Ogni fonte di luce esistente ha una sua colorazione che dipende dalla lunghezza d'onda delle radiazioni che emette, nell'illuminotecnica e in analogia anche nel campo fotografico, la tonalità della luce emessa: "Temperatura di colore", viene misurata in gradi kelvin.
Pur senza entrare troppo nell'aspetto tecnico, la scelta del termine deriva dal confronto con lo spettro di luce emesso da un corpo nero per una determinata temperatura. Come potete vedere nell'immagine al lato, tanto più basso è il valore in kelvin, tanto più calda è la tonalità che lo contraddistingue (giallo, arancio, rosso), tanto più alto è il valore in kelvin, tanto più fredda è la tonalità di luce emessa (verde, celeste, azzurro, blu, viola).
Pur senza entrare troppo nell'aspetto tecnico, la scelta del termine deriva dal confronto con lo spettro di luce emesso da un corpo nero per una determinata temperatura. Come potete vedere nell'immagine al lato, tanto più basso è il valore in kelvin, tanto più calda è la tonalità che lo contraddistingue (giallo, arancio, rosso), tanto più alto è il valore in kelvin, tanto più fredda è la tonalità di luce emessa (verde, celeste, azzurro, blu, viola).
Se illuminiamo con una luce calda un foglio di carta bianco, questo assumerà una colorazione rossastra, se lo illuminiamo con una luce fredda vedremo invece che assumerà una tonalità tendente al blu; ma per notare queste dominanti di colore dovremo fare lo sforzo di analizzare il foglio con una particolare attenzione, perché il nostro cervello cercherà di introdurre una sorta di