Passato, presente e futuro.


A fine agosto ho acquistato una mirrorless della Fujifilm, la  X-T20. Nella nostra famiglia, tra me e i miei due figli, per diletto o per lavoro, abbiamo 6 reflex Canon: una APS-C e 5 FF, allora perché comprare un'altra fotocamera?

Alla sinistra la Fujica ST901 reflex analogica prodotta dal 1974  con Obiettivo Tamron 28mm. f2.5 e alla destra la Fujifilm X-T20 mirrorless digitale prodotta dal 2017 con Fujinon 50mm. f1.4 con adattatore M42-FX

  • Il primo aspetto che mi ha portato a considerare la possibilità di prendere una mirrorless è il peso che normalmente mi porto dietro quando voglio girare per la città e scattare qualche foto. 
Facciamo qualche conto: 

- corpo 5D mk2 + EF 35mm. f1.4 (o un 24-105 f4) - peso totale circa 1600gr. 
(con la vecchia ma gloriosa 7D, anche se APS-C,  siamo grosso modo alla pari; se invece optiamo per la nuova 5D mkIV dobbiamo aggiungere qualche decina di grammi; mentre per scendere di un centinaio di grammi sul peso totale possiamo scegliere di portare la 6D o una APS-C come la 80D)

- corpo Fujifilm X-T20 + Fujinon 35mm. f1.4  - peso totale 570 gr. 
(con un 23 f1.4 o il 18-55 f2.8-4 aumenta di poco più di 100g. )

In pratica con la sola fotocamera + obiettivo mi risparmio un kg di peso. Se poi voglio portarmi dietro una borsa piena di obiettivi, batterie e accessori vari (e questo vale a maggior ragione nel lavoro) le spalle e la schiena saranno profondamente grate a Fujifilm.


  • Il secondo motivo è stata la curiosità di verificare quanto una mirrorless sia differente dalle reflex nell'uso pratico e quali eventuali vantaggi possa portare oltre all'evidente riduzione di peso, sopratutto pensando a un possibile aggiornamento del parco macchine in un prossimo futuro. 
Ho letto diverse recensioni, anche di fotografi professionisti che hanno fatto il salto dalle reflex alle mirrorless e che raccontavano quanto fossero soddisfatti della scelta fatta, ma in queste cose si ha bisogno di toccare con mano prima di essere convinti a fare il possibile salto. 
Fujifilm e Sony hanno già delle macchine validissime e in questi giorni sia Nikon che Canon hanno presentato le loro prime proposte che in prospettiva si rivolgeranno anche al campo professionale. Penso che oramai sia chiaro che il futuro della fotografia digitale è sopratutto rivolto verso le mirrorless.


  • Per ultimo, la scelta è caduta sulla Fujifilm perché offre una fotocamera come la XT-20 a un prezzo competitivo pur avendo delle eccellenti caratteristiche non molto dissimili dalla X-T2... e poi c'è un fatto affettivo: la linea e i comandi in stile anni 70-80 delle reflex mi riportano all'inizio della mia passione per la fotografia.
Una volta avuto il corpo macchina si è presentata la necessità di fare una scelta sugli obiettivi da prendere. Visto che utilizzerò la x-T20 solo per divertimento mi è balenata la strana idea di acquistare per il momento solo un economico Fujinon 16-50, così da poter testare tutte le funzioni presenti nella fotocamera e poi provare a giocare mescolando vecchio e nuovo,  analogico e digitale.

Qualche tempo fa, una coppia di amici (un sentito ringraziamento a Laura e Gianni) mi ha generosamente regalato una vecchia Fujica ST901 (la vedete nella foto di apertura) in perfetto stato di conservazione e corredata del Fujinon 50mm. f1.4, un Tamron 28mm. f2.5 e un Tamron 80-210mm. f3.8-4. 
Per gli obiettivi con attacco a vite M42 si trovano facilmente in commercio gli anelli adattatori da utilizzare per l'X-mount di Fuji, così ne ho ordinato uno su Amazon.


Il prezzo di questi accessori è abbastanza basso e normalmente sono realizzati in lega di alluminio, quindi non pongono particolari problemi di precisione e robustezza. Unico aspetto, che ho riscontrato anche sugli altri adattatori in vendita, non si è tenuto conto del fatto che negli obiettivi M42 più recenti, la ghiera che comanda il diaframma deve segnalare all'esposimetro della fotocamera l'apertura che si vuole utilizzare. Per fare questo, una piccola sporgenza rettangolare presente sulla ghiera va ad incastrarsi su un perno del corpo macchina che a sua volta comanda una resistenza variabile collegata all'esposimetro.

A causa di questo, quando si avvita a fondo l'adattatore sull'obiettivo, si va a bloccare la ghiera dei diaframmi, inoltre dato che l'obiettivo resterà leggermente staccato dall'adattatore, la messa a fuoco all'infinito non sarà garantita. Questo problema non si pone con gli obiettivi più vecchi come nel caso del vecchio Helios 58mm. f2 che ha sul retro solo la filettatura M42, dato che venivano utilizzati su fotocamere con esposimetro esterno e non accoppiato.

Insieme al Fujinon 50mm. f1.4 l'alto mio obiettivo, un Helios 44-2 58mm. f2 che possiedo da oltre 40 anni.

Sull'Helios 44, progettato secondo lo schema del celeberrimo Carl Zeiss Biotar, non c'è alcun meccanismo di trasmissione del diaframma verso il corpo macchina, quindi nessun impedimento nell'avvitare sino in fondo l'obiettivo all'adattatore, si lavora totalmente in manuale usando la preselezione del diaframma. 
In pratica, si decide quale diaframma utilizzare e lo si imposta usando l'apposita ghiera posizionata anteriormente, ma esiste una seconda ghiera, subito dietro, che consente di aprire totalmente il diaframma per facilitare la messa a fuoco, prima di effettuare lo scatto si richiude il diaframma con un unico movimento al valore che si era precedentemente selezionato.

Pertanto, mentre con l'Helios e con altri obiettivi M42 di più vecchia produzione non ci sono problemi con l'adattatore, volendo utilizzare i tre obiettivi che mi avevano regalato dovevo trovare la maniera di avvitarli sino in fondo e consentire il regolare movimento dell'anello che comanda l'apertura del diaframma.

Non potevo eliminare il rinvio meccanico, altrimenti avrei perduto la possibilità di usare l'esposimetro sulla ST901 analogica, quindi l'unica soluzione era realizzare un incavo sull'adattatore all'interno del quale si potesse muovere liberamente, consentendo così di poter avvitare sino in fondo l'obiettivo e di muovere liberamente la ghiera dei diaframmi. 
Così, prese le misure necessarie per consentire la regolazione tra la massima e la minima apertura, ho  svitato con la chiave a brugola i tre fermi che tengono l'anello con la filettatura M42, in maniera da poter lavorare con la lima il bordo dell'adattatore senza rischiare di rovinarlo. Poi ho iniziato asportare con la lima l'alluminio, lavorando con molta delicatezza per fare un lavoro pulito e garantire che l'incavo avesse una profondità costante. A fine lavoro ho lavato il pezzo per pulito completamente dai residui metallici e rimontato l'anello con la filettatura.


Ecco il Fujinon 50mm. f1.4 montato sull'adattatore, mentre nella immagine in basso  potete vedere il particolare del piccolo rinvio rettangolare collegato alla ghiera di regolazione del diaframma che adesso è libero di muoversi all'interno dell'incavo realizzato.


In fine, alcuni scatti di prova fatti con i tre obiettivi analogici:

Fujinon 50mm. f1.4

Fujinon 50mm. f1.4

Tamron 80-210 f3.8-4 a 200mm.

Tamron 80-210 f3.8-4 a 180mm.

Tamron 28mm. f2.5

Tamron 28mm. f2.5

Da sottolineare che la Fuji, per facilitare la messa a fuoco in manuale, consente di utilizzare la funzione focus peak attraverso la quale i contorni ad alto contrasto nelle zone a fuoco vengono evidenziate da un colore a scelta (io ho lasciato il rosso).