Il Flash - 1° parte

Gran parte delle fotocamere digitali odierne, che si tratti di  reflex (escluse quelle professionali), bridge o compatte, sono dotate di un piccolo flash incorporato che può essere utile per le fot a breve distanza.
Ma quando si rende necessario poter usufruire di una fonte di luce più potente è indispensabile prendere in considerazione la possibilità di dotarsi un flash esterno, che insieme a tante altre caratteristiche utili, ha il grande vantaggio di poter essere posizionato distante dalla fotocamera mantenendo il collegamento grazie all'utilizzo di semplici cavi o connessioni all'infrarosso e wireless.
Un flash indipendente dalla fotocamera è certamente di grande aiuto in fase di ripresa: può essere collocato in una qualsiasi posizione rispetto al soggetto e consente di indirizzare la luce in funzione dell'effetto che si vuole ottenere, inoltre si presta all'utilizzo di modificatori che possono ammorbidire o concentrare il fascio di luce emessa.

Purtroppo la maggior parte delle compatte, anche di buona marca e prezzo non indifferente, difficilmente dispongono di una presa esterna per collegare un flash tramite cavo o di un collegamento wireless attraverso il quale poterlo comandare.

Ma prima di tutto vediamo quali sono le caratteristiche essenziali dei flash che dobbiamo conoscere:

- Il Numero Guida (NG):
rappresenta il valore che indica la "potenza" del flash e perché possa essere utilizzato come parametro di confronto, dovrebbe essere sempre riferita a una sensibilità di 100ISO (se raddoppiamo la sensibilità, raddoppia il NG, e viceversa), e a una specifica focale, dato che spostandosi dal  teleobiettivo al grandangolare, sarà necessario illuminare uniformemente superfici sempre più ampie. 
Per non disperdere inutilmente la potenza del flash quando si usano obiettivi con focali crescenti, si adotta una parabola zoom che consente di concentrare il fascio di luce.
Il NG consente di ricavare il diaframma da utilizzare per esporre correttamente un soggetto che si trova a una certa distanza dal flash, attraverso la semplice formula:
Diaframma: NG / distanza (metri)

Niente di complesso o difficile da ricordare, anche perché i flash che oggi troviamo sul mercato lavorano in automatico scambiando con la fotocamera le informazioni utili per ottenere una corretta esposizione delle foto.
Conoscere la formula è utile principalmente per comprendere quale sia il funzionamento del flash, ma anche per poterlo eventualmente utilizzare in manuale, e in fine per valutare se le caratteristiche del prodotto che vorremmo acquistare sono conformi all'utilizzo che intendiamo farne.
Per esempio: supponiamo di dover fotografare delle modelle durante una sfilata, in molti casi potrebbero essere abbastanza lontane, poniamo si trovino a 6mt. di distanza, si potrà utilizzare un flash con NG 28  alla focale di 105mm.?
Dipende: la formula  NG/distanza (mt.) ci dice che per ottenere una esposizione corretta dovremmo usare un diaframma pari a f/4, se lo zoom che viene utilizzato, alla focale di 105mm. ha un'apertura massima di f/5,6 il flash è troppo poco potente; certo potremmo aumentare la sensibilità, ma anche così si dovrà utilizzare il flash sempre a piena potenza, le batterie si consumeranno velocemente e il tempo di ricarica tra uno scatto e l'altro sarà piuttosto lungo.
Se ci serve potenza e non vogliamo rischiare di trovarci in difficoltà dopo i primi scatti sarà meglio pensare a un flash con NG vicino a 60.


- Il tempo di emissione della luce da parte del flash:
è brevissimo e va normalmente da un minimo di circa 1/800sec. a 1/30000sec.; la scelta viene fatta dal sistema automatico in funzione della distanza del soggetto: se si trova al limite della portata del flash, il lampo sarà di 1/800, e man mano che il soggetto è più vicino il lampo diventerà sempre più breve.
L'utilizzo del flash quindi permette di non avere particolari problemi con i soggetti in movimento, e se saremo molto vicini, consentirà di congelare qualsiasi azione, anche estremamente veloce.
(vedi foto in alto intitolata "water drop motion" , resa disponibile con licenza free su:   http://www.photoxpress.com)

- Il sincro-flash (tempo di sincronizzazione con la fotocamera):
l'otturatore delle fotocamere è costituito essenzialmente da due tendine che possono scorrere in senso orizzontale o verticale, quando premiamo il pulsante di scatto si apre la prima tendina e la luce colpisce il sensore che si trova posteriormente, quindi parte la seconda tendina che provvede a interrompere l'esposizione;


il tempo intercorso tra apertura e chiusura è quello che chiamiamo: "tempo di scatto"; per ottenere i tempi di scatto più veloci, la seconda tendina non può attendere che la prima abbia terminato il suo percorso, ma si muove in anticipo formando un'apertura (tanto più stretta quanto più è breve il tempo selezionato) che scorre  lungo tutto il sensore; in questi casi l'emissione del lampo da parte del flash troverebbe sempre interposte le tendine in movimento, e il sensore verrebbe esposto solo parzialmente.


Il tempo più breve selezionabile sulla fotocamera, che consente comunque di lasciare esposto per una  brevissima frazione di tempo l'intero sensore, rappresenta il tempo massimo di sincronizzazione, o più brevemente il "sincro-flash".
Nelle reflex analogiche degli anni 80 era normalmente 1/60 e solo qualcuna delle migliori garantiva 1/125; nelle digitali di oggi si parte da un minimo di 1/180 per arrivare sino a 1/500sec.; naturalmente questo non impedisce di utilizzare con il flash tempi più bassi, dato che a maggior ragione verrà garantita un'esposizione che copre l'intero sensore.

Fate una copia di sicurezza delle vostre foto.

Presi dall'entusiasmo di avere una fotocamera digitale nuova, scattiamo tante foto, le correggiamo per ottenere il massimo, le elaboriamo per creare qualcosa di diverso, le condividiamo con gli amici e anche in rete, perchè in fondo siamo orgogliosi delle nostre foto; poi un giorno, senza nessun preavviso, accendiamo il PC e...qualcosa non va, non si avvia il sistema operativo e compare un messaggio in inglese:   
Disk boot Failure;  Error reading Os;  Disk no System,  
che ci fa sorgere l'atroce dubbio che possa essere successo qualcosa di irrimediabile; proviamo a resettare più volte, apriamo il computer sperando che il problema sia in un cavo che si è allentato;  non c'è niente da fare...dobbiamo prendere atto che il nostro hard-disk è "morto". Cerchiamo aiuto dagli amici, seguiamo i loro consigli e proviamo con i dischi di recupero che ci prestano, ma l'hard-disk non da alcun segno di vita. Forse rivolgendosi alle ditte che si occupano del recupero dati? Neanche a pensarci, si parla di cifre che sono fuori dalla portata del nostro portafoglio: le foto e i ricordi di uno o più anni sono svanite nel giro di un solo istante perchè non abbiamo fatto una copia di sicurezza.

Quando c'è poca luce.

Una volta presa la passione, è naturale provare a fotografare con qualsiasi condizione di luce, e diventa difficile non sentirsi attratti dalle atmosfere suggestive  che si presentano ai nostri occhi  al calare del sole, e ancora quando scende il buio e le luci artificiali prendono il sopravvento. Consapevoli che in quelle circostanze la luce sarà decisamente bassa, il primo accorgimento al quale pensiamo è quello di selezionare sulla fotocamera digitale una sensibilità più alta,  anche perché le macchine moderne consentono di aumentarla sino a valori di almeno 3200 ISO, e nelle ultime versioni di spingersi sino a 6400 ISO e oltre; con questi livelli di sensibilità si può tranquillamente fotografare di notte a mano libera, ma si devono fare i conti con alti livelli di rumore e una resa sui colori decisamente bassa.

Il rumore digitale viene influenzato da diversi fattori, ed è tanto più alto quanto:

- più piccolo è il sensore;
- più alta è la sensibilità impostata;
- più lungo è il tempo di posa;
- più alta è la temperatura alla quale lavora il processore.



Al lato un esempio di fotografia fatta utilizzando la sensibilità di 3200ISO, diaframma f8 e un tempo di 1/25 sec., che ha permesso di scattare a mano libera.

 




Di seguito l'ingrandimento di un particolare della foto precedente, nel quale si nota  un livello  di rumore già molto marcato, al quale si abbina  una resa discutibile sul colore e un basso contrasto.

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