Canon EOS R5 per riprese video di fascia alta


La R5, prossimo arrivo in casa Canon, dopo lo stupore generato dalle prime informazioni pubblicate, ora svela e conferma le incredibili capacità nella registrazione video.

Canon Inc. torna sulle specifiche tecniche della nuova EOS, capace di performance per le quali stabilisce di fatto nuovi standard di classe, inserendosi a ragione nel campo delle produzioni video di fascia alta. La mirrorless full-frame professionale della serie R ha superato ogni altra avversaria diretta, tanto da poter pensare che possa essere affiancata come secondo corpo alla nuovissima EOS C300 Mark III da parte di coloro che si occupano di cinematografia. 
Queste le caratteristiche confermate:

  • Registrazione interna di video 8K senza crop: fino a 29,97 fps in 4:2:2 10 bit in Canon Log (H.265) o PQ HDR 4:2:2 10 bit (H.265)
  • Registrazione interna 8K Raw senza crop, sempre fino a 29,97fps
  • Registrazione video 4K senza crop – fino a 119,88 fps in 4:2:2 10 bit con Canon Log (H.265) o 4:2:2 10 bit PQ HDR (H.265)
  • Uscita HDMI 4K 59,94 fps in 4:2:2 10 bit con Canon Log o PQ HDR 4:2:2 10 bit
  • tecnologia Canon Dual Pixel CMOS AF disponibile in tutte le modalità video a tutte le risoluzioni e frequenze di fotogrammi
  • Stabilizzazione IBIS ottica a 5 assi che funzionerà in combinazione con il sistema di stabilizzazione dell’obiettivo
  • Doppio slot per schede: 1x CFexpress e 1x SD UHS-II

Sembra che finalmente Canon si sia resa conto che nelle fotocamere di ultima generazione le funzioni dedicate alla registrazione video non sono solo delle opzioni in più che può essere comodo avere a disposizione, ma sono diventate essenziali quanto quelle fotografiche.

E pensare che con la 5D Mark II aveva lanciato, ottenendo un grande successo, la ripresa video Full HD nelle DSLR, ma evidentemente non credeva sino in fondo nella potenzialità di quella innovazione. 
Da quel settembre 2008 i passi in avanti sono stati sempre troppo timidi e a rimorchio della concorrenza.

Le altre caratteristiche indicate nei mesi scorsi:

- un nuovo sensore CMOS full-frame da 45MP e nuovo processore d’immagine.

- un avanzato sistema di autofocus per il riconoscimento anche degli animali: cani, gatti e uccelli. Il sistema si affida all’identificazione degli occhi, ma anche a quella del muso e del corpo nelle situazioni in cui gli occhi non siano visibili.

- un’eccellente velocità nello scatto continuo pari a 12 fps tramite otturatore meccanico e 20 fps con otturatore elettronico.

- la condivisione dei contenuti integrata attraverso la funzione di trasferimento automatico dei file dal dispositivo alla nuova piattaforma cloud image.canon.



Kodak Retinette 1A


Mia figlia Daniela ha ricevuto in regalo una Kodak Retinette 1A, fotocamera dei primi anni 60, ennesima evoluzione della prima versione risalente al 1939 quando, sulla scia della successo ottenuto dal modello Retina, Kodak decise di proporre un prodotto adatto a un più largo pubblico. 
Daniela è una fotografa professionista da circa dieci anni, con tanto di corredo Canon dalla gloriosa 5D Mk II alla più recente 5D Mk IV - http://danielaserpi.it/ -, ha fatto tutto il suo percorso nella fotografia digitale ma quando si trova davanti una vecchia fotocamera analogica le luccicano gli occhi.


Non è raro trovare giovani che utilizzano macchine fotografiche analogiche e pellicola, per alcuni può dipendere dal fatto che il vintage è di moda, ma per coloro che amano veramente la fotografia le fotocamere analogiche d'epoca sono un elemento costitutivo e fondamentale della sua storia e quindi rappresentano un valore che è indispensabile preservare. 
A volte la scelta dell'analogico, che con il limitato numero di immagini che si possono impressionare nel singolo rullino porta a riflettere prima di scattare, è anche una sorta di reazione all'invasione delle immagini digitali che in quest'ultimo decennio, complici i cellulari, vengono sfornate nel mondo a milioni per ogni singolo minuto, perlopiù in maniera frenetica e senza un'opportuna ponderazione.
Nel caso invece di persone della mia fascia d'età il forte legame affettivo è quasi scontato: hanno visto nascere e crescere la propria passione fotografica con l'analogico, una sorta di imprinting fotografico, e solo dopo molti anni sono stati interessati e coinvolti dal percorso di evoluzione e affermazione in fotografia del sistema digitale.

Ritornando alla Retinette 1A, che come ogni macchina inutilizzata da tempo necessitava di alcune cure e verifiche prima di scendere nuovamente in campo, l'ho presa in carico e portata a casa per dargli le dovute attenzioni:

- Pulizia delle parti esterne cromate con una pezzuola inumidita con WD-40 (ripassare con scottex per eliminare ogni eventuale residuo in eccesso)

- Pulizia e reidratazione delle parti in pelle con del latte detergente (non ha importanza la marca)

- Pulizia della lente anteriore dell'obiettivo e del mirino con alcol isopropilico (o il più semplice denaturato)

Nonostante la pulizia esterna dei vetrini del mirino l'immagine risultavo fortemente appannata, quindi è stato necessario smontare la calotta ed estrarre il relativo gruppo di lenti, specchi e vetrini per pulirli singolarmente. Sopratutto le due lenti presentavano una marcata opacizzazione che ha richiesto più interventi prima di riuscire ad ottenere un discreto risultato, che pur parziale rispetto alle attese ha comunque migliorato la visibilità attraverso il mirino. 

Nello smontare la calotta ho notato che mancava una delle tre viti che la fissano al corpo macchina, ma per fortuna ne ho trovata una adatta per dimensioni e passo nelle mie scorte e ho potuto rimediare al problema.

Ho quindi aperto lo sportello per accedere al vano pellicola:

- Pulita la lente posteriore dell'obiettivo, molto sporca anche a causa di residui di vernice nera che si sono staccati dal box che la separa dal piano pellicola.

- Pulite le guide, il pressa-pellicola e i rocchetti di trascinamento.

Ora la fotocamera può considerarsi pronta per riprendere la sua attività.

L'otturatore centrale, mod. Prontor 250S non pare avere problemi: i tempi di scatto, che vanno da 1/30 a 1/250sec. + posa B sembrano a posto, l'autoscatto funziona e impiega circa 9sec. per attivare lo scatto.

L'obiettivo è un tripletto della Schneider-Kreuznach mod. Reomar da 45mm. con apertura massima f/2,8  e minima f/22.

La messa a fuoco minima è di 95cm. e nella ghiera sono riportate alcune figure che servono da riferimento a seconda che si debba scattare un ritratto, fotografare un gruppo di persone o un panorama.

Sul barilotto dell'otturatore è stata riportata una scala relativa alla profondità di campo che si ottiene a seconda del diaframma utilizzato, indicazione oltremodo utile data l'assenza di un telemetro e quindi la necessità di dover valutare ad occhio la distanza del soggetto dalla fotocamera.

Un particolare caratteristico di questa linea di fotocamere è la leva di trascinamento della pellicola e riarmo dell'otturatore, che al posto di essere posizionata come da tradizione sulla calotta è stata posizionata in basso sul fondello.
In corrispondenza si trova un piccolo pulsante che serve al rilascio della pellicola a fine rullino. Dato che quando premuto consente di riarmare l'otturatore senza far avanzare la pellicola, può essere anche usato per effettuare delle doppie esposizioni.

Sempre sul fondello troviamo l'attacco per il cavalletto e il pulsante per sbloccare l'apertura del dorso e accedere al vano pellicola.

Sulla calotta invece sono presenti due manopole: quella di sinistra ha una finestrella che mostra il conta scatti che deve essere azzerato manualmente dopo aver caricato il rullino in macchina; quella di destra ha una rotellina interna con un indice che può essere spostato per ricordare il tipo di pellicola caricata in macchina: Bianco e Nero, Colore luce naturale e Colore luce artificiale.
Quest'ultima manopola e solidale con il perno intorno al quale ruota il rullino, muovendola verso l'alto si fa spazio per inserire il rullino e abbassandola lo si blocca nell'apposito vano.
Una volta esauriti gli scatti a disposizione, ruotando la manopola nel verso indicato dalla freccia si farà rientrare l'intera pellicola nel contenitore del rullino e solo a quel punto si potrà aprire il dorso, sollevare la manopola ed estrarre il rullino dal suo vano.

Sempre nella calotta troviamo l'innesto per lo zoccolo del flash. Diversamente da quanto mostrato nel manuale non c'è il contatto caldo nello zoccolo e quindi per utilizzare il flash è indispensabile collegarlo con l'apposito cavetto al connettore PC posto frontalmente in prossimità dell'obiettivo.
L'otturatore di tipo centrale garantisce il sincronismo con il flash su tutti i tempi, mentre con le vecchie lampade va utilizzato solo 1/30 sec.

Il  mirino (che prima ho smontato) è di tipo galileiano con due lenti e un sistema a specchi che proietta in trasparenza una cornice che serve a indicare con maggiore precisione l'area che viene inquadrata effettivamente dall'obiettivo.
Risulta abbastanza veritiera se il soggetto è molto lontano, ma quando ci si avvicina molto diventa apprezzabile l'errore di parallasse, per questo motivo sono stati inseriti due ulteriori riferimenti verso l'alto della cornice che indicano lo spostamento di cui si deve tenere conto quando si lavora alla minima distanza di messa a fuoco.

Ovviamente siamo di fronte a una fotocamera totalmente manuale e quindi l'esposizione deve essere valutata attraverso un esposimetro esterno o come si usava spesso a quei tempi con la semplice "regola del 16".
(vedi post: https://ilpiaceredifotografare.blogspot.com/2010/09/lesposizione-2parte.html)


Viltrox - Tre nuovi obiettivi per Fujifilm

Mentre Sigma risponde a coloro che vorrebbero una linea di obiettivi per le fotocamere Fujifilm di non avere in sviluppo obiettivi per l'attacco X-Mount e Fuji si affretta a precisare che non è interessata a fornire i dati tecnici per la fabbricazione di obietti da parte di terzi in quanto esiste già una parco di ottiche proprietarie particolarmente nutrito e di grande qualità, la Viltrox annuncia l'uscita a breve di tre nuovi obiettivi:
23mm f1.4  -  33mm f1.4  e  56mm f1.4,
che si andranno ad affiancare all'85mm f1.8 immesso sul mercato lo scorso anno.


Il parco ottiche della Fujifilm spazia su tutta la gamma delle focali e in gran parte può essere considerato eccellente sotto ogni punto di vista. Pertanto, se il tutto si riducesse alla presenza sul mercato di qualche altro lensbaby o di una riproposizione di vecchi schemi ottici che riportano nostalgicamente alla prima metà del secolo scorso,  Fuji non avrebbe certo di che preoccuparsi.
Sta di fatto però che l'85mm f1.8 recentemente messo in commercio ha già attirato l'attenzione degli appassionati grazie a un corpo interamente in metallo, un gruppo ottico composto da 10 elementi in 7 gruppi e una costruzione di ottimo livello (peso 636g.); è dotato di un AF abbastanza veloce grazie a un motore STM, e  non meno importante, anche preciso; la lunghezza fisica rimane costante per tutto l'intervallo di regolazione e per  la messa a fuoco manuale si può contare su un anello di notevoli dimensioni che presenta una corsa fluida; otticamente l'obiettivo non ha alcuna debolezza di rilievo, è particolarmente nitido su tutto il campo dell'immagine e presenta una buona qualità del bokeh con una sfocatura cremosa nella zona di transizione; sulla parte posteriore è presente un attacco del tipo USB per consentire i futuri aggiornamenti del firmware.



Le impressioni particolarmente favorevoli che ho letto su internet da parte degli appassionati di fotografia che hanno avuto modo di provare l'obiettivo, vengono confermate dalla prova pubblicata sul sito Opticallimits.com .
Sullo stesso portale è anche possibile trovare le prove di un buon numero di obiettivi Fujifilm X, questo consente di poter fare un confronto con le ottiche che sono più vicine come caratteristiche al Viltrox, anche se c'è da tenere conto che il test dell'85mm Viltrox sono stati fatti a 26Mp (risoluzione delle ultime mirrorless aps-c come la X-T3 e XT30) mentre gli obiettivi Fuji sono stati testati a 16Mp.

Se i tre nuovi obiettivi avranno caratteristiche qualitative analoghe all'85mm, grazie anche ai costi che dovrebbero essere decisamente concorrenziali (oggi l'85mm f1.8 Viltrox viene venduto su Amazon a 379€, mentre il 90mm f2 Fuji sale oltre i 900€) lo sforzo fatto dalla Viltrox per entrare nel mercato delle ottiche X-Mount sarà sicuramente premiato.





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