aspetto non deve però indurre a considerare meno rilevante il lavoro che è stato fatto per questa mostra e l'impegno che ciascuno di loro vi ha messo.
Da semplice osservatore potrei rilevare, come altri hanno fatto, che non tutte le opere mostrano uno studio approfondito sul tema (serviva indubbiamente un tempo maggiore per la preparazione), potrei soffermarmi a criticare l'allestimento (provate voi a organizzare una mostra senza soldi e con vincoli stretti da parte del museo), potrei insistere sul fatto che artisti e organizzatori hanno ancora molta strada da fare (è lo stesso per qualsiasi giovane che intraprenda una qualsiasi altra carriera), ma tutto questo avrebbe ben poco senso.
L'aspetto realmente importante è che si tratta di un'iniziativa valida, e come tale va apprezzata e incentivata, così che possa ripetersi nel tempo e crescere. La vena artistica e la creatività dei nostri giovani, trova raramente un supporto nella formazione scolastica e universitaria, e quando succede è quasi sempre dovuto all'iniziativa di qualche insegnate illuminato o di un gruppo di persone che con convinzione e sacrificio si butta nell'impresa. 
Ben vengano quindi i progetti come questo, i risultati si vedranno nel tempo; probabilmente non tutti diventeranno degli artisti, ma certamente avranno acquisito una maggiore sensibilità artistica e saranno in grado di mettere a frutto le loro capacità creative in altri mestieri.

Di seguito qualche foto scattata domenica mattina, che spero possa invogliarvi a visitare la mostra - orario di apertura 9.00-13.00 e 16.00-19.00 - ingresso gratuito.

Cecilia Leligno - tema centrale del progetto fotografico, la ricerca della perfezione estetica.



Andrea Fenu - Melancholia





Fabio Desu




Valentina Cauli








Simone Casu





L'iniziativa non si limita ad esporre i lavori selezionati per la mostra, ma comprende alcuni forum dedicati a: etnomusicologia, cinema e arte contemporanea, oltre alla premiazione del 1° Concorso di poesia per gli Universitari, la presentazione di un libro e la proiezione di un film.

Per ulteriori indicazioni e notizie potete andare sulla pagina facebook di UniversitArt cliccando quì. 

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