HDR Efex Pro

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una recensione su HDR Efex Pro, uno dei vari plug-in di Photoshop studiati per l'High Dynamic Range, che consente la creazione di immagini a elevata gamma dinamica.
E' una tecnica affascinante che oltre a garantire la possibilità di riprodurre le molteplici gradazioni di luminosità di una scena ad alto contrasto, permette di variare i parametri di elaborazione, ottenendo immagini dalla forte drammaticità o dall'aspetto onirico, con effetti irreali che spaccano in due il mondo degli appassionati di fotografia, tra chi ama spassionatamente l'HDR e chi lo considera una improponibile alterazione della realtà.
Tornando al plug-in della  NIK Software, sul suo sito potete scaricare un trial dell'ultima versione che vi consentirà di testare il programma per 15 giorni, così da poter valutare le caratteristiche del prodotto.
Una volta installato il software basterà andare sul menù di Photoshop: "File" - "Automatizza" e poi scegliere "Merge to HDR Efex Pro..", quindi nella maschera che viene aperta selezionare i file delle foto da unire (3 o più), e le impostazioni per l'allineamento delle immagini, necessario per cercare di compensare le possibili differenze presenti tra gli scatti realizzati.
Il metodo "Adattativo" è da utilizzare per piccoli spostamenti di oggetti (ad es.: le foglie degli alberi), animali o persone lontane; mentre il metodo "Globale" va scelto per soggetti che, dato il movimento veloce, risulterebbero sdoppiati nell'immagine finale; è anche possibile dosare l'intensità dell'intervento a seconda delle necessità, scegliendo uno dei tre valori disponibili.
Confermato l'inizio dell'elaborazione tramite la pressione del tasto "OK", si aprirà una finestra con le immagini caricate, per ogni scatto dovremo indicare la differenza in EV rispetto all'esposizione corretta. 

Una volta fatta questa operazione e data una nuova conferma, inizierà il processo di fusione delle foto, che si concluderà con l'apertura di una finestra che presenta

Fotografia professionale - La luce del mattino

Nei fine settimana normalmente mi alzo un poco prima degli altri componenti della famiglia, e così mentre prendo un caffè  ho l'abitudine di fare un giro tra  siti e blog che si occupano di fotografia. Era da qualche tempo che non guardavo il sito di Fotografia Professionale, e mi sono soffermato a leggere uno degli ultimi articoli di Simone Conti, che guarda caso prende spunto proprio dalla colazione di una domenica mattina. 
Ma non è questa la motivazione che mi spinge a proporvi di leggere il suo articolo, e non lo è neppure la parte tecnica, che pure propone interessanti riflessioni e indicazioni; ciò che mi ha colpito di più è il fatto che un fugace pensiero, una sensazione provata per un breve istante, hanno subito fatto scattare il "raptus fotografico": la voglia di sperimentare e il gusto della sfida per riuscire a riprodurre la luce particolare di quel momento, e mi sono ritrovato a pensare: questa è la giusta maniera di vivere la fotografia.



La luce del mattino

19 aprile 2011  posted by Simone Conti
Domenica mattina mi sono svegliato e, arrivato in soggiorno per la colazione… sono rimasto folgorato! La luce era meravigliosa, morbida, sobria e innegabilmente mattutina avvolgeva gli oggetti sul tavolo. Aveva un non so che di esilarante… da sola era in grado di “rendere felici”.
Ok, ubriaco non potevo essere, oltre ad essere mattina… sono astemio! Probabilmente domenica mattina ero particolarmente rilassato, ma nemmeno poi tanto visto che sapevo che mi aspettava la postproduzione di circa 200 scatti in consegna a breve… eppure quella luce ha lasciato il segno!
Il segno lasciato è così profondo che ieri sera di ritorno a casa, colto da “raptus fotografico” acuto ho deciso di mettere mano agli speedlites, alla reflex digitale e ricrearla.

Leggi tutto l'articolo su:   http://www.fotografiaprofessionale.it/2011/04/19/la-luce-del-mattino/

Obiettivi, valutazione delle prestazioni - 2° parte

Abbiamo visto che buona parte delle aberrazioni tipiche dei sistemi ottici, hanno l'effetto di sfocare e deformare i punti dei quali si compone l'immagine, causando una diminuzione generale della  nitidezza. Ma come si può misurare la qualità di un'ottica senza incorrere in valutazioni soggettive e che consenta di paragonare le rese di obiettivi simili ma di marche diverse?
MTF, Modulation Transfer Fuction (Funzione di trasferimento della modulazione): nasce con il compito di misurare la capacità di un sistema ottico di trasferire correttamente i dettagli dell'immagine alla pellicola o al sensore. I principali parametri che vengono testati  sono:
- La risoluzione: capacità di riprodurre distintamente coppie alternate di linee bianche e nere di spessore man mano decrescente.
- Il contrasto dell'immagine: la capacità di tenere ben separate e chiaramente distinguibili le aree chiare da quelle scure.

Spesso vediamo che viene data troppa rilevanza alla risoluzione di  un obiettivo, mentre è l'abinamento tra un alto potere risolutivo e un contrasto elevato che consente di avere una visione chiara dei dettagli del soggetto riprodotto.
L'MTF misura il trasferimento di contrasto all'aumentare della frequenza spaziale; vediamo come si comporta un obiettivo con un esempio pratico: prendiamo in considerazione una frequenza di 10 LP/mm. (coppie di linee per millimetro), e supponiamo di rilevare un trasferimento  pari a 0,9  (il valore ideale teorico sarebbe uguale a 1), se aumentiamo la frequenza a 20 LP/mm. troveremo che il valore MTF è sceso a 0,6, e se portiamo la frequenza  a 40 LP/mm.  l'MTF  precipiterà a valori  vicini allo 0,2 , tanto che la differenza tra linee bianche e nere incomincerà ad essere poco percepibile (vedi immagine  in alto).
In linea generale i test MTF vengono fatti misurando il trasferimento a 10 LP/mm e 30 LP/mm, a partire dal centro dell'immagine sino ai suoi bordi (sappiamo infatti che le aberrazioni si fanno sempre più marcate man mano che ci spostiamo verso i bordi dell'immagine sfruttando le parte più esterna delle lenti). La rilevazione a basse frequenze spaziali (10 LP/mm) fornisce prevalentemente indicazioni sul contrasto dell'ottica, mentre le alte frequenze spaziali (30 LP/mm) danno maggiori informazioni sul suo potere risolvente.

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