Le immagini nelle quali il soggetto si staglia ben nitido grazie a una messa a fuoco corretta, mentre tutto quanto attorno risulta fortemente sfocato, possono essere annoverate tra quelle che oggi vengono maggiormente apprezzate dal pubblico.
Per ottenere un risultato che sia d'effetto, dobbiamo poter contare su una ridottissima profondità di campo e quindi avere a disposizione degli obiettivi particolarmente luminosi.
Nell'ambito delle ottiche full-frame, è possibile trovare obiettivi compresi tra i 35 e gli 85mm. con apertura f/1.4 a un prezzo abbordabile, ma se volessimo acquistare un grandangolare come il 24mm. con analoga apertura, scopriremo che per il Canon serie L dobbiamo spendere almeno 1500€, per l'equivalente Nikon non ne bastano 2000€, per non parlare delle ottiche Leica che spuntano prezzi tra i 6000 e i 7000€.
Dobbiamo considerare inoltre che gli obiettivi grandangolari costringono a stare molto vicini al soggetto, accentuando così l'effetto prospettico, caratteristica che può non essere adatta per alcuni generi di fotografia, come ad esempio nel campo della ritrattistica.
Ryan Brenizer, fotografo matrimonialista, ha reso noto un metodo (che da quel momento ha preso il suo nome), attraverso il quale si ottengono immagini che presentano un ampio angolo di ripresa associato a un forte sfocato sullo sfondo; non si tratta di una novità assoluta in campo digitale, dato che troverete delle analogie con quanto già visto per le foto panoramiche, ma Brenizer è stato quello che ha studiato il metodo e l'ha portato a conoscenza dei più. (vedi nel suo sito: Ryan Brenizer Photography)
Ryan utilizza un medio tele luminoso a tutta apertura (il preferito è l'85mm. f/1.4), con il quale scatta una lunga serie di foto partendo dal soggetto principale per poi interessare tutto quanto gli sta attorno, quindi unisce tutti gli scatti attraverso Photoshop.
In questa maniera ottiene un'immagine ad altissima risoluzione, che vista l'estensione presenta un'angolo di ripresa tipico di un obiettivo grandangolare e una profondità di campo estremamente ridotta (equivalente a quella che risulterebbe con l'utilizzo di un diaframma ancora più aperto di quello impiegato), mantenendo comunque l'effetto prospettico dell'85mm.
La foto che vedete più avanti, si riferiscono a una delle prove che ho voluto fare per valutare le difficoltà che sorgono nell'applicazione di questo metodo.
Dato che non posseggo obiettivi con quella luminosità e che volevo solo fare un test, mi sono accontentato del Canon 50mm. f/1.8.
Peraltro, anche nelle tante foto pubblicate sul sito di Brenizer (non solo sue), si può notare come siano stati usati vari obiettivi a partire proprio da un 50 f/1.8, toccando tutte le focali da 85 sino a un 200mm., con aperture che vanno da un massimo di f/1.2 a un minimo di f/2.8 nel caso di un 70-200.
La foto in basso è il risultato di un singolo scatto fatto con il cinquantino Canon a poco più di un metro di distanza:
In questo test mi è stata d'aiuto una giovane universitaria, Carla Porcu, che approfittando della bella giornata stava studiando nel terrapieno di viale Regina Elena a Cagliari. Gentilmente si è prestata a farmi da modella e pertanto le devo i miei più sentiti ringraziamenti per il tempo dedicato e la pazienza avuta.
Dobbiamo considerare inoltre che gli obiettivi grandangolari costringono a stare molto vicini al soggetto, accentuando così l'effetto prospettico, caratteristica che può non essere adatta per alcuni generi di fotografia, come ad esempio nel campo della ritrattistica.
Ryan Brenizer, fotografo matrimonialista, ha reso noto un metodo (che da quel momento ha preso il suo nome), attraverso il quale si ottengono immagini che presentano un ampio angolo di ripresa associato a un forte sfocato sullo sfondo; non si tratta di una novità assoluta in campo digitale, dato che troverete delle analogie con quanto già visto per le foto panoramiche, ma Brenizer è stato quello che ha studiato il metodo e l'ha portato a conoscenza dei più. (vedi nel suo sito: Ryan Brenizer Photography)
Ryan utilizza un medio tele luminoso a tutta apertura (il preferito è l'85mm. f/1.4), con il quale scatta una lunga serie di foto partendo dal soggetto principale per poi interessare tutto quanto gli sta attorno, quindi unisce tutti gli scatti attraverso Photoshop.
In questa maniera ottiene un'immagine ad altissima risoluzione, che vista l'estensione presenta un'angolo di ripresa tipico di un obiettivo grandangolare e una profondità di campo estremamente ridotta (equivalente a quella che risulterebbe con l'utilizzo di un diaframma ancora più aperto di quello impiegato), mantenendo comunque l'effetto prospettico dell'85mm.
La foto che vedete più avanti, si riferiscono a una delle prove che ho voluto fare per valutare le difficoltà che sorgono nell'applicazione di questo metodo.
Dato che non posseggo obiettivi con quella luminosità e che volevo solo fare un test, mi sono accontentato del Canon 50mm. f/1.8.
Peraltro, anche nelle tante foto pubblicate sul sito di Brenizer (non solo sue), si può notare come siano stati usati vari obiettivi a partire proprio da un 50 f/1.8, toccando tutte le focali da 85 sino a un 200mm., con aperture che vanno da un massimo di f/1.2 a un minimo di f/2.8 nel caso di un 70-200.
La foto in basso è il risultato di un singolo scatto fatto con il cinquantino Canon a poco più di un metro di distanza:
In questo test mi è stata d'aiuto una giovane universitaria, Carla Porcu, che approfittando della bella giornata stava studiando nel terrapieno di viale Regina Elena a Cagliari. Gentilmente si è prestata a farmi da modella e pertanto le devo i miei più sentiti ringraziamenti per il tempo dedicato e la pazienza avuta.
Nell'immagine che segue, ho cercato di darvi l'idea di come mi sono mosso per ottenere la sequenza di foto necessarie: in totale 15 scatti (5 in larghezza per 3 in altezza) sovrapposti tra loro per poco meno di 1/4 (si può anche scegliere di farle sovrapporre per 1/3, ma questo comporta la necessità di scattare un maggior numero di foto per coprire la stessa area).
Un numero elevato di scatti è in grado di garantire un miglior risultato quando si va ad assemblare le varie parti che andranno a comporre l'immagine finale, ma rammentate che tante più sono le foto che devono essere lavorate, tanto maggiore dovrà essere la capacità di elaborazione del computer per portare a buon fine il processo.
Questo è il risultato finale che ho ottenuto: equivale a quello che si avrebbe attraverso un grandangolo da 26mm. con apertura f/0,94 (cliccate sulla foto per vederla ingrandita):
Riepiloghiamo le indicazioni relative alla ripresa:
- In queste prove ho effettuato gli scatti a mano libera, ma può essere utile l'utilizzo di un cavalletto con testa a sfera, che attraverso un movimento fluido aiuta a mantenere inalterato l'asse attorno al quale ruota la fotocamera per eseguire la sequenza di foto.
- Utilizzate l'esposizione in "Manuale", impostando il diaframma alla massima apertura e regolando i tempi per ottenere la corretta esposizione sul soggetto principale.
- Impostate anche la messa a fuoco in "Manuale" e selezionate la lettura con il solo punto centrale (più precisa), mettete a fuoco il soggetto e scattate la prima foto.
- Proseguite scattando l'intera sequenza di foto seguendo un andamento a spirale che vi consenta di coprire tutta l'area attorno al soggetto (sovrapposizione foto tra 1/4 e 1/3).
Vediamo ora, attraverso un secondo esempio, tutte le fasi che riguardano l'elaborazione da eseguire con photoshop:
Selezionate tutti i file raw degli scatti effettuati e apriteli...
,...le immagini saranno caricate in CameraRaw, e sulla colonna a sinistra vedrete comparire tutte le anteprime: cliccate su "Seleziona tutto", così facendo qualsiasi variazione/correzione impostata sulle tante regolazioni di CameraRaw, sarà automaticamente applicata a tutte le foto. Vi consiglio di basarvi sulla prima foto, quella che sicuramente riporta parte del soggetto, per effettuare le eventuali correzioni su esposizione, contrasto, saturazione, temperatura colore, ecc.
Non trascurate di aprire anche il menù "Correzione lente" per spuntare le opzioni "Attiva correzione profilo lente" e "Rimuovi aberrazione cromatica", così da evitare che i difetti maggiormente presenti nelle parti periferiche delle foto scattate a tutta apertura (ad esempio la vignettatura) possano rimanere ancora visibili dopo l'unione degli scatti.
Una volta effettuate tutte le regolazioni necessarie cliccate su "Apri immagine", tutte le foto saranno trasferite su Photoshop.
A questo punto selezionate "Finestra", "Ordina" e quindi "Affianca tutti in verticale".
Quindi spostatevi su "File" e scegliete l'opzione "Automatizza", "Photomerge..."
Nella finestra che si apre cliccate su "Agiungi file aperti", che farà comparire nella casella centrale i nomi di tutti i file da unire; scegliete quindi l'opzione "Riposiziona" e cliccate su "OK" per avviare il processo.
Concedetevi un break...ci vorranno diversi minuti per completare l'elaborazione.
Una volta che Photoshop ha terminato il suo lavoro andate su "Finestra", "Ordina" e scegliete "Raggruppa tutte le schede".
Il risultato sarà di questo tipo:
Sul lato destro, nella colonna dei "Livelli", vedrete come Photoshop ha lavorato, scegliendo per ogni foto la parte che risulta più utile per comporre l'immagine finale, e rendendola visibile attraverso delle maschere di livello.
Adesso non resta che ritagliare l'immagine ottenuta secondo il formato che più gli si addice e salvarla,...
L'immagine risultante da questa seconda prova sul metodo Brenizer equivale a quella di un 24mm. che fosse dotato di apertura f/0.86; di fatto un obiettivo virtuale, dato che dubito possiate trovarne uno eguale in commercio.
Per finire, un'altra immagine ottenuta con la stessa metodologia nel Porto di Cagliari (cliccate sulla foto per vederla ingrandita):
Se decidete di provare il metodo e mi inviate le immagini ricavate (basta una risoluzione di 1280px), insieme al vostro nome e ai dati tecnici dell'attrezzatura utilizzata (fotocamera e obiettivo) e della ripresa, le pubblicherò in coda al post.