Iniziamo a parlare della composizione fotografica partendo dall'inquadratura e prendendo in considerazione un componente, in apparenza banale, che rappresenta però il primo elemento attraverso il quale si prende visione della scena e si approccia la composizione di una possibile foto: il mirino.
Il mirino della fotocamera ci mostra quali sono i limiti dell'inquadratura, e il suo formato (che ritroviamo identico nel sensore e poi nella fotografia scattata), influenza alcune delle scelte compositive del fotografo; in particolare sul posizionamento del soggetto/i all'interno dell'inquadratura, e sul rapporto tra questi e quant’altro sia presente nella scena ripresa.
Vediamo di seguito alcuni aspetti sul formato, sia per quanto attiene al rapporto tra i lati dell'inquadratura, sia come suo orientamento orizzontale o verticale.
IL FORMATO
Le reflex digitali hanno sensori con dimensione 3:2, ereditato dalle fotocamere analogiche che utilizzavano la pellicola 35mm con negativo 24x36mm...
...di conseguenza anche il mirino o il display attraverso il quale si visualizzano e analizzano i soggetti, presenta lo stesso rapporto di 3:2 tra i suoi lati, e così pure le foto che saranno prodotte.
Le reflex digitali hanno sensori con dimensione 3:2, ereditato dalle fotocamere analogiche che utilizzavano la pellicola 35mm con negativo 24x36mm...
...di conseguenza anche il mirino o il display attraverso il quale si visualizzano e analizzano i soggetti, presenta lo stesso rapporto di 3:2 tra i suoi lati, e così pure le foto che saranno prodotte.
Per migliorare la composizione è sempre possibile ritagliare l’immagine, ad esempio, un leggero ritaglio che mantenga lo stesso formato può essere a volte necessario per correggere eventuali distorsioni dell'obiettivo utilizzato, o eliminare qualche elemento di disturbo a margine di cui non c’eravamo accorti (non sempre il mirino della fotocamera mostra il 100% dell'immagine ripresa).
Ma può capitare che le caratteristiche della scena da fotografare non si adattino al formato 3:2 (non modificabile in ripresa), e quindi si scatti la foto con la consapevolezza che in fase di elaborazione ne sarà modificato il formato, ricorrendo a alcuni standard che appaiono più confacenti con quella costruzione d'immagine.
2:1 panoramico;
4:3 meno allungato del 3:2, e che pone minori problemi rispetto alla scelta sull’orientamento orizzontale/verticale (utilizzato da fotocamere compatte, monitor meno recenti e vecchie TV) ;
1:1 quadrato, che riporta alla memoria le pellicole 6x6 delle Rolleiflex o delle Hasselblad, adatto per immagini equilibrate o simmetriche;
da alcuni viene giudicato un po’ troppo statico e quindi monotono, ma può ritrovare una sua dinamicità ponendo il soggetti lungo le diagonali.
Comunque, è sempre preferibile cercare di fare la scelta più appropriata al momento dello scatto, sia per evitare di cadere nell’errore di fotografare senza badare alla composizione, procrastinando l'analisi e le scelte al momento dell’elaborazione, sia perché il ritaglio comporta sempre una perdita in termini di risoluzione.
Nel caso poi si decida solo a posteriori di cambiare l’orientamento della foto, passando dal formato orizzontale a quello verticale o viceversa, la contrazione risulterà particolarmente pesante (oltre il 55% nella migliore delle ipotesi).
Nel caso poi si decida solo a posteriori di cambiare l’orientamento della foto, passando dal formato orizzontale a quello verticale o viceversa, la contrazione risulterà particolarmente pesante (oltre il 55% nella migliore delle ipotesi).
ORIZZONTALE o VERTICALE?
La nostra visione binoculare (campo visivo orizzontale maggiore di quello verticale per la parziale sovrapposizione dei campi relativi ai due occhi), ci porta a ritenere più naturale l’inquadratura orizzontale, e anche l’impugnatura della fotocamera risulta decisamente più facile rispetto a quella necessaria per l'inquadratura verticale. Questa propensione però, non deve indurre a trascurare l'importanza della scelta sull'orientamento della foto, infatti ognuna delle due possibilità si adatta maggiormente a alcuni specifici generi di fotografia.
Il formato orizzontale viene utilizzato spesso nel paesaggio...
Il formato orizzontale viene utilizzato spesso nel paesaggio...
...ma anche nella foto di gruppo...
...o nel ritratto ambientato.
Le foto scattate utilizzando l'inquadratura orizzontale rendono meglio quando vengono riprodotte sui monitor, che a parte qualche eccezione (uso professionale con modalità pivot), adottano di norma il formato orizzontale (4:3 o 16/10).
L’inquadratura verticale si presta bene per il ritratto in tutte le sue forme, dal primo piano sino ad arrivare alla figura intera...
...e comunque, per qualsiasi soggetto che si estenda maggiormente in altezza.
SOGGETTO E SFONDO
Il rapporto tra soggetto e sfondo dipende dal contenuto informativo che si vuole trasmettere con quella immagine.
Se tutta l’attenzione dell'osservatore deve concentrarsi sul soggetto, lo sfondo deve essere neutro o comunque poco influente.
In alcuni casi sarà importante avvicinarsi molto al soggetto, così che occupi buona parte dell’inquadratura,...
....sino a decidere di eliminare totalmente lo sfondo, se l’intenzione è quella di evidenziare dei dettagli interessanti (che in questo caso diventano il vero soggetto dell’immagine).
Se si vuole che sia percepibile l’ambiente in cui si effettua la ripresa è necessario lasciare uno spazio adeguato intorno al soggetto.
Dato però che non si può più giocare sulla differente nitidezza, il soggetto rischia di perdere visibilità, confondendosi parzialmente con quanto presente sullo sfondo; sarà pertanto importante curare che si stacchi nettamente da quanto presente alle sue spalle, per tonalità o colore.
La tendenza di chi impugna per la prima volta una fotocamera è quella di porre sempre il soggetto al centro della foto, scelta che pur indirizzando chiaramente chi osserva l’immagine, può risultare troppo scontata e priva di qualsiasi dinamismo.
Perché la collocazione decentrata del soggetto abbia un senso, deve rispondere a criteri oggettivi, capaci di attrarre indipendentemente dai gusti personali. Buona parte dei principi compositivi utili in fotografia, sono gli stessi applicati nel disegno e nella pittura.
La collocazione del soggetto principale in un qualsiasi punto della scena ripresa, determina nella nostra mente una suddivisione implicita dell’inquadratura; le possibilità sono ovviamente infinite, ma esistono dei rapporti numerici che consentono di ottenere una composizione che per la nostra mente risulta armoniosa e dinamica. E' il caso della sezione aurea, ampiamente utilizzata dai pittori sin dal rinascimento:
Due parti risultano essere in rapporto aureo se la loro somma sta alla parte più grande come la parte più grande sta a quella più piccola, il numero irrazionale equivalente che si ottiene vale circa 1,618.
Applicando la regola all'area inquadrata dal mirino della nostra fotocamera, e tracciando una linea perpendicolare da ciascuno dei punti ricavati dalla suddivisione dei suoi lati, otteniamo quattro rette che prendono il nome di Linee di Forza , e possiamo individuare in corrispondenza della loro intersezione quattro punti chiamati Punti Focali.
La composizione della foto si avvantaggerà se abbiamo l'accortezza di collocare il soggetto/i in corrispondenza dei Punti Focali.
Le rete tracciate inoltre, determinano anche una suddivisione dell’inquadratura in aree, aspetto che torna utile quando la scena comprende delle zone nettamente separate tra loro e ci troviamo nell’imbarazzo di decidere a quale di queste dare maggior spazio.
Se prendiamo ad esempio una foto di paesaggio, la collocazione dell'orizzonte in corrispondenza di una delle linee di forza, consentirà di avere una composizione più armoniosa.
Si può posizionare l'orizzonte in corrispondenza della linea di forza superiore per dare maggiore rilevanza a ciò che è presente a livello del terreno,...
...in corrispondenza della linea di forza inferiore se si vuole far risaltare un cielo interessante.
Se prendiamo ad esempio una foto di paesaggio, la collocazione dell'orizzonte in corrispondenza di una delle linee di forza, consentirà di avere una composizione più armoniosa.
Si può posizionare l'orizzonte in corrispondenza della linea di forza superiore per dare maggiore rilevanza a ciò che è presente a livello del terreno,...
Certo, non si può pensare che per ogni scatto si debba preventivamente calcolare con assoluta precisione il punto esatto nel quale collocare il soggetto o posizionare l'orizzonte, ma avere cognizione dell’influenza che certe regole geometriche hanno sulla percezione delle persone, e tenerne conto nel momento in cui si compone una foto, aiuta a dare maggiore efficacia ai nostri scatti.
Quasi certamente avrete sentito parlare anche della regola dei terzi, che si basa sullo stesso concetto, solo che questa volta i lati vengono suddivisi in segmenti con un rapporto uguale a 1,5 (non troppo distante da quello previsto dalla regola aurea). I lati dell’inquadratura vengono divisi in tre parti uguali, aspetto che rende nettamente più facile l’individuazione dei punti focali e delle linee di forza.
Quasi certamente avrete sentito parlare anche della regola dei terzi, che si basa sullo stesso concetto, solo che questa volta i lati vengono suddivisi in segmenti con un rapporto uguale a 1,5 (non troppo distante da quello previsto dalla regola aurea). I lati dell’inquadratura vengono divisi in tre parti uguali, aspetto che rende nettamente più facile l’individuazione dei punti focali e delle linee di forza.
Per quanto mi riguarda, ho notato che (abitudine del tutto personale) mi viene spontaneo applicare la regola dei terzi nella maggior parte delle immagini con formato 3:2, mentre quella aurea mi appare più naturale se utilizzo o ritaglio l'immagine con il formato 4:3; ma come detto poc'anzi, l'importante non è spaccare il millimetro, ma tenere conto della maggiore armonia o dinamicità che si ottiene posizionando il soggetto/i nelle vicinanze dei punti focali o lungo le direttrici delle linee di forza.
Attivando la funzione Live View della reflex è possibile usufruire della griglia di suddivisione dello schermo secondo la regola dei terzi, strumento che viene reso disponibile proprio per facilitare la composizione delle foto.
Tutto questo non implica che non si possa collocare il soggetto in posizioni totalmente differenti da quelle indicate nella regola aurea o in quella dei terzi, l'importante è che ci sia una motivazione per farlo e che la scelta riesca a catturare l'attenzione di chi guarda la foto.
Nella foto che segue ad esempio, la posizione centrale del soggetto non fa che confermare la sua staticità rispetto alle altre persone che sono salite nel bus, e la particolare scelta di sedersi sulla catena, perché nella fermata non ci sono panchine per chi aspetta, incuriosisce e diverte l'osservatore.
La prima puntata sulla Composizione termina qui. Come avrete compreso l'intento è di affrontare l'argomento passo passo partendo dai concetti basilari, non me ne vogliano pertanto gli amici fotografi con maggiore esperienza.
Come sempre, sono graditi commenti ed eventuali richieste di chiarimento.
Potete vedere le altre parti del post sulla Composizione cliccando sul loro nome:
- La composizione in fotografia - premessa
- La composizione in fotografia - parte 2°
- La composizione in fotografia - parte 3°
- La composizione in fotografia - parte 4°
- La composizione in fotografia - parte 4°