L'Esposizione - Il bilanciamento del bianco

Ogni fonte di luce esistente ha una sua colorazione che dipende dalla lunghezza d'onda delle radiazioni che emette, nell'illuminotecnica e in analogia anche nel campo fotografico, la tonalità della luce emessa: "Temperatura di colore", viene misurata in gradi kelvin.
Pur senza entrare troppo nell'aspetto tecnico, la scelta del termine deriva dal confronto con lo spettro di luce emesso da un corpo nero per una determinata temperatura. Come potete vedere nell'immagine al lato, tanto più basso è il valore in kelvin, tanto più calda è la tonalità che lo contraddistingue (giallo, arancio, rosso), tanto più alto è il valore in kelvin, tanto più fredda è la tonalità di luce emessa  (verde, celeste, azzurro, blu, viola).
Se illuminiamo con una luce calda un foglio di carta bianco, questo assumerà una colorazione rossastra, se lo illuminiamo con una luce fredda vedremo invece che assumerà una tonalità tendente al blu; ma per notare queste dominanti di colore dovremo fare lo sforzo di analizzare il foglio con una particolare attenzione, perché il nostro cervello cercherà di introdurre una sorta di
compensazione su ciò che è stato visto dagli occhi, sino a ricondurre l'aspetto del foglio a quanto è  memorizzato nella nostra mente : un foglio bianco deve avere un colore bianco.

E' abbastanza ovvio invece che le pellicole e i sensori registreranno l'immagine per quella che è,  con tutte le eventuali dominanti di colore indotte dalla fonte di luce (vedi immagini al lato di un foglio bianco: la prima con luce artificiale, la seconda in piena ombra); ma se nella nostra fotografia vogliamo che il foglio risulti essere di un bianco candido, dobbiamo fare si che la macchina fotografica faccia lo stesso lavoro del nostro cervello, ed effettui un "bilanciamento del bianco" che tenga conto delle caratteristiche della luce che lo illumina.
Come si può vedere dall'immagine in alto sulla temperatura di colore, per sommi capi siamo in grado di  assegnare alle principali sorgenti di luce una posizione definita nella scala espressa in gradi kelvin;  vediamolo in maniera più dettagliata, così come è riportato da Wikipedia:
  • Luce solare a mezzogiorno: 5 400 K
  • Luce d'ambiente in pieno giorno (luce diurna): mediamente, circa 6 500 K
  • Luce del cielo nuvoloso: circa 7 000 K
  • Luce del cielo parzialmente nuvoloso: 8 000 - 10 000 K
  • Luce del cielo sereno: da 10 000 a 18 000 K (il valore è più elevato per il cielo di colore azzurro intenso a nord)
  • Luce di una candela: circa 1 000 K
  • Lampada domestica a incandescenza da 40 W: 2 650 K
  • Lampada domestica a incandescenza da 60 W: 2 760 K
  • Lampada domestica a incandescenza da 75 W: 2 820 K
  • Lampada domestica a incandescenza da 100 W: 2 900 K
  • Lampada domestica a incandescenza da 200 W: 2 980 K
  • Lampada Photoflood da 500 W per uso fotografico: 3 400 K
  • Lampada fluorescente extracalda: 2 700 K (la luce emessa da questo tipo di lampada appare di colore giallo molto gradevole e riposante)
  • Lampada fluorescente warm white (bianco caldo): 3 000 K (la luce appare di colore bianco-giallastro)
  • Lampada fluorescente white (bianco neutro): 3 500 K (la luce appare di colore bianco tendente, in modo molto lieve, al bianco sporco verdastro)
  • Lampada fluorescente cool white (bianco freddo): 4 000 K (la luce appare di colore bianchissimo)
  • Lampada fluorescente luce normalizzata (D50): 5 000 K (la luce prescritta per i processi di stampa e pre-stampa)
  • Lampada fluorescente daylight (diurna): 6 500 K (la luce appare di colore bianco argenteo intensissimo)
  • Lampada fluorescente skywhite (superdiurna): 8 000 K (la luce appare di colore argenteo quasi azzurrino)
C'è da dire che, in generale, (anche se, per convenzione, le lampade fluorescenti con 4 000 K sono denominate cool white) si parla di
  • bianco caldo tra i 3 000 e i 3 500 K,
  • bianco neutro tra i 3 500 e i 4 500 K,
  • bianco freddo tra i 4 500 e i 7 000 K.
Si ritiene, inoltre, che il bianco puro sia collocato intorno ai 6 000 K. È anche da notare che, pur a parità di temperatura di colore, le tonalità di due diverse radiazioni luminose possono apparire lievemente differenti, come, per esempio, quella emessa da una lampada fluorescente trifosforo e quella emessa da una lampada fluorescente pentafosforo. Per le lampade fluorescenti, ma anche per altre sorgenti luminose, la tonalità luminosa, e quindi la temperatura di colore, viene solitamente indicata dai produttori con un particolare codice di tre cifre detto codice di colore.

Naturalmente i produttori di macchine fotografiche hanno introdotto nei sistemi di esposizione anche la funzione automatica del bilanciamento del bianco (AWB), che come accade per tutte le funzioni automatiche riesce a dare il meglio di sè nelle situazioni standard di ripresa, ma va in crisi quando le condizioni sono estreme. Così se fotografiamo all'interno di una casa illuminata da lampade a incandescenza o dalle più moderne fluorescenti al neon, se vogliamo ritrarre una persona di fronte a un caminetto acceso o al lume di candela, il nostro sistema automatico sarà in difficoltà. 
Per questi casi, le moderne macchine fotografiche sono dotate comunque della possibilità di selezionare una serie di possibili condizioni/fonti di luce: sole, ombra, nuvolato, lampada a incandescenza, lampada al neon, ecc., per consentire uno specifico bilanciamento del bianco. Ma non solo, visto che anche tra le varie tipologie di lampade ci possono essere differenze importanti, in molte macchine è possibile selezionare manualmente la temperatura di colore, sia basandosi su una lettura fatta su un foglio bianco che sia illuminato dalla stessa luce del soggetto da fotografare, sia scegliendo direttamente il valore in gradi kelvin che si vuole utilizzare.
 
Al lato potete vedere un esempio di foto fatta di notte in una strada di Castello (nome con il quale chiamiamo la parte vecchia di Cagliari, compresa all'interno delle antiche mura), con unica fonte di luce quella fornita dai lampioni dell'illuminazione pubblica. Il sistema automatico AWB ha scelto una temperatura di colore  di 3150°  kelvin, ma l'immagine presenta una dominate che indica chiaramente la necessità di utilizzare un valore ancora più basso. Nella seconda foto vediamo come la scelta del valore di 2000° kelvin abbia migliorato il bilanciamento del colore, consentendo di riprodurre correttamente il grigio-bianco della pavimentazione stradale.
Ma non sempre un buon bilanciamento del bianco fornisce i risultati voluti dal punto di vista grafico, e come per l'esposizione, è il fotografo a scegliere la soluzione che lo soddisfa di più; così ho deciso che i 2250° kelvin potevano essere il giusto compromesso, visto che comunque siamo abituati a considerare che le luci artificiali sono sempre più calde rispetto alla luce del giorno (foto in basso).
Anche nel caso di una persona fotografata di fronte a un caminetto acceso, quasi certamente risulterà più naturale che l'immagine mantenga comunque una tonalità calda per via dei riflessi generati dal fuoco.

Il bilanciamento del bianco in ripresa è  particolarmente importante se registriamo le foto in JPG, dato che pur potendo contare sulla possibilità di rielaborarle una volta tornati a casa, non dobbiamo dimenticare che ogni intervento a posteriori  fatto su una immagine JPG determina un calo della qualità, e quindi dobbiamo cercare di fare si che ogni parametro di ripresa sia ottimizzato  già al momento dello scatto. 
Se invece registriamo le nostre foto in RAW abbiamo un grosso vantaggio, visto che i dati sono memorizzati allo stato elementare e solo al momento della trasformazione del RAW in JPG  viene costruita l'immagine finale, attraverso le molteplici opzioni del software di conversione (Camera Raw, CaptureOne, Raw Therapee, IRaw, ecc.), comprese quelle necessarie per il bilanciamento del bianco.
Pertanto utilizzando i file RAW, qualsiasi decisione prendiamo sulla regolazione del colore in fase di conversione, non toglieremo niente alla qualità dell'immagine.


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