Quando c'è poca luce.

Una volta presa la passione, è naturale provare a fotografare con qualsiasi condizione di luce, e diventa difficile non sentirsi attratti dalle atmosfere suggestive  che si presentano ai nostri occhi  al calare del sole, e ancora quando scende il buio e le luci artificiali prendono il sopravvento. Consapevoli che in quelle circostanze la luce sarà decisamente bassa, il primo accorgimento al quale pensiamo è quello di selezionare sulla fotocamera digitale una sensibilità più alta,  anche perché le macchine moderne consentono di aumentarla sino a valori di almeno 3200 ISO, e nelle ultime versioni di spingersi sino a 6400 ISO e oltre; con questi livelli di sensibilità si può tranquillamente fotografare di notte a mano libera, ma si devono fare i conti con alti livelli di rumore e una resa sui colori decisamente bassa.

Il rumore digitale viene influenzato da diversi fattori, ed è tanto più alto quanto:

- più piccolo è il sensore;
- più alta è la sensibilità impostata;
- più lungo è il tempo di posa;
- più alta è la temperatura alla quale lavora il processore.



Al lato un esempio di fotografia fatta utilizzando la sensibilità di 3200ISO, diaframma f8 e un tempo di 1/25 sec., che ha permesso di scattare a mano libera.

 




Di seguito l'ingrandimento di un particolare della foto precedente, nel quale si nota  un livello  di rumore già molto marcato, al quale si abbina  una resa discutibile sul colore e un basso contrasto.


Per contenere il rumore:

- per quanto riguarda le fotocamere la scelta migliore cadrebbe su una reflex full-frame, ma anche con le attuali APS-C si hanno ottimi  risultati, mentre  non si può affermare la stessa cosa per buona parte delle compatte;
- ricordiamoci di selezionare nella fotocamera l'opzione relativa alla riduzione del rumore per gli ISO alti;
- selezioniamo anche l'opzione di riduzione del rumore per tempi lunghi se  le pose possono essere  superiori ai 30sec.;
- dopo alcune foto fatte con tempi lunghi facciamo riposare la fotocamera, consentendo al sensore e ai  suoi circuiti di avere il tempo di raffreddarsi,  dato che la loro temperatura sarà aumentata considerevolmente durante le pose.

Tornati a casa avremo la possibilità di agire in fase di elaborazione, utilizzando gli appositi programmi di riduzione del rumore; anche se non possono fare miracoli, utilizzati con la dovuta cautela potranno consentire di attenuare i disturbi ancora presenti senza influire troppo sulla definizione dell'immagine.

In molti fanno notare comunque che oggi abbiamo la tendenza a preoccuparci troppo del rumore e poco del messaggio espressivo della foto,  e invitano a prendere atto che l'introduzione del digitale ha ampliato molto il campo delle sensibilità utilizzabili (anche in termini qualitativi), mentre con le pellicole era difficile spingersi oltre gli 800-1000 ISO, che presentavano già problemi di resa sul colore e grana decisamente marcata.

Avendo chiari i limiti e i pregi della nostra fotocamera dovremo fare una prima scelta importante, in parte dipendente dal livello di luminosità presente: continuare a fotografare a mano libera o utilizzare il cavalletto?

Nel primo caso avremo grande libertà di manovra, ma ovviamente saremo costretti ad utilizzare sensibilità molto elevate, e anche se cercheremo di selezionare la sensibilità più bassa, compatibilmente con il diaframma scelto e i tempi di scatto risultanti, dovremo comunque mettere in conto dei livelli di rumore alti. Sono avvantaggiate le fotocamere che dispongono di un dispositivo di riduzione del mosso (shake reduction), che potranno consentire l'utilizzo di tempi più lunghi e quindi di impostare sensibilità meno spinte.  Potrebbe dimostrarsi nuovamente utile l'impiego di obiettivi a focale fissa, che normalmente dispongono di una apertura massima maggiore rispetto agli zoom.

Se invece decidiamo di utilizzare un cavalletto, potremo mantenere la sensibilità più bassa e quindi contare su una resa decisamente migliore. Dato che i tempi di scatto saranno lunghi, dovremo fare grande attenzione al micromosso e quindi utilizzare possibilmente un dispositivo di scatto remoto o in alternativa l'autoscatto, per evitare le vibrazioni che si possono involontariamente generare con la pressione del pulsante di scatto. A seconda dei risultati  che otteniamo, potremo essere costretti a far ribaltare lo specchio prima dello scatto, per evitare le vibrazioni residue che su alcune macchine sono più alte o si protraggono per un tempo troppo alto. Con l'utilizzo del cavalletto rientrano in gioco anche le fotocamere compatte, visto che  avranno minori problemi legati al rumore grazie all'utilizzo di una sensibilità bassa, e che no avendo  dispositivi in movimento (come lo specchio nelle reflex), non soffrono dei problemi di vibrazione esposti.

Se la luce è veramente molto bassa, e siamo costretti ad utilizzare diaframmi chiusi per ottenere un'adeguata profondità di campo,  potremmo trovarci nella condizione di superare i tempi massimi di scatto previsti dalla fotocamera (normalmente 30sec. per le reflex). In questo caso ci viene in aiuto la cosiddetta posa B (Bulb), che consente di tenere l'otturattore aperto sino a che teniamo premuto il pulsante di scatto, mentre cronometriamo il tempo di scatto (non tutte le fotocamere compatte dispongono della posa B). 

Per tutte le situazioni con poca luce sarà necessario valutare con attenzione l'esposizione, e anche se  sono disponibili appositi programmi per le riprese notturne, non sempre consentiranno di ottenere una foto corretta: le luci artificiali, con una elevata luminosità rispetto all'ambiente, le  forti differenze tre le zone in penombra e quelle di buio quasi totale, possono ingannare i sistemi di esposizione tanto da dover prendere in considerazione la necessità di fare sempre più di uno scatto e di regolare manualmente la fotocamera dopo aver valutato attentamente il risultato della prima foto.
Ovviamente dovremo curare anche il bilanciamento del bianco, dato che sia la luce naturale che quella artificiale presenteranno dominanti di colore particolarmente marcate; se fotografiamo in Raw l'aspetto sarà meno rilevante, anche se io consiglierei di mantenere l'automatico per le foto fatte nella prima mezzora dopo il tramonto, dove si mescola luce naturale e artificiale, mentre in piena notte e con le sole  luci dell'illuminazione stradale è preferibile selezionare una delle opzioni previste per luce artificiale, non fosse per altro che valuteremo meglio sullo schermo l'impatto cromatico della foto appena fatta.

Con tempi lunghi ogni persona che si muoverà nella zona inquadrata verrà mossa sino a diventare una traccia evanescente man mano che i tempi si incrementeranno; mentre qualsiasi luce in movimento (ad esempio i fari di un'auto) verrà traformata in una scia luminosa che traccerà il percorso fatto durante il tempo di esposizione. Non sempre questi aspetti rappresenteranno un elemento negativo, e se non saranno oggetto di disturbo o confusione, potranno essere utilizzati come ulteriori elementi creativi che contribuiranno a rendere movimentata e interessante l'immagine risultante.

Anche nei paesaggi notturni, e a dispetto della bassa luminosità presente, sarà ancora una volta la luce a determinare l'impatto emotivo capace di fare la differenza sul risultato finale:

- proviamo a fotografare subito dopo il tramonto, quando ancora il cielo non è totalmente buio e spesso presenta delle bellissime sfumature di blu.


- se ha piovuto o se siamo vicini al mare o a un corso d'acqua, i riflessi multicolori generati dalle luci artificiali saranno particolarmente suggestivi.

- lasciamo che nella foto vengano comprese anche le luci dei lampioni, e non proccupiamoci del fatto che ovviamente saranno totalmente sovraesposti rispetto al resto della scena.

- non rinunciamo a fotografare se il tempo è brutto, pioggia, foschia e nebbia possono creare giochi di luce particolarmente interessanti.


- non tralasciamo di provare a sperimentare qualche cosa di diverso dal consueto, e lasciamoci guidare dalle sensazioni che i riflessi e sfumature di colore riescono a suscitare.