Fotografia professionale - La luce del mattino

Nei fine settimana normalmente mi alzo un poco prima degli altri componenti della famiglia, e così mentre prendo un caffè  ho l'abitudine di fare un giro tra  siti e blog che si occupano di fotografia. Era da qualche tempo che non guardavo il sito di Fotografia Professionale, e mi sono soffermato a leggere uno degli ultimi articoli di Simone Conti, che guarda caso prende spunto proprio dalla colazione di una domenica mattina. 
Ma non è questa la motivazione che mi spinge a proporvi di leggere il suo articolo, e non lo è neppure la parte tecnica, che pure propone interessanti riflessioni e indicazioni; ciò che mi ha colpito di più è il fatto che un fugace pensiero, una sensazione provata per un breve istante, hanno subito fatto scattare il "raptus fotografico": la voglia di sperimentare e il gusto della sfida per riuscire a riprodurre la luce particolare di quel momento, e mi sono ritrovato a pensare: questa è la giusta maniera di vivere la fotografia.



La luce del mattino

19 aprile 2011  posted by Simone Conti
Domenica mattina mi sono svegliato e, arrivato in soggiorno per la colazione… sono rimasto folgorato! La luce era meravigliosa, morbida, sobria e innegabilmente mattutina avvolgeva gli oggetti sul tavolo. Aveva un non so che di esilarante… da sola era in grado di “rendere felici”.
Ok, ubriaco non potevo essere, oltre ad essere mattina… sono astemio! Probabilmente domenica mattina ero particolarmente rilassato, ma nemmeno poi tanto visto che sapevo che mi aspettava la postproduzione di circa 200 scatti in consegna a breve… eppure quella luce ha lasciato il segno!
Il segno lasciato è così profondo che ieri sera di ritorno a casa, colto da “raptus fotografico” acuto ho deciso di mettere mano agli speedlites, alla reflex digitale e ricrearla.

Leggi tutto l'articolo su:   http://www.fotografiaprofessionale.it/2011/04/19/la-luce-del-mattino/

Obiettivi, valutazione delle prestazioni - 2° parte

Abbiamo visto che buona parte delle aberrazioni tipiche dei sistemi ottici, hanno l'effetto di sfocare e deformare i punti dei quali si compone l'immagine, causando una diminuzione generale della  nitidezza. Ma come si può misurare la qualità di un'ottica senza incorrere in valutazioni soggettive e che consenta di paragonare le rese di obiettivi simili ma di marche diverse?
MTF, Modulation Transfer Fuction (Funzione di trasferimento della modulazione): nasce con il compito di misurare la capacità di un sistema ottico di trasferire correttamente i dettagli dell'immagine alla pellicola o al sensore. I principali parametri che vengono testati  sono:
- La risoluzione: capacità di riprodurre distintamente coppie alternate di linee bianche e nere di spessore man mano decrescente.
- Il contrasto dell'immagine: la capacità di tenere ben separate e chiaramente distinguibili le aree chiare da quelle scure.

Spesso vediamo che viene data troppa rilevanza alla risoluzione di  un obiettivo, mentre è l'abinamento tra un alto potere risolutivo e un contrasto elevato che consente di avere una visione chiara dei dettagli del soggetto riprodotto.
L'MTF misura il trasferimento di contrasto all'aumentare della frequenza spaziale; vediamo come si comporta un obiettivo con un esempio pratico: prendiamo in considerazione una frequenza di 10 LP/mm. (coppie di linee per millimetro), e supponiamo di rilevare un trasferimento  pari a 0,9  (il valore ideale teorico sarebbe uguale a 1), se aumentiamo la frequenza a 20 LP/mm. troveremo che il valore MTF è sceso a 0,6, e se portiamo la frequenza  a 40 LP/mm.  l'MTF  precipiterà a valori  vicini allo 0,2 , tanto che la differenza tra linee bianche e nere incomincerà ad essere poco percepibile (vedi immagine  in alto).
In linea generale i test MTF vengono fatti misurando il trasferimento a 10 LP/mm e 30 LP/mm, a partire dal centro dell'immagine sino ai suoi bordi (sappiamo infatti che le aberrazioni si fanno sempre più marcate man mano che ci spostiamo verso i bordi dell'immagine sfruttando le parte più esterna delle lenti). La rilevazione a basse frequenze spaziali (10 LP/mm) fornisce prevalentemente indicazioni sul contrasto dell'ottica, mentre le alte frequenze spaziali (30 LP/mm) danno maggiori informazioni sul suo potere risolvente.

Obiettivi, valutazione delle prestazioni - 1° parte.

Quando si prende la decisione di comprare un obiettivo, e ci si trova di fronte a una gamma di prezzi che variano dai 110€ per un 50mm. f/1,8, ai 9000€ di un 600mm f/4, è difficile non porsi l'interrogativo su come si possa riuscire a  valutare la prestazione che è in grado di offrire un determinato prodotto in rapporto all'investimento che si sta affrontando con il suo acquisto. Le scelte progettuali degli obiettivi sono sempre il frutto di una serie di compromessi ottici, le aberrazioni non possono mai essere azzerate e la marcata correzione di una può determinare il peggioramento di un'altra, il giusto equilibrio tra le possibili correzioni unito a un processo costruttivo adeguato, è in grado di fare la differenza.
Non è semplice avere delle certezze sulla qualità delle immagini che può produrre un certo obiettivo senza una lunga serie di misurazioni e le strumentazioni adeguate, per fortuna ci sono riviste  specializzate e siti internet dei quali ci possiamo avvalere per avere informazioni utili.
Ma prima di parlare dei parametri che normalmente vengono presi in considerazione da chi fa i test sugli obiettivi, può essere utile fare una carrellata sulle  principali aberrazioni di cui soffrono le ottiche e degli altri fenomeni che influiscono sulla bontà delle immagini prodotte.

Le aberrazioni si possono dividere principalmente in due categorie:
-Cromatiche: dipendono dalla natura della luce e dalle diverse lunghezze d'onda dei colori che la compongono.
-Geometriche: dipendono principalmente dalla forma delle lenti e più in generale dalla costruzione dell'obiettivo, si verificano con la luce monocromatica e quindi indipendentemente dalla lunghezza d'onda. In qualche caso vi potrà capitare di trovarle sotto la denominazione: "Le cinque aberrazioni di Seidel", dal nome dal fisico tedesco che le classificò nel lontano 1856.

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