Fotografare in città - 4° e ultima parte.

 - Degrado e abbandono:
Anche la più bella delle nostre città, al centro o in periferia, mostra i segni più o meno evidenti del degrado urbano: case, oggetti, animali, e a volte purtroppo anche persone, vengono abbandonate a se stesse.
A voi la scelta di utilizzare la fotografia per documentare semplicemente l'invecchiamento delle cose, cogliendo il lato ineluttabile dello scorrere del tempo, o per portare in superficie quegli aspetti di trascuratezza e disinteresse che continuano ad abbruttire la nostra presunta civiltà.


Casa disabitata in via Leparto.

Terrazza sopra i parcheggi di viale Regina Elena.

Sottopassaggio della nuova circonvallazione.

Fotografare in città - 3° parte

- In giro per le strade:
Girare per le strade e i quartieri della città a caccia di immagini... so bene che qualcuno potrebbe criticare questo modo di affrontare la fotografia, e a pensarci bene non avrebbe tutti i torti: porsi un obiettivo preciso e dedicarsi a un tema specifico, da sicuramente maggiori  possibilità di portare a casa un reportage di buona qualità. 
Nonostante ciò,  il fatto di muovermi con calma osservando con maggiore attenzione quanto mi circonda, alzare gli occhi e scoprire qualcosa alla quale non avevo mai fatto caso nelle centinaia di volte in cui sono passato frettolosamente in quella strada, cogliere un istante di vita delle altre persone, o semplicemente portare a casa l'immagine di uno scorcio cittadino che ho visto in una luce diversa, è un qualcosa  che  mi consente di  conoscere meglio e apprezzare maggiormente la mia città, mi piace e contemporaneamente mi rilassa, sino quasi a farmi perdere la cognizione del tempo.

Lasciarsi il traffico alle spalle - Piazzetta Savoia

Alzando gli occhi al cielo - via del Fossario.


Studio d'artista - Castello

Ristorante San Domenico, nella piazza omonima.

Fotografare in città - 2° parte.

 - Chiese, Monumenti, Musei ed Eventi:
Ogni città ha un suo patrimonio artistico e culturale che possiamo pensare di riprendere con l'intento di  preservarlo nel tempo e/o portare a conoscenza degli altri. Probabilmente vi troverete nell'imbarazzo della scelta, con il rischio di produrre quantitativi enormi di materiale: ricordate di cercare sempre un taglio semplice ma con un pizzico di originalità, si tratta di documentare ma senza mai rinunciare a valorizzare e rendere interessante il soggetto.  Non sottovalutate l'importanza che può rivestire la presenza di persone nella foto: anche nei casi nei quali non rappresentino il soggetto principale, possono contribuire validamente a rafforzare quanto vi siete riproposti di trasmettere attraverso quell'immagine. 


La moderna vetrata della Basilica di San Saturnino - la parte più antica della chiesa risale al V-VI secolo.

Chiesa di San Domenico - costruita negli anni 50 sopra l'antica chiesa quasi interamente distrutta dai bombardamenti del 1943.
Colonne all'ingresso della villa di Tigellio - inserita nell'antico quartiere residenziale della Karalis romana, risalente al I secolo a.c.

Fotografare in città - 1° parte.


Per chi ha la possibilità di viaggiare, le opportunità per scattare delle foto interessanti sono certamente molto elevate, ma non dobbiamo assolutamente sottovalutare le potenzialità che la città o il paese nel quale viviamo sono in grado di offrirci. L'ambito urbano, oltre a essere disponibile anche quando abbiamo poco tempo, è in grado di proporre una vasta gamma di situazioni che spaziano tra i più svariati generi della fotografia. Cercando tra le mie foto fatte nei ritagli dei fine settimana, voglio provare a fare una carrellata sulle opportunità che si possono trovare, spesso semplicemente svoltando l'angolo di casa.

- Panorami e vedute:
Qualsiasi posizione soprelevata consente di abbracciare con lo sguardo e inquadrare vaste zone della città,  in queste situazioni il grandangolo la fa da padrone, ma alle volte il taglio che può dare un teleobiettivo può essere indispensabile per isolare una parte interessante del panorama. Normalmente cerco di curare con attenzione  la composizione della foto escludendo quanto può disturbare l'insieme, scegliendo dei punti d'osservazione non convenzionali, comprendendo nell'inquadratura alberi o piante che facciano da cornice naturale o comunque oggetti/soggetti in primo piano che diano profondità all'immagine, alcune volte provo a sfruttare le bellissime luci del tramonto o quelle artificiali della notte.

Veduta di Cagliari dalla Torre di San Pancrazio.

Panorama di Cagliari dallo spiazzo alle spalle della Basilica di Bonaria.
Panorama dalla terrazza alta del Bastione di San Remy.

Utilizzare la messa a fuoco manuale

Una leggera pressione sul pulsante di scatto e  subito si avverte un leggero movimento del barilotto dell'obiettivo, sottolineato dal ronzio del motore asservito al sistema autofocus, dopo un breve istante la messa a fuoco è raggiunta, il pulsante di scatto completa la sua corsa e si sente il rumore secco dell'otturatore: abbiamo realizzato la nostra foto. 
Oramai siamo talmente abituati al fatto che la nostra fotocamera garantisce in maniera totalmente automatica che il soggetto  inquadrato risulti perfettamente a  fuoco, che viene difficile pensare che ci siano delle situazioni nelle quali sia preferibile disabilitare l'autofocus e utilizzare una messa a fuoco manuale.
I sistemi attuali sono in grado di adattarsi sia alle riprese con i soggetti fermi (AF-S, autofocus singolo), sia per quelli in movimento (AF-C, autofocus continuo); basati su un numero sempre più alto di punti di rilevazione riescono a controllare una vasta area del fotogramma, e coprono efficacemente un'alta percentuale di situazioni. Ciononostante esistono ancora dei buoni motivi per i quali in certe situazioni di ripresa sia utile spostare il selettore presente sul nostro obiettivo/fotocamera nella posizione manuale, vediamo quali possono essere: 

1) Foto Close-up e Macrofotografia: le foto a distanza ravvicinata richiedono una grande precisione nella cura della messa a fuoco a causa della ridottissima profondità di campo ( nella macro spesso  si gioca su  pochi mm.); non sempre l'autofocus è in grado di restituirci il risultato voluto e/o viene ingannato  dalla presenza di oggetti presenti nel campo inquadrato; in tutti i casi per ottenere il meglio in questo genere di foto dobbiamo essere noi a decidere quali parti del soggetto debbano essere perfettamente a fuoco e quali no.
 Messa a fuoco manuale.

La piantina di trifoglio a sinistra può aver ingannato l'autofocus di quel tanto per cui il muso della lucertola non risulta essere a fuoco.

Camera RAW - 4° e ultima parte

Vediamo in fine i comandi relativi al trasferimento su photoshop e  al salvataggio dei file elaborati con Camera RAW.
Spostiamoci sulla descrizione posta in basso sotto l'immagine sulla quale stiamo lavorando, vedremo che sono riportate alcune caratteristiche della foto: se ci clicchiamo sopra con il tasto sinistro del mouse viene visualizzata una finestra dove sono riportati i parametri attraverso i quali le immagini verrano aperte da Photoshop:
- Spazio: riporta il profilo colore (Adobe RGB, sRGB, ColorMatch RGB, ProPhoto RGB).
- Profondità: specifica se il file verrà aperto con 8 o 16 bit per canale.
- Dim.: riporta le dimensioni in pixel dell'immagine, il suo utilizzo è identico a "Dimensione Immagine" di Photoshop.
- Risoluzione: specifica la risoluzione in stampa dell'immagine.
Come ultima possibilità di selezione, possiamo inserire il segno di spunta affinché l'immagine sia aperta in photoshop come "oggetto avanzato", operazione che consente di lavorare su un oggetto identico all'originale e sul quale si possono apportare tutte le modifiche volute in maniera non distruttiva, cioè senza alterare l'immagine di partenza.
Il comando per trasferire l'immagine modificata con Camera RAW in Photoshop: "Apri Immagine", si trova nella cornice in basso a destra subito sotto il comando di Saturazione. Se si preme il tasto "Alt", il pulsante cambia nome in "Apri copia", che sposta l'immagine su Photoshop senza salvare sul file RAW originario, i dati delle modifiche fatte con Camera RAW. Se invece premiamo il tasto "Shift" il pulsante si modificherà in "Apri oggetto", e lo spostamento su Photoshop sarà fatto come "oggetto avanzato" (vedi in alto).

Camera RAW - 3° parte

Dopo aver descritto i controlli presenti nella colonna alla destra di Camera RAW, passiamo alla barra degli strumenti localizzata nell'area  in alto a sinistra, poco sopra il riquadro che contiene l'immagine aperta:

- La prima icona, che rappresenta una lente d'ingrandimento, consente di regolare il livello di zoom da applicare alla fotografia visualizzata, aspetto utile per  apprezzare la qualità dell'immagine o il risultato degli interventi; il campo di regolazione è molto ampio e va da un minimo del 6% sino a un massimo del 400%;  se si vuole riportare la foto alle dimensioni originarie basta cliccare su "Adatta alla vista".

- L'icona con la mano, una volta ingrandita la foto, consente di spostare l'immagine all'interno dell'area di visualizzazione, così da poter visionare le parti che avendo utilizzato lo zoom rimangono nascoste.

- La prima icona contagocce serve per impostare il bilanciamento del bianco: basta scegliere un'area grigia di densità media e cliccarci sopra con il mouse,  Camera RAW imposterà il bilanciamento del colore prendendo come riferimento i valori RGB di quell'area. Se il risultato non ci soddisfa possiamo affinare la regolazione utilizzando i comandi "temperatura" e "tinta", presenti sul pannello "Base" (vedi post precedente), o eventualmente tornare alla regolazione iniziale selezionando  nella casella "Bilanciamento del bianco" l'opzione "Come scattato".

Camera RAW - 2° parte

Riprendiamo quanto iniziato sulla prima parte, proseguendo con la descrizione dei comandi presenti sulla colonna a destra di Camera RAW.

Pannello Dettagli:
- Nitidezza: 
il comando "Fattore" regola l'intensità della nitidezza;
"Raggio" defininisce l'ampiezza dei dettagli ai quali si applica  la nitidezza;  
"Dettagli" nei valori più bassi l'incremento di nitidezza agirà principalmente sui bordi, con valori più alti si sposta verso le texture dell'immagine;  
"Mascheratura" agisce contrastando i bordi  più netti senza intervenire sulle aree piatte.

- Riduzione disturbo:  
il comando "Luminanza" interviene sulla granulosità monocromatica (analoga alla grana delle pellicole B&W), mentre quello "Colore" attenua gli artefatti che si manifestano attraverso dei  puntini di colore diverso, che si evidenziano prevalentemente nelle aree di colore uniforme.

Per apprezzare correttamente quale effetto si produce sull'immagine ed evitare di esagerare nella correzione introducendo eventuali artefatti, è preferibile visualizzare l'immagine con un fattore di ingrandimento 100%.

Pannello HSL/Scala di grigio:
E' suddiviso in tre sezioni: Tonalità, Saturazione e Luminanza (HSL, ovvero: Hue, Saturation e Lightness), per ogniuna delle quali si può intervenire su con precisione su una serie di 8 colori base: Rossi, Arancioni, Gialli, Verdi, Acquamarina, Blu, Viola e Magenta.
In alto al centro c'è poi la possibilità di mettere la spunta sul comando: "Converti in scala di grigio" che converte automaticamente la foto in bianco e nero utilizzando come riferimento il bilanciamento del bianco relativo alla foto.


Camera RAW - 1° parte

Il cosidetto "processo di sviluppo" di una fotografia digitale (a volte riportato con il termine: "sviluppo in camera chiara"), grazie al quale rivelare l'immagine scattata e intervenire su parametri quali : esposizione, contrasto, saturazione, nitidezza, ecc., non comporta l'uso di prodotti chimici come avveniva con le pellicole nella fotografia tradizionale, ma si realizza attraverso l'impiego di specifici software.
Se memorizziamo le foto  come file RAW (tradotto in italiano: grezzo), le possibilità di ottenere il meglio dall'immagine scattata sono decisamente più alte, dato che disponiamo dei dati elementari raccolti dal sensore e sui quali non si è ancora intervenuti con processi di ottimizzazione, come avviene nel caso in cui la fotocamera registri direttamente le foto in file con estensione JPG. Infatti, se da una parte l'utilizzo della compressione con standard JPEG riduce in maniera significativa il peso della singola foto da memorizzare, dall'altra comporta sempre una perdita d'informazione, e il processo che avviene in automatico non sempre restituisce il risultato migliore o quello sperato dal fotografo. Peraltro, se comunque si renderà necessario intervenire per migliorare la foto in JPG, e comunque ogni volta che si apporteranno correzioni sul file per poi  procedere a un nuovo salvataggio, si avrà un'ulteriore perdita di qualità dell'immagine per ogni passaggio successivo.
Operando invece su file RAW (che rimarrà sempre disponibile con i suoi dati elementari non modificati), possiamo salvare in JPG solo quando saremo soddisfatti del risultato ottenuto; non solo  disporremo di completo controllo sull'immagine, ma avremo anche la possibilità di ottenere il più alto livello di qualità possibile in funzione delle caratteristiche della foto scattata.
Il software più utilizzato per la rivelazione dell'immagine RAW e il suo sviluppo è: Camera RAW di Adobe, plugin incorporato nel programma Photoshop. Vediamo come è fatto e di quali comandi dispone:

- L'area centrale è riservata alla visualizzazione dell'immagine, e nella sua cornice in basso vengono riportati: al centro il nome del file, mentre sulla sinistra c'è l'indicazione del fattore di ingrandimento dell'immagine e i comandi per aumentarlo, così da facilitare la verifica dei risultati ottenuti durante gli interventi di regolazione.
- Nella colonna alla sinistra troviamo: l'istogramma RGB, rappresentativo dei livelli di luminosità che compongono l'immagine, e subito sotto i dati relativi a: diaframma, tempo di esposizione, sensibilità e focale, utilizzati per lo scatto. Negli angoli il alto ai lati dell'istogramma ci sono due pulsanti che consentono di evidenziare: quello a sinistra le aree con ombre in eccesso (nell'immagine risulteranno in blu scuro), e quello a destra le luci in eccesso (in rosso), che ci sonsentiranno di controllare anche visivamente l'effetto degli

Un calendario per il 2011

Un altro anno è passato e come spesso accade stiamo già pensando di procurarci un calendario per quello nuovo, ma visto che siamo appassionati di fotografia perché non provare a farne uno con le nostre foto?

Su internet ho potuto verificare che si trovano numerosi programmi adatti allo scopo, ma volendo puntare su del software gratuito e di facile utilizzo, dopo averne visionato diversi  siti ho scelto di fare una prova con TKexe - Kalender, che potete scaricare qui nella sua ultima versione (disponibile anche in Italiano), oppure da alcuni siti specifici come:   
ProgrammiPC  o SempreSoftware.
Una volta  caricato il programma, ad ogni ingresso vi verrà chiesto se volete aprire un calendario precedentemente memorizzato o realizzarne uno nuovo assegnandogli un nome; fatta quest'ultima scelta sarete portati nella pagina di selezione della tipologia di calendario da realizzare: io ho deciso di utilizzare quello classico , con una pagina per mese, così da poter inserire un buon numero di foto (12 per i mesi + 1 per la copertina).
Il passo successivo è la selezione del formato: ho lasciato il 20x30 dato che corrisponde grossomodo all'A4, quindi facilmente stampabile sia in laboratorio che

Creatività e sperimentazione.

Su ClickBlog ho trovato una foto di Chris Kotsiopoulos che mi ha incuriosito:


 
42 foto con Canon 550D, obiettivo 15mm. a F/4, tempo di scatto 3,2 sec. a 100ISO.

Appassionato di astronomia - vedi le sue foto su Flickr -, ed evidentemente attratto anche da tutto quanto sia legato agli eventi naturali, in una serata particolarmente favorevole del giugno scorso, ha pensato bene di dedicarsi alla fotografia dei fulmini nelle immediate vicinanze dello stadio di Atene. Niente di straordinario si potrebbe obiettare,

Canon amplia la linea R con le nuove mirrorless APS-C R7 e R10

Si sente spesso parlare di un imminente abbandono delle fotocamere con sensori più piccoli del Full-Frame, ma i produttori, complice la cont...

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