L'istogramma è uno nuovo strumento che è stato introdotto con la fotografia digitale. Non sono certo che venga utilizzato da tutti i fotografi, nonostante buona parte delle fotocamere consenta di visualizzarlo sia in fase di ripresa che di riproduzione delle immagini, ma rappresenta certamente un validissimo aiuto per comprendere come sia composta l'immagine e se rientra all'interno della gamma dinamica che il sensore è in grado di catturare senza perdita di informazioni.
Viene rappresentato attraverso un diagramma che sull'asse orizzontale riporta i valori di luminosità compresi tra lo zero (nero assoluto) e il 255 (bianco puro), mentre sull'asse verticale viene riportata la quantità di punti con la stessa luminosità, che compongono l'immagine.
Nell'istogramma riportato in alto si può notare come pur essendoci una prevalenza di dati nella zona intermedia, i valori si distribuiscono su tutta la gamma disponibile e senza tagli verso le luci (a destra) o le ombre (a sinistra); il diagramma si riferisce quindi a una foto esposta correttamente, con gamma tonale estesa ed equilibrata , e senza perdita di dati (clipping) agli estremi; aspetto riscontrabile anche visivamente se esaminiamo la foto in alto a destra, alla quale appartiene l'istogramma esaminato.
Come possiamo leggere nella finestra relativa al "Canale" l'istogramma è del tipo RGB, significa solo che il diagramma è ottenuto sovrapponendo gli istogrammi dei tre colori primari: rosso, verde e blu, che attraverso la sintesi additiva compongono tutti i colori dell'immagine.
Su alcune macchine fotografiche, ma anche nei programmi di di elaborazione delle foto, si può optare per avere un grafico con i tre diagrammi distinti, e poter analizzare anche le componenti di colore che prevalgono nelle luci, nei mezzitoni e nelle ombre: le parti in grigio rappresentano i pixel dell'immagine nei quali c'è la mescolanza di tutti e tre i colori.
Sul piano pratico, quando analizziamo l'istogramma di una foto appena fatta o prima di scattarla, non è necessario fare delle analisi troppo approfondite, ma verificare rapidamente se i valori non siano spostati troppo verso desta o sinistra, tanto da perdere una parte della gamma tonale potenzialmente disponibile, o addirittura tagliare una parte dei dati presenti nelle luci o nelle ombre.
Vediamo alcuni esempi di fotografie che possono aiutare a interpretare gli istogrammi:
Vediamo alcuni esempi di fotografie che possono aiutare a interpretare gli istogrammi:
La foto presenta un'esposizione corretta, con gamma tonale molto estesa e contrasto elevato, leggibilità nelle alte luci e nelle ombre, senza alcuna perdita di dettagli.
Sottoesposizione di 2 stop - il grafico si sposta verso la metà sinistra dell'istogramma, i bianchi si collocano al centro diventando dei grigi medi al 18%, e si incomincia a verificare una perdita di dati nelle ombre, come evidenziato anche dal leggero taglio del diagramma all'estrema sinistra.
Sovraesposizione di 2 stop - il grafico si sposta sulla destra, le parti in ombra si illuminano mostrando chiaramente tutti i particolari, ma c'è un forte perdita di dati sulle luci che vengono bruciate in maniera pesante (clipping), come viene evidenziato anche dall'istogramma che presenta un taglio radicale sulla destra.
L'immagine è esposta correttamente secondo il grigio medio al 18%, ma incentrata solo sui mezzitoni e quindi con un contrasto molto basso, sfrutta solo la metà della gamma tonale della quale può disporre il sensore. Queste situazioni possono essere migliorate decisamente solo in fase di elaborazione.
Nella fotografia digitale l'elaborazione corrisponde al processo di sviluppo della pellicola sull'analogico: nel caso specifico si sarebbe forzato lo sviluppo della pellicola per ottenere un aumento di contrasto, mentre con il digitale si opera sulla regolazione dei "Livelli" (immagine in basso), sino a portare le luci e le ombre a ridosso dei valori estremi,
ottenendo di redistribuire i valori su tutta la gamma tonale, come si può chiaramente vedere anche dalla dilatazione del grafico relativo all'istogramma della foto risultante.
ottenendo di redistribuire i valori su tutta la gamma tonale, come si può chiaramente vedere anche dalla dilatazione del grafico relativo all'istogramma della foto risultante.
Come si può notare l'operazione ha consentito un netto recupero dell'immagine che prima risultava piuttosto scialba e poco interessante. Questa operazione non è priva di controindicazioni (ma non lo era neanche la forzatura dello sviluppo nelle pellicole), dato che per ottenere di allargare la gamma tonale, viene effettuata una interpolazione dei dati mancanti, che comporta un possibile abbassamento della qualità dell'immagine.
Forzando oltre modo la ricodifica può succedere che l'istogramma diventi discontinuo con delle seghettature a pettine, indice di un inizio di posterizzazione dell'immagine (foto in basso).
Per evitare la posterizzazione basta tenere sotto controllo l'istogramma risultante ed esaminare la foto a forte ingrandimento, sopratutto nelle aree dove esistono passaggi graduali di tonalità (vedi freccia nella foto in alto).