Photoshop - Sfocare lo sfondo.

In alcune situazioni di ripresa può essere utile evitare che oggetti e persone presenti sullo sfondo possano rappresentare un elemento di disturbo, in questi casi si è soliti impostare il valore di diaframma più aperto possibile, per avere una profondità di campo ridotta e ottenere che tutto ciò che esula dal soggetto principale risulti essere totalmente sfocato.  
Purtroppo, se escludiamo gli obiettivi di fascia alta, la maggior parte degli zoom ha un'apertura compresa tra f/4 e f/5,6 (a seconda della focale utilizzata), condizione che spesso non consente di sfocare totalmente lo sfondo. 
Uno dei vantaggi del digitale è quello di poter agire in post-produzione, consentendo di apportare dei miglioramenti a una foto ben riuscita ma nella quale gli elementi presenti sullo sfondo rendono meno piacevole l'immagine. 
Un esempio classico è quello del ritratto: per questo motivo ho scelto come esempio una foto scattata durante una processione: nel caso specifico avevo impostato un diaframma f/7,1 perché le persone che sfilavano scendevano più velocemente del normale e te le trovavi addosso in una frazione di secondo, con le ovvie difficoltà di messa a fuoco;  questa scelta ha però comportato che gli spettatori sullo sfondo, anche se sfocati, disturbano palesemente la composizione.
Per prima cosa ho trasformato la foto in bianco e nero perché mi sembrava rendere meglio il soggetto (vedi "Il Bianco e Nero, conversione con Photoshop"):

Una foto alla settimana - 11° di 52.

Pontile Marina di Sant'Elmo - Calata dei Mercedari: quando passeggi lungo un molo puoi aspettarti di vedere dei gabbiani o qualche cormorano, ma non mi era mai successo di trovare  una garzetta che impassibile girovagava tra i sassi del frangiflutti, incurante delle persone che erano affaccendate a ripulire e preparare la propria barca per l'uscita in mare. 
Avevo in macchina l'obiettivo 15-85, che anche alla massima focale non consentiva un buon avvicinamento; al rumore dei primi scatti, il nostro amico ha deciso che ero un estraneo potenzialmente pericoloso e ha preso il volo senza darmi il tempo di cambiare obiettivo.
La foto che ho scelto è proprio quella in cui spicca il volo allontanandosi velocemente e lasciandomi a rimuginare sulle immagini che avrei potuto scattare se avessi montato il 50-200.


Si potrebbe intitolare: V, come Volo
Ho deciso di decentrare il soggetto perché, insieme al leggero mosso nella punta delle ali, rende meno statica la foto; la sottoesposizione di 1stop serve a dare maggiore risalto al bianco del piumaggio della  garzetta rispetto al blu del mare. Focale utilizzata 85mm., esposizione: diaframma f/8, 1/640sec. a 100ISO.


La Fotografia per documentare - Laboratorio artigiano nel quartiere Castello di Cagliari.

Fabio ed Esmeralda al lavoro
A volte mi capita di girare per la città senza una meta precisa, borsa in spalla e fotocamera accesa, alla ricerca di un motivo per portare a casa qualche foto: un angolo nascosto, un particolare sfuggito alla mia attenzione o una situazione interessante. 
Nel vagare tra le vie del quartiere di Castello, racchiuso all'interno delle mura fortificate della vecchia Cagliari, mi sono imbattuto in un laboratorio artigiano di falegnameria che si apre sulla via San Giuseppe.
All'interno, lavorava una giovane coppia: Fabio asportava con movimenti precisi la vernice dalla testiera di un vecchio letto in ferro, mentre Esmeralda puliva meticolosamente la gamba in legno di un mobile.
Da una rapida occhiata agli oggetti contenuti nel locale attiguo dedicato all'esposizione, ho potuto scorgere alcune opere, segno evidente che l'attività svolta non si limitava esclusivamente al restauro dei mobili ma si estendeva anche all'arte figurativa.

Incuriosito, sono entrato e ho chiesto di poter fare qualche foto;  nonostante fosse palese che non ero un cliente, sono stato accolto con un sorriso e ho subito avuto la loro attenzione e la massima disponibilità.

Cassapanca e letto da restaurare.
Nel laboratorio, oltre a cornici, sedie e scaffali, risaltavano un cavallo a dondolo, un vecchio comò con lo specchio, una cassapanca intagliata con motivi caratteristici della tradizione sarda, un letto in legno con la testiera lavorata, e persino un "Prete": struttura in legno che serviva per tenere sollevate le lenzuola e accogliere lo scaldino in rame con le braci, utilizzato dai nostri nonni per riscaldare il letto nelle fredde giornate invernali.

Alle spalle di Esmeralda, alcuni pezzi in attesa di essere restaurati;  alla sua sinistra, poggiato in verticale sopra il comò, potete vedere  il  cosiddetto "Prete".

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